martedì 30 settembre 2008
La notizia...e l'approfondimento
SOMALIA: PIRATI CIRCONDATI DA NAVI DA GUERRA, CHIESTI 20 MLN DOLLARI
(ASCA-AFP) - Mogadiscio, 29 set -
Controllati a vista da tre navi militari i pirati della Somalia che hanno sequestrato una nave ucraina carica di armi. Una delle imbarcazioni impegnate nell'operazione e' la statunitense USS Howard. Il comandante ha diffuso un comunicato nel quale conferma di tenere nella sua visuale la nave sequestrata, la MV Faina, ancorata al largo della costa somala, nei pressi della citta' di Hobyo.
I pirati, che hanno chiesto un riscatto di 20 milioni di dollari, hanno fatto sapere via telefono satellitare che uno dei membri della crew, composta da 21 persone fra cittadini ucraini e russi, e' morto di cause naturali. Un portavoce del gruppo di sequestratori, Sugule Ali, ha detto di non essere preoccupato per la presenza della nave statunitense e di altre due navi da guerra. ''Non abbandoneremo la nave, ne' ci asterremo dal continuare a chiedere i soldi''.
Secondo le informazioni fornite dal Ministero della Difesa ucraino, a bordo della Mv Faina si trovano 33 carri armati T-72 e altra attrezzatura militare.
Dall'inizio dell'anno, i pirati della Somalia hanno condotto 56 attacchi contro navi straniere, tredici delle quali sono ancora nelle loro mani.
Questa è la notizia, che potrebbe entrare tranquillamente in "Cose da pazzi 2".
Nel 2008 ci sono ancora i pirati, ebbene si.
L'approfondimento è di quei pochi giornalisti che fanno il loro dovere, ovvero dire la verità su avvenimenti/notizie che vengono estromessi/e delle loro cause scatenanti, tante volte per tenere in sordina le vere cause che in un mondo normale non dovrebbero esistere.
Il commento di ANTONIO CAMUSO
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI
Quella che si vuol far passare come una notizia di “normale“ pirateria sulle coste somale nasconde invece un complesso intreccio di interessi tra trafficanti d’armi, lobby dei complessi militar-industriali ed accordi segreti tra paesi come la Russia e l’Ucraina e la stessa NATO.
Mentre ancora non si è spento il putiferio alzatosi tra Russia e NATO a causa della guerra in Georgia e che vede l’Ucraina anch’essa schierata come la Georgia per un ingresso nella NATO e lo stesso governo arancione di Kiev in posizioni antagoniste a Mosca , un piccolo fatto come questo misterioso sequestro fa uscire allo scoperto quelli che sono invece i reali rapporti tra questi paesi e la stessa NATO.
L’analisi del fatto di ANTONIO CAMUSO
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI
Dal Mar Nero sotto gli occhi della flotta NATO e americana giunta a dare dimostrazione di forza alla Russia di Putin, una nave ucraina stipata di carri armati provenienti dall’arsenale russo si dirige attraversando il Mediterraneo, poi, sotto gli occhi della flotta internazionale che pattuglia la zona antistante il Libano, attraversa il Canale di Suez ed infine imbocca il Mar Rosso e l’Oceano Indiano dove vi è un altro pattugliamento NATO senza che a nessuno venga in mente di controllarla e di scortarla a destinazione visto il pericoloso carico.
Una destinazione che sa tutto di un’operazione di triangolazione come quelle che abbiamo conosciuto essere la costante nei traffici di armi: carri russi e di chissà quale altro stato bisognoso di far “cassa” vendendo materiale bellico surplus, imbarcati su nave ucraina, bandiera del Belize, destinazione di sbarco, un porto del Kenya e poi arrivo nel Sud Sudan, dove teoricamente questi pesanti carri armati T72, un gioiello degli anni 70/80 equivalenti ai nostri Leopard dovrebbero cimentarsi in qualche nuova guerra d’Africa.
Insomma un gioiello di triangolazioni ed intrecci come quelli che la giornalista Ilaria Alpi e l’operatore Palmisano, originario di Fasano in provincia di Brindisi, stavano indagando quando furono uccisi proprio a Mogadiscio in Somalia, negli anni 90.
Ancora una volta esce a galla la fratellanza di sangue e di interessi che lega i macellai mondiali, i complessi militar-industriali e dei servizi segreti NATO e Russi: una fratellanza che li trova accomunati a continuare a fomentare le guerre nella disgraziata Africa per poter continuare la rapina delle sue ricchezze in maniera incontrastata.
Per adesso a muoversi è la Russia che oltre a pensare di salvaguardare la pelle e i possibili segreti che i due "misteriosi" russi presenti su quella nave, che in altre situazioni simili si è scoperto essere uomini del KGB, vuol anche assicurarsi che questo proficuo traffico non venga ulteriormente disturbato.
lunedì 29 settembre 2008
mercoledì 24 settembre 2008
Cose da pazzi - Parte prima
Oggi avrei potuto scrivere degli scimpanzé che si riconoscono dal lato B,
http://www.corriere.it/animali/08_settembre_23/scimmie_riconoscono_sedere_f283c3fc-896a-11dd-8235-00144f02aabc.shtml
oppure del volo degli Ibis dall'Austria ad Orbetello
http://www.corriere.it/animali/08_settembre_22/ibis_orbetello_wwf_dbf5b328-88b8-11dd-ae52-00144f02aabc.shtml
ma sinceramente mi sembra di prenderermi in giro da solo, voi che leggete non so, ma il mio pensiero ve lo porgo bello che mangiato..sempre su On quando si tratta di scrivere sul blog. Un pò di notiziole buttate quà e là per render l'idea non fa male, poi per la ricerca della felicità vi aiuto più in là... ci si và assieme appena riesco a farvi una mappa bella dettagliata..ovviamente vi metterò la X rossa ben evidenziata. :-D
Tanto per ricominciare ovviamente da dove da dove? (da 3...)...da Napoli.
Affidano le auto all'abusivo, denunciati 28 avvocati: l'accusa è di favoreggiamento.
Oh Cielo, la polizia municipale ha rinvenuto anche un «cartellone» da tombola, già in parte compilato con nominativi preceduti dal titolo di avvocato, detenuto da uno dei fischietti fermati. Ogni numero veniva venduto al costo di 10 euro.
Alitalia, Veltroni a Berlusconi: «Ecco le proposte del Pd»
Lettera al premier del segretario Pd: «Pronti a collaborare».
Pronti a collaborare???
E fino a ieri???? Mortacciiiii...
Assistenti di volo armare gli scivoli ammaraggio in vista!
Finalmente il commissario straordinario Fantozzi (da non credere!, a questo il cognome non poteva esser più azzeccato, il remake di Fantozzi alla riscossa!) ha deciso ieri di bandire un'asta pubblica per l'acquisizione della compagnia di bandiera italiana.
Era ciò che avrebbe dovuto fare da tempo.
È proprio il caso di dire: "Meglio tardi che mai".
Roma, dopo l'ordinanza di Alemanno contro la prostituzione in strada le giustificazioni dei clienti romani delle prostitute beccati dai vigili che li hanno multati.
C’è chi dice di essersi perso e «di aver bisogno di un’indicazione stradale per tornare a casa». Chi invece di essersi fermato dopo aver pensato che quella ragazza in minigonna all’angolo della strada gli sembrava una parente, una vecchia amica, perfino una ex compagna di scuola.
