martedì 30 settembre 2008

La notizia...e l'approfondimento


SOMALIA: PIRATI CIRCONDATI DA NAVI DA GUERRA, CHIESTI 20 MLN DOLLARI

(ASCA-AFP) - Mogadiscio, 29 set -
Controllati a vista da tre navi militari i pirati della Somalia che hanno sequestrato una nave ucraina carica di armi. Una delle imbarcazioni impegnate nell'operazione e' la statunitense USS Howard. Il comandante ha diffuso un comunicato nel quale conferma di tenere nella sua visuale la nave sequestrata, la MV Faina, ancorata al largo della costa somala, nei pressi della citta' di Hobyo.
I pirati, che hanno chiesto un riscatto di 20 milioni di dollari, hanno fatto sapere via telefono satellitare che uno dei membri della crew, composta da 21 persone fra cittadini ucraini e russi, e' morto di cause naturali. Un portavoce del gruppo di sequestratori, Sugule Ali, ha detto di non essere preoccupato per la presenza della nave statunitense e di altre due navi da guerra. ''Non abbandoneremo la nave, ne' ci asterremo dal continuare a chiedere i soldi''.
Secondo le informazioni fornite dal Ministero della Difesa ucraino, a bordo della Mv Faina si trovano 33 carri armati T-72 e altra attrezzatura militare.
Dall'inizio dell'anno, i pirati della Somalia hanno condotto 56 attacchi contro navi straniere, tredici delle quali sono ancora nelle loro mani.

Questa è la notizia, che potrebbe entrare tranquillamente in "Cose da pazzi 2".
Nel 2008 ci sono ancora i pirati, ebbene si.
L'approfondimento è di quei pochi giornalisti che fanno il loro dovere, ovvero dire la verità su avvenimenti/notizie che vengono estromessi/e delle loro cause scatenanti, tante volte per tenere in sordina le vere cause che in un mondo normale non dovrebbero esistere.


Il commento di ANTONIO CAMUSO
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

Quella che si vuol far passare come una notizia di “normale“ pirateria sulle coste somale nasconde invece un complesso intreccio di interessi tra trafficanti d’armi, lobby dei complessi militar-industriali ed accordi segreti tra paesi come la Russia e l’Ucraina e la stessa NATO.
Mentre ancora non si è spento il putiferio alzatosi tra Russia e NATO a causa della guerra in Georgia e che vede l’Ucraina anch’essa schierata come la Georgia per un ingresso nella NATO e lo stesso governo arancione di Kiev in posizioni antagoniste a Mosca , un piccolo fatto come questo misterioso sequestro fa uscire allo scoperto quelli che sono invece i reali rapporti tra questi paesi e la stessa NATO.

L’analisi del fatto di ANTONIO CAMUSO
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

Dal Mar Nero sotto gli occhi della flotta NATO e americana giunta a dare dimostrazione di forza alla Russia di Putin, una nave ucraina stipata di carri armati provenienti dall’arsenale russo si dirige attraversando il Mediterraneo, poi, sotto gli occhi della flotta internazionale che pattuglia la zona antistante il Libano, attraversa il Canale di Suez ed infine imbocca il Mar Rosso e l’Oceano Indiano dove vi è un altro pattugliamento NATO senza che a nessuno venga in mente di controllarla e di scortarla a destinazione visto il pericoloso carico.
Una destinazione che sa tutto di un’operazione di triangolazione come quelle che abbiamo conosciuto essere la costante nei traffici di armi: carri russi e di chissà quale altro stato bisognoso di far “cassa” vendendo materiale bellico surplus, imbarcati su nave ucraina, bandiera del Belize, destinazione di sbarco, un porto del Kenya e poi arrivo nel Sud Sudan, dove teoricamente questi pesanti carri armati T72, un gioiello degli anni 70/80 equivalenti ai nostri Leopard dovrebbero cimentarsi in qualche nuova guerra d’Africa.

Insomma un gioiello di triangolazioni ed intrecci come quelli che la giornalista Ilaria Alpi e l’operatore Palmisano, originario di Fasano in provincia di Brindisi, stavano indagando quando furono uccisi proprio a Mogadiscio in Somalia, negli anni 90.
Ancora una volta esce a galla la fratellanza di sangue e di interessi che lega i macellai mondiali, i complessi militar-industriali e dei servizi segreti NATO e Russi: una fratellanza che li trova accomunati a continuare a fomentare le guerre nella disgraziata Africa per poter continuare la rapina delle sue ricchezze in maniera incontrastata.
Per adesso a muoversi è la Russia che oltre a pensare di salvaguardare la pelle e i possibili segreti che i due "misteriosi" russi presenti su quella nave, che in altre situazioni simili si è scoperto essere uomini del KGB, vuol anche assicurarsi che questo proficuo traffico non venga ulteriormente disturbato.

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