giovedì 27 novembre 2008

Navi a perdere



La questione ambientale è oggi al centro della politica internazionale.


Le decisioni da prendere, se si prenderanno, influiranno sui consumi, sulle abitudini, sugli stili di vita, sui modelli di sviluppo d'intere nazioni, su ogni singolo individuo e sui bilanci delle varie industrie.


L’Italia è ai ferri corti con la Ue riguardo al varo del piano “Azione per il clima: energia per un mondo che cambia», dietro i contrasti tra Unione europea e l'Italia in materia di ambiente ci sono interessi corposi da difendere...ma guarda non me lo aspettavo affatto!


Mentre per la stragrande maggioranza dei paesi e delle imprese europee non sembrano esserci problemi, la Confindustria e il Governo italiano si sono messi di traverso.

Vabbè...

Dopo questa introduzione che mi rende sempre più orgoglioso di essere italiano passiamo ad una caratteristica Made in Italy (e non solo ma noi abbiamo la cattedra mondiale)...i rifiuti.

Grazie ad un bravissimo giornalista, come pochi ne abbiamo in Italia, il 26 novembre arriva in libreria "Navi a Perdere", il nuovo romanzo di Carlo Lucarelli edito da Edizioni Ambiente per la Collana VerdeNero.










Un racconto-verità sullo smaltimento dei rifiuti, tossici, radioattivi, un pò di misto fritto nel mare nostrum.

Sempre da nord a sud la rotta.

Il sud vende la sua terra all'arrivo di camion contenenti di tutto, da sotterrare tutti di un pezzo in discariche non controllate o in aperta campagna, e il mare? Tranquilli anche quello.

Compri qualche nave ridotta maluccio, la carichi di tutta quella robba lì, la porti in mezzo al mare, simuli un naufragio, la fai affondare e oltre ai soldi dello «smaltimento» prendi anche i soldi dell'assicurazione.

La procura di Reggio Calabria ha sempre sostenuto che le navi cariche di scorie radioattive affondate con questo sistema nel Mare Nostrum erano almeno 40. Legambiente, che denunciò questa strana battaglia navale fatta di autoaffondamenti, dice che sono 50 e qualcun altro 100. Senza contare le scorie finite sotto il mare grazie a un originale e fichissimo sistema di smaltimento realizzato fottendosene di ogni convenzione internazionale (la London Dumping Convention del 1972, il Protocollo di Londra del 1996).

Il sistema si chiama Penetrator, un siluro d'acciaio pieno di scorie radioattive, una nave lo porta in alto mare e lo lascia cadere. Il siluro pesa circa 300 tonnellate e va a fondo alla velocità di 220 chilometri orari, conficcandosi nel fondale marino, dove dovrebbe «resistere» per un milione di anni. Poiché ogni Penetrator è (dovrebbe essere) anche «schedato», grazie a un'antenna fissata sulla coda che trasmette a un satellite il segnale della sua presenza in quel preciso punto del fondale, non dovrebbe essere complicato sapere quanti ce ne sono nel Mediterraneo. Invece non si sa. O, se si sa, è segreto. Nemmeno delle «navi a perdere» si sa quante sono. Non risulta che il governo italiano, nonostante sia stato denunciato alla Commissione europea per i Diritti dell'Uomo, abbia mai finanziato una perizia radiometrica sul contenuto delle navi affondate nel Mediterraneo.

Ma ancora non ha capito l'Europa che qui ci sta da pensare a ben altro!

Un'esempio...i pianisti (la foto in alto)...ovvero quei deputati che votano a due mani, una per il proprio voto e l'altro per l'assenteista di turno, bene, si era proposto di prendere le impronte digitali per evitare questo squallore, ai bimbi rom le hanno prese, per loro no, o meglio facoltative, e a Montecitorio ieri c'era già chi festeggiava.

E il nostro carissimo presidente della Repubblica, afferma dall'Università Ebraica di Gerusalemme:"Crisi senza controllo, le classi dirigenti sono miopi".





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