«Ahò, ma io che c’entro? Sono loro che ci stanno!».
«Che volete? Con mia moglie non vado più. Così mi consolo con queste ragazze…ma le avete viste?»
«Andare con lei mi costava solo 30 euro, ma così diventa troppo caro».
Soltanto in un paio di giorni di controlli, il Comune ha elevato multe per un totale di quasi 30 mila euro, sia alle “lucciole” che ai loro frequentatori.
Camorra, arrivano 500 soldati.
Cinquecento soldati nella terra dei Casalesi. A cinque giorni dalla strage di Castel Volturno, il governo sceglie di inviare anche l'Esercito nel Casertano. Non bastano i 400 tra agenti, carabinieri e finanzieri giunti ieri mattina a Caserta.
Presto sbarcheranno i FANTASTICI QUATTRO della Marvel e Superman.
Soldati...in Afghanistan ce ne sono quanti ?? (almeno 1000), a giorni ne andranno altri laggiù e verranno inviati anche 4 aerei Tornado. Di soldati ne verranno inviati in provincia di Caserta (500) dove dei criminali hanno giocato a "Spara al Nero"...bang bang bang. Gli immigrati di zona...coinvolti è come...7 morti ammazzati...hanno dato vita ad una rivolta...all'inizio mi ha dato fastidio sinceramente ma poi ripensandoci ho immaginato cosa avessero mai potuto fare gli immigrati italiani a New York negli anni -20'-30'-40'-50' via fino ad oggi se Anima Viva li avesse affrontati...MINCHIA...altro che rivolta.
Si crede di dar un indirizzo civico in quelle zone con il mostrar la divisa?
Magari, e dico magari in Afghanistan, lo si credeva...io non ci ho mai creduto...di farlo...in Iraq...guerre perse in partenza...bè la similitudine la si può trovare in entrambi i casi e in posti diversi della terra così lontani...mentre in Finlandia, dove un'ennesima strage è stata compiuta da un 18 enne...le divise e la giustizia ci sono sempre state lì...11 morti ammazzati a scuola.
I Governi invece di cambiare le cose, di riportare dalla radice le cose alla normalità inviano soldati...io...la normalità...voi crediamo in cose ben diverse da queste...sentire cose più normali....meno tragedie e meno morti...meno ingiustizie...risposte più coerenti...più efficaci di queste.
Ci vorrebbe ben altro...scuola , ritornare all' EDUCAZIONE CIVICA. Sviluppo...investire nella ricerca e nell'innovazione...nei giovani. Lavoro...per tutti, ce n'è di lavoro da fare, e tanto. Giustizia...chi sbaglia paga.
Ieri sera sono stato a teatro, un carissimo amico recitava.
Lo spettacolo s'intitolava "Sogni 00".
Otto personaggi smarriti in una sorta di purgatorio per anime disilluse riscoprono con enorme stupore l'affetto per la vita. Tutto ciò che viene detto, viene immediatamente negato con cambi di tensione passando dal comico al tragico, dal grottesco al poetico, dall'epico alla pantomima.
Io non potrei mai credere che i sogni non esistono, senza sogni la vita non avrebbe senso, questi ragazzi e tanti altri che s'impegnano perchè i sogni non smettano mai di esistere sono da ammirare come tutti quelli che fanno qualcosa, non restate lì fermi, ogni piccolo gesto serve.
Grazie a tutti quelli che continuano ad impegnarsi perchè le cose migliorino.
domenica 21 settembre 2008
Il Colore della vita
Una pubblicazione distribuita alle famiglie inglesi scritta dai figli
"Fai come me": gesti minimi per cambiare la vita del pianeta
Il mondo salvato dai bambini
A scuola il libro con i loro consigli
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Come migliorare il mondo con i piccoli gesti. È questa l'idea lanciata da un'organizzazione ambientalista britannica, che si è rivolta a un gruppo di esperti particolari per tradurla in pratica: i bambini. Il movimento ecologista "We are what we do" (Siamo quello che facciamo), già noto per avere lanciato la campagna per l'eliminazione delle sporte di plastica nel Regno Unito, ha raccolto per un anno i consigli di migliaia di scolaretti su modi pratici per cambiare le cose sul nostro pianeta.
Piccoli gesti, apparentemente senza importanza, che però sommati tutti insieme potrebbero modificare radicalmente il nostro stile di vita. Ora quei suggerimenti sono stati raccolti in un libro, "Teach your granny to text & other ways to change the world" (Insegna alla nonna a scrivere i messaggini, e altri modi per cambiare il mondo), che verrà inviato gratuitamente a tutte le scuole della Gran Bretagna, affinché sia discusso in classe e, magari, anche dai bambini con i genitori quando tornano a casa. I consigli sono estremamente semplici: fare sorridere qualcuno; chiedere al papà di fare una passeggiata insieme; imparare il linguaggio dei segni; far crescere in giardino qualcosa che poi si mangerà; non cantare sotto la doccia (per risparmiare tempo e acqua: la doccia media dura sette minuti per 35 litri d'acqua, mentre basterebbero due minuti per lavarsi - se tutti i bambini di una sola classe facessero così, in un anno risparmierebbero abbastanza acqua da riempire una piscina olimpionica). E ancora, fare un sacco di complimenti a tutti; non ricaricare il telefonino tutta la notte; leggere un libro insieme a un amico; guardare più attentamente ciò che ci circonda; e, come dice il titolo, insegnare alla nonna a scrivere messaggini sul cellulare.
Nell'introduzione al libro, gli attivisti di "We are what we do" affermano: "Il nostro obiettivo è unire la gente e dimostrare come, facendo ricorso a semplici azioni nella vita di tutti i giorni, possiamo creare un'atmosfera globale migliore. Basta fare qualcosa, anche una piccola, tutti insieme, per poter ottenere grandi cambiamenti". Il libro si rivolge poi ai bambini, dicendo loro: "Voi avete dei super poteri. Non sono eccitanti come la visione a raggi X o la capacità di volare o qualche altra incredibile magia dei supereroi del cinema. In effetti sono superpoteri piuttosto normali, ordinari, quelli di cui voi disponete. Ma potete usarli per cambiare le cose sulla terra. Come il surriscaldamento climatico, il bullismo, i diritti degli animali, e il perché non si vede più nessuno che sorride". L'idea di raccogliere i consigli dei bambini è nata un anno fa, quando l'organizzazione ecologista inviò alle scuole del regno un modulo da far compilare agli alunni in risposta alla domanda "che cosa chiederesti di fare a un milione di persone per cambiare il mondo?" e fu ben presto invasa di risposte. Tra cui quella di una bambina di dieci anni di nome Erica che suggeriva di insegnare ai nonni a messaggiare: il consiglio che ha dato origine al titolo.
(21 settembre 2008)
giovedì 18 settembre 2008
The World Is Yours
Pitturare le città di biancoper raffreddare il mondo
La prima a tentare l'esperimento è la California, dove sarà obbligatorio dal 2009
Il principio di fondo di questa possibile misura per combattere il cambiamento climatico è tanto semplice (da secoli le case dei paesi caldi sono tinteggiate di bianco) quanto scientifico. Le superfici chiare hanno infatti il potere di esaltare l'albedo terrestre, ovvero la quantità di radiazioni solari che vengono riflesse indietro. Lo stesso Ipcc, l'organismo scientifico istituito dall'Onu per monitorare e contrastare il riscaldamento globale, ha più volte denunciato come lo scioglimento dei ghiacci ai poli rischia di far accelerare la crescita delle temperature proprio per il venir meno della loro fondamentale capacità riflettente. Del problema si sta occupando da anni anche un gruppo di studiosi italiani dell'Università di Perugia che per dare forza alle loro conclusioni hanno realizzato anche un prototipo da laboratorio che riproducendo gli scambi di calore per irraggiamento tra Sole, Universo e Terra permette di valutare la dipendenza della temperatura della superficie terrestre al variare dalla sua albedo. Ma non tutti sono convinti che per intervenire contro il riscaldamento globale siano sufficienti pennello e vernice. Vincenzo Artale, oceanografo dell'Enea e membro italiano dell'Ipcc, chiarisce di non aver letto i dettagli dello studio, ma esprime qualche dubbio di carattere generale. "In principio è tutto giusto - spiega - è come simulare delle superfici ghiacciate, nel tentativo di sostituire quelle che si stanno sciogliendo. Ma subito mi viene in mente un problema: queste superficie potrebbero essere costruite in città, alla medie latitudini, al livello del mare. E tutto questo ne attenuerebbe molto l'effetto globale, ossia molta dell'energia che mandi su ti torna indietro per via dell'atmosfera più spessa, della maggiore presenza di nuvole e inquinamento e altri motivi ancora". Se su scala globale la validità del sistema pare ancora da valutare con attenzione, più facile immaginare un'efficacia del provvedimento su scala locale, per tagliare i costi energetici legati al condizionamento delle abitazioni e ridurre il cosiddetto effetto "isola di calore", ovvero il fenomeno che porta le temperature dei centri abitati a essere stabilmente superiori di qualche grado a quelle registrate fuori dai centri abitati. E' per questo che lo Stato della California, nell'ambito del suo pacchetto di norme per l'efficienza energetica in edilizia, con un provvedimento del 2005 ha stabilito che tutti le coperture piatte delle strutture commerciali debbano essere di colore bianco e che a partire dal prossimo anno i tetti di tutti gli edifici, sia residenziali che commerciali, sia piatti che spioventi, debbano essere realizzati con materiali riflettenti.
mercoledì 17 settembre 2008
Dai il meglio di te
Allarme Fao: «Alimentari alle stelle, gli affamati aumentano: 925 milioni»
Servono 30 miliardi di dollari all'anno per sfamare il pianeta, un decimo dei sostegni agricoli dei Paesi ricchi
ROMA - Le persone sottoalimentate nel mondo sono aumentate in un anno di 75 milioni, arrivando alla cifra di 925 milioni, a causa dell'aumento dei prezzi degli alimentari. È l'allarme lanciato dal direttore generale della Fao, Jacques Diouf, in un'audizione al Senato davanti alle commissioni congiunte Esteri e Agricoltura di Camera e Senato, sugli esiti del vertice dello scorso giugno a Roma organizzato dall'agenzia Onu.
PREZZI - L'incremento del 50% degli alimentari nei primi sette mesi dell'anno fa seguito infatti all'aumento del 12% tra il 2005 e il 2006, e del 24% nel 2007, ha spiegato Diouf. Nonostante le più favorevoli previsioni per la produzione globale di cereali, che dipenderà dall'aumento delle superfici coltivate soprattutto in Russia, secondo la Fao i prezzi resteranno ancora sostenuti per diversi anni e nei Paesi poveri la crisi alimentare continuerà.
INVESTIMENTI - Quindi per far fronte alla grande domanda alimentare serviranno 30 miliardi di dollari all'anno per raddoppiare la produzione alimentare utile a sfamare i 9 miliardi di persone che si prevede abiteranno il pianeta (oggi sono circa 6,7 miliardi). Si tratta di una «cifra assai modesta se messa in rapporto con il sostegno che i Paesi Ocse danno al proprio settore agricolo, che ammonta a 376 miliardi di dollari, e con le spese per gli armamenti che hanno raggiunto nel 2006 i 1.204 miliardi di dollari», ha aggiunto Diouf.
PROMESSE - Diouf ha poi rivolto un appello all'unità della comunità internazionale che, in occasione del vertice di Roma, ha annunciato risorse per un totale di 11 miliardi di dollari. Se si aggiungono i contributi promessi prima e dopo la conferenza, l'ammontare complessivo è di circa 23 miliardi di dollari. «Molte di queste promesse, però, devono ancora concretizzarsi», ha chiarito il direttore generale della Fao.
ITALIA GENEROSA - Diouf ha riconosciuto il ruolo di Paese donatore dell'Italia, tra i più attivi contro l'emergenza alimentare mondiale. «L'Italia quest'anno è uno dei Paesi che ha più contribuito ai fondi fiduciari della Fao: dei 100 milioni di euro annunciati nel 2002 ne sono stati versti 87. I finanziamenti italiani hanno permesso di realizzare 29 progetti in 41 Paesi, oltre a progetti regionali in 15 Paesi della Comunità dei Caraibi e in 15 nel Pacifico».
17 settembre 2008
martedì 16 settembre 2008
Insicurezza
giovedì 11 settembre 2008
11 Settembre 2001
mercoledì 10 settembre 2008
La particella di Dio
Iniettati i primi fasci di protoni: le collisioni nei prossimi giorni
"E' andato tutto come previsto"
Il Large Hadron Collider
GINEVRA - L'acceleratore è stato attivato e tutto è andato come previsto: nessuna apocalisse all'orizzonte. L'esperimento preliminare del Lhc (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra è partito come da programma poco dopo le 9 e 30, con l'obiettivo di verificare il funzionamento del più grande acceleratore di particelle del mondo, costato oltre 6 miliardi di euro. Per "vedere" i primi protoni scontrarsi tra loro e ricreare così le condizioni del Big Bang, bisognerà invece aspettare qualche giorno, mentre la piena efficenza del Lhc sarà raggiunta solo nel 2009.
La prova. Nel test di oggi per la prima volta un fascio di particelle, composto da un miliardo di protoni, ha percorso interamente l'anello di 27 chilometri, senza però essere "accelerato" dai magneti superconduttori e quindi con una velocità inferiore a quella prevista per gli esperimenti, che sfiora quella della luce. La prova preliminare procederà con l'iniezione di un altro fascio in direzione opposta, utile perchè si possa verificare la perfetta percorribilità del tunnel in entrambi i "sensi di marcia".
Durante l'esperimento si è osservato anche un "lampo", creato dall'interazione tra i protoni del fascio e quelli del gas rimasto nell'acceleratore.
Le reazioni. Il direttore del Cern Robert Aymar esulta. "Abbiamo due emozioni: la soddisfazione per aver completato una grande missione e la speranza di grandi scoperte davanti a noi''.
Glio fa eco il presidente del Cnr ed ex direttore del Cern, Maiani: "Il test di oggi è estremamente importante. Con Lhc si apre una nuova generazione di macchine, inoltre - precisa - il principio delle collisioni che oggi viene applicato con Lhc è stato inventato in Italia negli anni '60, a Frascati, nell'anello dell'acceleratore Ada da un fisico austriaco che all'epoca si era trasferito a fare ricerca da noi".
Sottolinea il contributo italiano anche il presidente dell'istituto nazionale di fisica nucleare Roberto Petronzio: "E' una svolta per la scienza, oggi comincia un nuovo percorso e i 600 fisici italiani che hanno collaborato all'esperimento potranno dire di esserci stati".
Il problema tecnico. Nella notte, durante i preparativi per il test della mattina, il Cern aveva comunicato che erano stati rilevati alcuni "piccoli problemi elettrici", che non hanno tuttavia impedito lo svolgimento dell'esperimento preliminare.
I prossimi esperimenti. Nei prossimi giorni verranno iniettati nuovi fasci di protoni, che verranno poi accelerati e fatti scontrare. Sono 4 gli esperimenti principali su cui si concentreranno i circa 3.000 fisici coinvolti nel progetto: Atlas e Cms daranno la caccia al bosone di Higgs, la cosiddetta "particella di Dio" che ha dato massa a tutte le altre, Lhcb studierà le differenze tra materia e antimateria, mentre Alice si occuperà dello stato della materia nei primi istanti dell'universo.
(10 settembre 2008)
Ecco come funziona
martedì 9 settembre 2008
Come ci vede la stampa estera 4
tratto da www.antoniodipietro.it
9 Settembre 2008
Querele elettorali
Il nostro primo ministro Silvio Berlusconi deve pagare 25.000 euro di spese processuali al settimanale britannico l'Economist secondo quanto deciso dal tribunale di Milano. La notizia è passata in sordina. Delle nostre testate nazionali, Repubblica ne ha fatto timidamente menzione a pagina 13 lo scorso 6 settembre affiancando la notizia alla foto del Presidente del consiglio che abbraccia campioni olimpici e delira dicendo di averci salvato dal ritorno del comunismo. Le altre testate il silenzio, nel timore di rompere il clima idilliaco tra governo e ombra di governo. Certamente ad Emilio Fede la notizia nessuno l'ha detta, agli altri Tg forse è sfuggita.
Il 26 aprile 2001 in un articolo copertina dal titolo "Perchè Berlusconi non è adatto a guidare l'Italia"(leggi l'articolo tradotto) si criticava il futuro Presidente del consiglio per essere al centro di un conflitto di interessi, si analizzava il suo impero commerciale e si numeravano i processi in corso contro di lui. Silvio Berlusconi allora partì all’attacco con una querela per diffamazione. Si trattava di un'edizione pubblicata poco prima delle elezioni che alla fine vinse. Poco importa che la querela non avesse alcun fondamento, servì a fare campagna elettorale, a mostrare i muscoli agli italiani. Anche a costo di una figuraccia internazionale dopo 7 anni, tanto, avrà pensato gli italiani dimenticano e i media aiuteranno a non ricordare. El Pais, lo stesso Economist, Reuters e altre fonti internet però la notizia la hanno riportata signor Presidente.
Gli argomenti dell'Economist rientrano pienamente nel "libero ed insindacabile esercizio del diritto di manifestazione del pensiero riconosciuto e tutelato dall'art.21 Cost.", ha scritto il giudice nella sentenza del 26 agosto di quest'anno (leggi la sentenza).
La gravità della querela depositata nel luglio 2001 da Silvio Berlusconi non è la sentenza dall'esito scontato leggendo l'articolo in questione, ma il fatto che debba essere un giudice a ricordare a colui che di lì a poco sarebbe diventato Presidente del Consiglio, e che oggi dopo 7 anni lo è nuovamente, cos'è l'articolo 21.
Attendiamo il ricorso preannunciato dal nostro Presidente del Consiglio ricordandogli che la stampa degli altri paesi occidentali non è quella della mitraglia mimata nella visita dell'ex premier sovietico Vladimir Putin e che la magistratura italiana non è ancora malleabile come il ministro della (sua) giustizia Angelino Alfano.
Una storia italiana
[The Economist]
Ci si aspetta che Silvio Berlusconi, l’imprenditore più ricco d’Italia, venga eletto nuovamente Presidente del Consiglio, dopo le elezioni del mese prossimo. Tuttavia, è ancora bloccato in una serie di battaglie legali. Le sue compagnie hanno utilizzato denaro proveniente da fonti non rintracciabili - ed è persino accusato di legami con la Mafia.
Il 20 aprile [2001, N.d.R.] in una spoglia aula di tribunale di Milano, tre giudici si sono riuniti per l’udienza di un importante processo. Il caso riguardava l’accusa di corruzione di giudici. Affissa alla porta c’era la lista degli imputati. Il primo nome era quello di Silvio Berlusconi.
Questo caso illustra in maniera vivida come Berlusconi non si sia lasciato alle spalle i propri problemi con la giustizia. Poco prima di diventare Presidente del Consiglio per la prima volta, a maggio 1994, il suo impero commerciale, Fininvest, fu indagato nell’ambito dell’inchiesta “Mani Pulite”. Questa operazione, lanciata dai magistrati di Milano nel 1992, ha smascherato le radici profonde della corruzione nella politica, nella burocrazia e nelle imprese italiane.
Quando Berlusconi ha fondato il suo partito politico, Forza Italia, nel 1993, poco si sapeva dei suoi metodi nel fare affari. Si proponeva agli italiani come l’uomo che si è fatto da sé e che ha costruito un potente impero televisivo spezzando il monopolio della televisione di stato italiana, la RAI. Raccontò loro di rappresentare un taglio netto con il passato corrotto del paese.
Dal 1994, tuttavia, i magistrati hanno indagato su molte accuse mosse contro Berlusconi, incluso il riciclaggio di denaro sporco, l’associazione mafiosa, l’evasione fiscale, il concorso in omicidio e la corruzione di politici, magistrati e Guardia di Finanza. Berlusconi, che nega vigorosamente tutte le accuse, sostiene che giudici di sinistra dominino la magistratura, e che Mani Pulite era mossa da intenti politici. Come c’era da aspettarsi, i suoi più stretti alleati fanno eco a queste affermazioni. “Berlusconi è stato perseguitato dall’inizio del 1993. C’è del marcio nel sistema giudiziario” ha detto Fedele Confalonieri, amico di vecchia data e presidente di Mediaset, il gruppo televisivo di Fininvest.
Un anziano giudice britannico, Lord Simon Brown, nel 1996 ha espresso un’opinione piuttosto diversa. Il caso riguardava un tentativo fallito di Berlusconi di impedire che i magistrati italiani mettessero le mani su alcuni documenti sequestrati dal Serious Fraud Office britannico [Ufficio contro le frodi gravi, N.d.T.]. I magistrati avevano bisogno di quei documenti come prova, in un processo sul finanziamento illecito ai partiti, mentre Berlusconi sosteneva che l’accusa aveva intenti politici. “Si è trattato di un uso improprio del linguaggio” ha detto Lord Brown “attribuire “scopi politici” all’operato dei magistrati o definire il loro atteggiamento nei confronti di Berlusconi “una persecuzione politica”; (…) la magistratura sta dimostrando (…) equità nel trattare i politici di ogni schieramento. E’ in un certo senso ironico che tutti vogliano essere considerati imputati politici per reati commessi in parte quando Berlusconi stesso era al potere. (…) Non posso proprio considerare “prigionieri politici” (…) coloro che agirono attivamente nella corruzione politica.”
Ma Berlusconi ha una seconda linea di difesa. “L’Italia non è un paese normale. Perfino un’anomalia come Berlusconi deve essere compresa all’interno del contesto italiano. Non ha fatto nulla di peggio di qualunque altro imprenditore italiano” dice Confalonieri.
Di fatto, molti italiani, e non tutti di destra, sono d’accordo. Berlusconi, dicono, ha fatto quello che tutti gli uomini d’affari hanno dovuto fare per farsi strada: pagare chiunque fosse stato in grado di dare una mano, compresi politici e magistrati. Sostengono che la colpa di Berlusconi sia semplicemente di essere più intelligente e di essersi arricchito di più dei suoi rivali. D’altra parte, aggiungono, cosa facevano gli stessi magistrati prima di Mani Pulite, quando erano notoriamente inattivi nel perseguire pezzi grossi?
Altri non sono d’accordo. “E’ andato oltre al limite accettabile nel fare affari in Italia” ha commentato un importante banchiere italiano.
Gli ingranaggi della giustizia
Tre sono le cose necessarie per capire appieno il contesto della selva giudiziaria di Berlusconi. Prima di tutto, in seguito ad un’accusa di reato, in Italia il magistrato ha l’obbligo di esercitare l’azione penale. Le indagini possono durare fino ad un massimo di due anni senza che ci sia un’accusa formale. In secondo luogo, una volta formalizzata l’accusa, il sistema giudiziario si muove lentamente: un processo può durare anni, così come il processo d’appello. Infine, l’imputato non è considerato colpevole fino alla sentenza finale.
Berlusconi non ha nessuna condanna definitiva per ora, ma solo tre dei nove processi contro di lui hanno raggiunto la sentenza finale. Nell’unico caso in cui si conosce la sentenza finale, riguardo finanziamenti illeciti a politici, il tribunale non l’ha dichiarato innocente. Ha confermato la sentenza d’appello che, a causa del lasso di tempo trascorso, aveva applicato la prescrizione. Per il codice penale italiano, questa estingue di fatto il reato.
Tutti i problemi di Berlusconi nascono dalla sua carriera di imprenditore, che è iniziata negli anni ‘60. Quando è entrato in politica, ha abbandonato la direzione di tutte le compagnie Fininvest eccetto il Milan, la squadra di calcio. Tuttavia, continua a detenere il controllo maggioritario delle azioni e almeno uno dei suoi due figli più grandi siedono nel Consiglio di Amministrazione di tutte le compagnie dell’impero.
La struttura di quell’impero non è nota neppure ora ed è stata addirittura più oscura in passato. Ventidue proprietà finanziarie, ognuna della famiglia Berlusconi, controllano il 96% della proprietà maggiore, Fininvest.
LA TABELLA DELLE ACCUSE: i processi di Berlusconi in Italia. Fonte: The Economist [aggiornati al 2001, N.d.R.]
Processo | Data | Accusa | Esito | Condanna | Primo Appello | Secondo Appello |
All Iberian | 1996 - 1999 | Finanziamento illecito ai partiti | Colpevole | 28 mesi di carcere | Prescritto ŧ | Prescritto ŧ |
Fininvest e altro | 1996 - 2000 | Quattro accuse di corruzione; tangenti a pubblico ufficiale | Colpevole | 33 mesi di carcere | Prescritto per 3 capi d’accusa ŧ. Assolto per il quarto | In corso |
Medusa | 1997 - 2000 | Falso in bilancio | Colpevole | 16 mesi di carcere | Assolto | Non ancora di pubblico dominio |
Villa Macherio | 1998 - 1999 | Appropriazione indebita; frode fiscale; falso in bilancio | Prescrittoŧ | | Beneficiato dell’indulto | |
Holding Fininvest | 1998¹ | Falso in bilancio | In corso | | | |
Mondadori | 2000² | Corruzione giudiziaria | Prosciolto § | | | |
Acquisto del calciatore Lentini | 2001 | Falso in bilancio | | | | |
SME | 2000 | Corruzione giudiziaria | In corso | | | |
Gruppo Fininvest | ³ | Falso in bilancio | | | | |
Telecinco (Spagna) | | Frode fiscale; violazione della legge antitrust | Indagini preliminari in corso | | | |
Legenda:
¹ Il processo è ri-iniziato per la terza volta nel marzo 2001
² Udienza preliminare
³ I PM hanno fatto richiesta di rinvio a giudizio
ŧ Il codice penale italiano prevede che la decorrenza dei termini di giudizio (prescrizione) estingue il reato.
§ I PM sono ricorsi in appello. In corso.
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La maggiore risorsa di Fininvest è senza dubbio il pacchetto maggioritario di Mediaset, del valore di 13,1 miliardi di lire [nel 2001, N.d.T.]. La televisione terrestre in Italia è dominata da due gruppi: Mediaset e la statale RAI. Tra loro, le tre reti di Berlusconi (Canale 5, Italia 1 e Retequattro) dominano il 43% dell’audience nazionale e oltre il 60% dei contratti pubblicitari.
La televisione è solo una parte dell’impero mediatico di Berlusconi. Possiede la quota di maggioranza in un’altra compagnia quotata in Borsa, la Mondadori, che è il gruppo editoriale più grande d’Italia. La sezione libri controlla il 30% circa del mercato nazionale; la sezione periodici, con circa 50 titoli, ne controlla il 38%. La famiglia Berlusconi possiede inoltre uno dei più importanti quotidiani nazionali, Il Giornale.
Fininvest possiede anche il 36% di Mediolanum, una compagnia di servizi finanziari in rapida espansione fondata da Ennio Doris nel 1982 con l’appoggio finanziario di Berlusconi. Mediolanum e’ entrata in Borsa nel 1996. E Fininvest possiede un gruppo di compagnie in perdita, come il portale internet Jumpy, lanciato proprio quando la bolla informatica stava per scoppiare, e Pagine Utili, una compagnia di elenchi telefonici in difficoltà.
LA SITUAZIONE DELL’IMPERO: le proprietà della Fininvest.
Compagnia | Settore | Percentuale posseduta da Fininvest | Percentuale della Fininvest per capitalizzazioni del mercato± | Profitti in miliardi di lire§ |
Mediaset* | televisione | 48.3 | 13.1 | 4,576.6 |
Mediolanum* | servizi finanziari | 36.2 | 6.7 | 3,630.5 |
Mondadori* | editoria | 50.3+ | 2.7 | 2,870.8 |
AC Milan | calcio | 99.9 | - | 237.7 |
Medusa | film | 100.0 | - | 220.7 |
Blockbuster Italia | video noleggio | 51.0 | - | 156.0 |
Pagine Italia | elenchi telefonici | 100.0 | - | 146.9 |
Edilnord | edilizia | 63.3 | - | 114.5 |
Newmedia | internet | 100.0 | - | 0.9 |
Legenda:
* Compagnie quotate
+ Di azioni ordinarie
± 24 Aprile 2001
§ Anno 2000 per le compagnie quotate; anno 1999 per le compagnie private
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La pista dei soldi
Berlusconi si è fatto le ossa come costruttore edile a Milano e dintorni. Alla fine degli anni ‘60 ha avuto l’idea di creare Milano 2, una città-giardino con 3500 appartamenti. Fu costruita nella periferia est di Milano sotto la scia degli aerei in partenza dal vicino aeroporto di Linate. L’area divenne ancora più appetibile quando il traffico aereo fu misteriosamente spostato sopra ad altre zone residenziali.
Questo non è l’unico mistero. Compagnie in Svizzera, dove è impossibile risalire al beneficiario reale in caso di prestanomi, hanno immesso 4,1 miliardi di lire (33,5 miliardi di lire al valore del 2001) di capitale nelle compagnie italiane responsabili di Milano 2. Di conseguenza, sulla carta, il progetto non era di proprietà di Berlusconi, ma di terzi anonimi.
Funzionari della Banca d’Italia sospettavano che dietro alle compagnie svizzere ci fosse Berlusconi. A quel tempo, tenere capitale all’estero all’insaputa delle autorità era un reato previsto dal codice penale. Una squadra della Guardia di Finanza, capeggiata da Massimo Berruti, indagò nel 1979, ma concluse che Berlusconi non fosse il reale beneficiario delle compagnie svizzere, nonostante le prove che Berlusconi avesse personalmente garantito prestiti bancari alle compagnie italiane. Il capo di Berruti firmò la relazione ufficiale. Come Berlusconi, anche lui apparteneva alla famigerata loggia massonica P2. Immediatamente dopo questa indagine, Berruti lasciò la Guardia di Finanza e divenne un avvocato di Berlusconi. Ora è membro parlamentare di Forza Italia.
Milano 2 ha visto nascere l’impero televisivo di Berlusconi. Nel 1978, egli lanciò un canale via cavo per Milano 2, chiamato Telemilano. Il progetto divenne assai più ampio. L’ambizione di Berlusconi era di sfidare il monopolio RAI sui contratti pubblicitari televisivi, per i quali vi era un’impennata di richieste. Telemilano diventò Canale 5 nel 1980.
C’era un grande ostacolo: solo la RAI poteva trasmetter su territorio nazionale. Sebbene la televisione commerciale privata mancasse per la maggior parte di regolamenti, una sentenza di tribunale del 1980 permise ai canali privati di trasmettere solo su scala locale. Ma Berlusconi trovò presto il modo di aggirare la sentenza. Acquistò programmi, soprattutto film e soap opera americani, e li offrì a prezzi ridotti alle piccole stazioni televisive regionali. Berlusconi ricavò i guadagni delle inserzioni pubblicitarie precedentemente registrate. Tutte le stazioni che trasmettevano sul circuito Canale 5 si accordarono per trasmettere gli stessi programmi agli stessi orari. In questo modo, Berlusconi si assicurò il pubblico su scala nazionale.
Come ha fatto Berlusconi a finanziare il suo nascente impero televisivo? In parte attraverso prestiti bancari. Ricevette un grosso aiuto dalle banche pubbliche, che fornirono prestiti maggiori di quello che Fininvest sembrava meritare. Ma il resto non è per niente chiaro. Nel 1978, anno di nascita del suo gruppo televisivo, Berlusconi formò 22 holding finanziarie che controllano Fininvest. Dal 1978 al 1985, 93,9 miliardi di lire di allora (387 miliardi di lire nel 2001) presumibilmente provenienti da Berlusconi sono confluiti nelle 22 compagnie.
Nel 1997, un finanziere con legami mafiosi ha accusato Berlusconi presso magistrati siciliani, per aver usato 20 miliardi provenienti dalla Mafia per costruire il suo impero televisivo. I magistrati chiesero alla Banca d’Italia di aiutare la procura anti-Mafia nelle indagini. Due funzionari trascorsero 18 mesi rastrellando gli azionisti e i dati bancari e finanziari delle 22 compagnie. L’Economist ha una copia dei loro rapporti: oltre 700 pagine. Le due scoperte principali sono sconcertanti.
La prima è la mancanza di trasparenza di Berlusconi riguardo alle due compagnie fiduciarie che ha creato come detentori formali delle sue azioni nelle 22 compagnie. Le società fiduciarie erano affiliate alla Banca Nazionale del Lavoro (BNL), una banca importante. Berlusconi ha immesso i soldi nelle compagnie non attraverso BNL, bensì attraverso due banche italiane poco conosciute. In questo modo, le compagnie fiduciarie di BNL non sapevano con chiarezza la provenienza ultima di questi fondi. Nel 1994, i manager di BNL erano così preoccupati da questo fatto che eseguirono due ispezioni sui rapporti di BNL con le 22 compagnie. Queste ispezioni hanno rivelato ulteriori anomalie, come ad esempio la vendita di azioni ufficializzata unicamente dalla parola di Berlusconi, senza alcuna documentazione formale. Per esempio, quando vendette le azioni di una delle società ad una fiduciaria Fininvest per 165 miliardi di lire, i fondi non passarono assolutamente attraverso le compagnie fiduciarie. Di conseguenza, non avevano idea di come, o addirittura se, il compratore avesse pagato le azioni.
La seconda scoperta è che le fonti che hanno finanziato le 22 compagnie non posso essere rintracciate. Tre sono le ragioni. Primo, 29,7 miliardi di lire erano stati pagati in contanti, o con disponibilità liquide. Secondo, gli investigatori non avevano trovato alcuna documentazione nell’archivio delle due compagnie fiduciarie, delle banche o delle società che giustificasse 20,6 miliardi di lire. Terzo, Berlusconi era solito far muovere i soldi in maniera circolare.
Perché Berlusconi operava in questo modo? Gli investigatori erano esterrefatti. Una compagnia, Palina, presumibilmente di terzi, aveva mandato 27,7 miliardi di lire alle compagnie fiduciarie, che avevano poi girato questa somma alle società. Da lì, i fondi arrivarono a Fininvest, e poi, attraverso una affiliata della Fininvest, tornarono a Palina. Tutte queste transazioni avvennero lo stesso giorno nella stessa banca. Gli investigatori scoprirono che dietro a Palina c’era Berlusconi. Aveva utilizzato un 75enne colpito da infarto come prestanome. Poco dopo questa transazione, Palina fu liquidata. I suoi libri contabili erano intonsi.
Perciò, la vera provenienza dei 93,9 miliardi di lire che arrivarono nelle casse delle 22 holding nel periodo 1978-1985 rimane un mistero che solo Berlusconi può svelare. Gli abbiamo mandato una richiesta per iscritto, ma si è rifiutato di rispondere. Una lettura attenta dei rapporti suggerisce che l’ipotesi del riciclaggio di denaro non può essere esclusa. Banca Rasini, una delle piccole banche utilizzate da Berlusconi e in passato datore di lavoro di suo padre, salta fuori nelle inchieste per riciclaggio di denaro negli anni ‘80. Ma gli investigatori dell’anti-Mafia non riuscirono a trovare le prove per sostenere le accuse che avevano dato il via alle loro ricerche. Ovviamente sperarono di produrre un secondo rapporto, ma il limite di tempo per le indagini fu raggiunto.
Un amico è sempre un amico
Dopo aver acquistato i privati che gli facevano maggior concorrenza, Italia 1 nel 1983 e Rete 4 nel 1984, Berlusconi si era assicurato il monopolio virtuale della televisione privata. Per aggirare la legge e trasmettere su scala nazionale, aveva bisogno dell’aiuto dei suoi amici politici. Nessuno lo aiutò maggiormente di Bettino Craxi, il quale era diventato leader del partito socialista bel 1976 e Presidente del Consiglio nel 1983. Berlusconi, attraverso due dei sue canali maggiori, offriva una potente arma politica.
Ad ottobre 1984, ufficiali in svariate città italiane chiusero le sue stazioni televisive perché trasmettevano illegalmente. Questo rappresentava un potenziale disastro per Fininvest, pesantemente indebitata. Nel giro di pochi giorni, Craxi, morto in Tunisia nel 2000 dopo essere stato condannato “in absentia” all’incarcerazione per corruzione, firmò un decreto legge che permetteva ai canali di Berlusconi di restare in onda. Dopo qualche scaramuccia parlamentare, il decreto divenne legge. Il decreto Craxi non prendeva provvedimenti contro la concentrazione di proprietà. Neppure la legge Mammì (dall’allora Ministro delle telecomunicazioni Oscar Mammì), creata nel 1990. Fatta su misura per i bisogni di Berlusconi e dei suoi tre canali nazionali, prevedeva che nessun gruppo potesse possedere più di tre dei 12 canali che sarebbero stati dati in licenza. Il governo di coalizione di allora, che dipendeva pesantemente dal partito socialista di Craxi, approvò questa legge nonostante 5 ministri avessero rassegnato le dimissioni in segno di protesta. Di fatto, questa legge sanciva il duopolio tra Mediaset e RAI. Nel 1991 e nel 1992 Berlusconi versò un totale di 23 miliardi di lire sui conti offshore di Craxi da una parte clandestina dell’impero Fininvest, conosciuta come All Iberian.
Seguendo le piste delle indagine che partivano dai conti bancari di Craxi, i magistrati scoprirono una fitta rete di compagnie Fininvest nascoste, incorporate nei paradisi fiscali delle Isole Vergini e le Channel Islands. Queste compagnie non figuravano come affiliate al gruppo Fininvest. Secondo i magistrati, Berlusconi nel 1993 aveva firmato una lettera per i propri controllori nella quale dichiarava falsamente quelle compagnie come non facenti parte del gruppo Fininvest.
I PM dicono di aver scoperto una vasta frode internazionale, perpetrata per volere di Berlusconi, al fine di convogliare fondi molto consistenti da Fininvest verso compagnie segrete in paradisi fiscali. Secondo loro Fininvest ha utilizzato diverse stratagemmi finanziari fraudolenti. Le compagnie offshore, sostengono i PM, hanno utilizzato questi fondi per ogni genere di attività illegale, come ad esempio per comprare, attraverso terzi, azioni delle compagnie del gruppo Fininvest, apparentemente con l’intenzione di gonfiare il prezzo delle stesse. Che questa operazione fosse una farsa risultava evidente dal fatto che le azioni, della tipologia “al portatore”, rimasero tutto il tempo nelle mani dello stesso fiduciario.
Un compratore vero di azioni al portatore di una compagnia quotata in borsa difficilmente le lascerebbe in custodia alla stessa persona utilizzata dal venditore.
Interessi nei paradisi fiscali
Un altro pilastro dell’accusa è che le compagnie offshore venissero utilizzate per accumulare pacchetti azionari segreti delle compagnie televisive in Italia e in Spagna. I PM dicono di essere in possesso di prove schiaccianti. La legge Mammì esigeva che Berlusconi vendesse il 90% del proprio pacchetto Telepiù, una rete televisiva a pagamento da lui fondata nel 1990. Nonostante ciò, secondo l’accusa, Berlusconi ha mantenuto il controllo della sua parte fino al 1994 attraverso le sue compagnie offshore. Stipulò contratti con i suoi soci in modo che essi gli facessero da prestanome. Questi contratti prevedevano che, nonostante la proprietà legale delle azione passasse agli investitori, le società offshore di Berlusconi rimanessero i reali beneficiari.
I magistrati scoprirono anche una simile operazione sospetta riguardante il 52% delle azioni di Telecinco, un canale televisivo spagnolo. In quel periodo, la legge antitrust spagnola vietava a chiunque di possedere più del 25% di questo tipo di compagnie. Baltasar Garzon, magistrato spagnolo anti-corruzione, vuole che venga tolta l’immunità parlamentare di cui Berlusconi gode in quanto membro del Parlamento Europeo. A quanto pare sembra che dovrà aspettare ancora del tempo. Per otto mesi, i Ministeri spagnoli degli esteri e di giustizia sono stati protagonisti di una strana disputa su chi spettasse presentare la richiesta al Parlamento Europeo.
Berlusconi è ora sotto processo per falso in bilancio della società Fininvest. Il falso in bilancio serviva per mascherare tutte le altre azioni illegali di cui è accusato. Il falso in bilancio è un reato grave in Italia, punibile con un massimo di 5 anni di carcere [è stato successivamente depenalizzato dal governo Berlusconi nel 2002, N.d.R.]. I magistrati hanno fatto richiesta per aprire un nuovo fascicolo, con le stesse gravi accuse di falso in bilancio, riguardo i conti di gruppo di Fininvest.
Tuttavia, Berlusconi potrebbe essere all’opera per trovare un modo di mettersi in salvo. Il 17 marzo [2001, N.d.R.] ha dichiarato ad un incontro con gli imprenditori che il suo governo, se eletto, avrebbe preso provvedimenti per depenalizzare la maggior parte dei casi di falso in bilancio. Ne consegue che il lavoro dei magistrati potrebbe risultare vano. Tuttavia, nonostante non siano riusciti a risalire alla destinazione finale delle decine di miliardi partiti da varie parti dell’impero offshore segreto di Berlusconi, hanno scoperto dove sono finiti alcuni pagamenti.
Berlusconi ha ottenuto il controllo di Mondadori, il gruppo editoriale, nel 1991 a seguito di una dura battaglia con Carlo De Benedetti, un ricco imprenditore incarcerato brevemente nel periodo di Mani Pulite. Berlusconi è accusato di aver corrotto il giudice della corte di appello, Vittorio Metta, con 400 milioni di lire perché questi pronunciasse una sentenza a lui favorevole nella battaglia contro De Benedetti.
Quando i magistrati iniziarono ad investigare sul caso, scoprirono che Metta aveva pagato con 400 milioni in contanti l’acquisto di un appartamento. Nel febbraio 1991, il mese seguente alla sentenza del giudice Metta, una delle compagnie offshore segrete della Fininvest pagò 3 miliardi di lire sul conto svizzero di Cesare Previti, stretto collaboratore e avvocato di Berlusconi, che era anche Ministro della difesa nel suo governo nel 1994. Dal conto di Previti, i PM hanno rintracciato un pagamento da 425 milioni di lire verso un conto svizzero di un altro avvocato, Attilio Pacifico, il quale lo ha ritirato in contanti nell’ottobre del 1991. Pacifico avrebbe poi passato personalmente la tangente a Metta.
Sebbene i magistrati non abbiano trovato le prove dirette del pagamento in contanti a Metta, ritengono di avere indizi molto pesanti. Un attento esame dei conti bancari di Metta non ha rivelato nessun prelievo da 400 milioni durante il periodo in questione. Neppure le indagini dei conti italiani e svizzeri di un giudice in pensione che, secondo Metta, gli aveva dato 400 milioni in contanti - anche se i conti bancari contenevano effettivamente diversi milioni di dollari. Per questo motivo i magistrati credevano di aver stabilito che Metta avesse ricevuto il pagamento da 400 milioni in contanti dai soldi che Berlusconi pagò a Previti nel febbraio 1991. Lo scorso giugno [2000, N.d.T.], un giudice per le indagini preliminari è stato di diverso avviso. Ha creduto a Metta e ha assolto, di conseguenza, Berlusconi e gli altri imputati, compresi Metta e Previti, per insufficienza di prove. I magistrati sono ricorsi in appello.
Accordi con i giudici
Berlusconi è sotto processo anche per l’accusa di corruzione giudiziaria. I suoi co-imputati, che negano le accuse, sono Previti e Pacifico, e il caso coinvolge nuovamente De Benedetti come parte lesa. Nel 1985 De Benedetti aveva firmato un contratto per acquistare la SME, un conglomerato alimentare, dall’IRI, un grosso gruppo statale. Berlusconi e un altro imprenditore formarono una compagnia per fare un’offerta di acquisto maggiore. Dopo che il tribunale decretò, nel 1986, la non validità del suo contratto, l’accordo tra De Benedetti e l’IRI fallì. In seguito, De Benedetti fece ricorso in appello, dove perse di nuovo.
Una delle accuse contro Berlusconi, che lui nega, è di aver promesso ai giudici soldi in cambio di una sentenza favorevole. Che ciò sia vero o no, esiste una chiara pista di soldi che parte da Berlusconi e arriva a Renato Squillante, un giudice, via Previti. L’Economist è in possesso di documenti che provano il trasferimento, il 6 marzo 1991, di 434404 dollari da uno dei conti svizzeri di Berlusconi a uno di Previti e il 7 marzo, il trasferimento della stessa somma dal conto di Previti al conto svizzero della Rowena Finance, una compagnia panamense. Le prove presentate in tribunale dimostrano che il conto di Rowena Finance appartiene a Squillante. Berlusconi volle nominare Ministro della giustizia il suo buon amico Previti nel 1994, ma il Presidente della Repubblica rifiutò di confermare questa scelta.
Berlusconi non è mai comparso alle 26 udienze tenutesi fino ad ora per questo processo - alcuni recentemente posticipate, visto che i suoi avvocati sono in lizza per le elezioni. Ha fatto richiesta di trasferimento dei giudici visto che secondo lui agiscono con pregiudizio.
Se sarà giudicato colpevole in Cassazione, potrebbe essere condannato al carcere; la prescrizione non arriverà fino al 2008. A differenza del falso in bilancio, sarebbe molto difficile per il suo governo, nel caso vinca le elezioni, depenalizzare la corruzione giudiziaria. Questo processo potrebbe essere unico nella storia d’Italia. Nessun Presidente del Consiglio della storia repubblicana è mai stato imputato in un’aula di tribunale.
Cose di Cosa Nostra?
I problemi legali di Berlusconi non si limitano a Milano. In Sicilia, pentiti di Mafia, soprattutto Salvatore Cancemi, le cui confessioni sono state d’aiuto ai magistrati per incriminare boss mafiosi, hanno mosso accuse molto gravi nei confronti di Berlusconi e del suo amico intimo, Marcello Dell’Utri. Cancemi li ha accusati nel 1996 di essere stati in stretto contatto con i boss di Cosa Nostra che ordinarono l’uccisione del magistrato anti-Mafia Paolo Borsellino, nel 1992.
Dopo due anni di indagini, i PM hanno fatto richiesta di archiviazione. Non hanno trovato prove sufficienti per sostanziare le accuse di Cancemi. Allo stesso modo, un’altra indagine partita dalle dichiarazioni di Cancemi sui rapporti tra Berlusconi e la Mafia è stata archiviata nel 1996, dopo due anni di indagini.
Un’indagine parallela è sfociata nel rinvio a giudizio di Dell’Utri per associazione mafiosa, che lui nega [Dell'Utri è stato successivamente condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa a 9 anni di carcere, tra le altre cose, l'11 dicembre 2004, N.d.R.]. Con l’eccezione di Berlusconi, quasi tutti i testimoni del processo, iniziato nel 1997, sono stati ascoltati. Secondo Ennio Tinaglia, avvocato per la provincia di Palermo che si è costituita parte civile, i PM hanno presentato “prove schiaccianti dei rapporti stretti tra Mafia e Dell’Utri.” Il solo menzionare la Mafia provoca spasmi nervosi ai manager Fininvest. “La Mafia è seconda solo alla pedofilia come crimine. E’ una cosa terribile e di cui ci si dovrebbe vergognare” sostiene Confalonieri, uno degli ex-colleghi di Dell’Utri.
Dunque chi è Dell’Utri? A parte un breve periodo alla fine degli anni ‘70, Dell’Utri, un siciliano, ha lavorato con Berlusconi in Fininvest dal 1974 al 1994. Come capo di Publitalia, l’ala pubblicitaria di Mediaset, era responsabile della sezione che generava entrate di denaro liquido nel gruppo Fininvest. Dell’Utri, membro del Parlamento italiano, fu co-fondatore di Forza Italia e capo della campagna elettorale berlusconiana per le elezioni del 1994.
I magistrati hanno anche fatto richiesta per processare Dell’Utri con l’accusa di cospirazione per diffamare i colleghi magistrati. Ed è anche indagato con l’accusa di aver tentato di corrompere un testimone del suo processo. Un processo del 1996 ha rivelato che Dell’Utri ricevette donazioni, spesso in denaro, dal valore di 4 miliardi di lire da parte di Berlusconi tra il 1989 e il 1993. Mentre Berlusconi non è obbligato a testimoniare al proprio processo, anche se è Presidente del Consiglio, non può sottrarsi a farlo nel processo Dell”Utri. I magistrati lo interrogheranno in merito alla sua lunga amicizia con Dell’Utri. E dovrà rispondere a domande che ha cercato di evitare fino ad ora. Compreso come e perché assoldò per due anni Vittorio Mangano, un mafioso condannato all’ergastolo ed appartenente al potente clan di Palermo, [morto nel 2000, N.d.R.] presso la sua tenuta nei pressi di Milano negli anni ‘70.
Altre domande prioritarie per i PM riguardano le indagini dell’anti-Mafia sulle sue 22 società finanziarie. Non di meno, gli chiederanno da dove le 22 società hanno preso i soldi. Vi saranno anche domande sulla compagnia televisiva siciliana che Berlusconi possedeva in società con una personaggio legato alla Mafia.
Nonostante lui proclami di essere l’archetipo puro dell’uomo che si è fatto da solo, Berlusconi ha avuto bisogno di molto aiuto da parte di loschi figuri. Anche se sostiene di voler prendere il posto del vecchio sistema corrotto, il suo impero è per la maggior parte un prodotto di quel sistema. La sua elezione a Presidente del Consiglio sarebbe uno stimolo a continuare, non cambiare, le vecchie cattive abitudini italiane.
lunedì 8 settembre 2008
San Gennà
Ci troveremo piloti d'aerei assorbiti dalle Poste italiane, chi non vorrebbe passare dal pilotare aerei di linea a guidare una bici come postino mentre gl'insegnanti verranno assorbiti dal settore turistico, immaginate i professori che diventano animatori turistici.