giovedì 31 luglio 2008

Sinistra o destra è tutta una minestra


Nel post del 28 luglio c'è la Lettera di Travaglio a Schifani.


Questo è quanto scrive Beppe Grillo, ovviamente concordo con lui su tutto tranne sui 4 dell'Ave Maria, ne sono 3 perchè il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha rinunciato preventivamente al Lodo, dando il via libera al processo che lo vede imputato per diffamazione ai danni del pm Henry John Woodcock.



Renato Schifani, presidente del Senato, ha citato il giornalista Marco Travaglio per un milione e trecentomila euro. Schifani vuole essere risarcito per presunti danni subiti a causa di un articolo di Travaglio e dell’intervista rilasciata allo stuoino Fabio Fazio nella trasmissione: “Che tempo fa”. Travaglio ha citato dei contenuti del libro: “I complici” scritto da Lirio Abbate e Peter Gomez nel quale Schifani è menzionato più volte, per l’esattezza alle pagine 14, 70, 71, 72, 74,7 5, 77, 78, 80, 81, 82, 84. Lirio Abbate è sotto scorta a causa di minacce mafiose e il libro, uscito in prima edizione nel febbraio del 2007, non mi risulta sia stato ritirato.Schifani ha preannunciato querela contro l’ex presidente del consiglio comunale di Villabate, Francesco Campanella, indagato per mafia per rapporti con Mandalà e Provenzano. Lo ha fatto per le dichiarazioni di Campanella ai giudici di Palermo in cui affermava che il nuovo piano regolatore di Villabate sarebbe stato concordato da Mandalà con Schifani.Quindi abbiamo due processi (più un terzo).Il processo numero uno: Schifani contro Travaglio, per danni riferiti ai suoi articoli e alla sua intervista.Il processo numero due: Schifani contro Campanella, querela per le sue dichiarazioni.Il processo numero due potrebbe (dico potrebbe) accertare che Campanella ha dichiarato il vero. In questo caso Travaglio avrebbe ragione nel processo numero uno.Ma il processo numero due, se accertasse responsabilità di Schifani (dico sempre se), non si potrà celebrare nei prossimi cinque anni grazie al lodo SchifoAlfano. Schifani ci aveva già provato nel 2003 con il lodo Schifani a rendere immuni le prime più alte cariche dello Stato. La Corte Costituzionale lo bocciò. A volte ritornano.C’è poi il processo numero tre, quello che non si potrà mai celebrare. Travaglio infatti non può querelare Schifani per le accuse che gli ha mosso in quanto questi è immune da processi.Nel caso Travaglio sia condannato lancerò una pubblica sottoscrizione per pagare il milione e trecentomila euro.I Quattro dell’Ave Maria possono far processare i cittadini. I cittadini non possono far processare i Quattro dell’Ave Maria.





Proposta di Antonio Di Pietro.

mercoledì 30 luglio 2008

Gratitudine umana

«La bellezza salverà il mondo.»
Fedor Dostoevskij


L'Italia è uno dei paesi più belli al mondo, ci serve qualche altra cosa...
Il buon senso è la caratteristica fondamentale che dovrebbe esserci in tutta l'umanità, grazie ad esso si vede il bello e il brutto delle cose.
Un grand'uomo lo si ricorderà per il suo buon senso. Questi che vedrete io li porterò come esempi di buon senso in questo paese dove da troppo manca.

martedì 29 luglio 2008

Gratitudine animale

La prima parte del filmato riguarda un'altra storia, non è sottotitolato in lingua italiana ma le immagini valgono più di ogni parola.


LA STORIA - Tutto era iniziato nel lontano 1969 a Londra quando Rendall e Bourke avevano visto da Harrods chiuso in una gabbia, solo e triste, un cucciolo di leone. Lo acquistarono per pochi spiccioli e decisero di chiamarlo Christian. I due ragazzi ottennero dal parroco della zona in cui vivevano il permesso di far crescere il cucciolo nel campetto situato vicino alla chiesa e lo accudirono per un paio d'anni. Tuttavia ben presto Christian divenne troppo grande e i giovani australiani capirono che non poteva più vivere in quell'angolo di città. Si misero in contatto con George Adamson, un ambientalista che viveva in Kenya e, a malincuore, decisero di portarlo in una riserva naturale nel Paese africano. Qui Christian crebbe velocemente e divenne presto un capobranco.

UN ANNO DOPO - La nostalgia per Christian era troppo grande e nel 1972, un anno dopo la separazione, Rendall e Bourke partirono per il Kenya per rivedere il loro ex cucciolo: l'ambientalista Adamson fece notare ai due australiani che Christian non era più il piccolo animale di una volta, ma era diventato un feroce e selvatico leone che aveva passato l'ultimo anno completamente libero. Tuttavia Rendall e Bourke non si fecero intimorire dalle parole dell'ambientalista e, una volta entrati nella riserva naturale, si misero alla ricerca di Christian. Come mostra chiaramente il filmato i due australiani non si erano sbagliati: appena li vide il leone, proprio come faceva quando era un cucciolo, mostrò tutta la sua felicità e cominciò a giocare con i due ex padroni.



tratto dall'articolo "Christian, il leone che fa impazzire la Rete" di Francesco Tortora, www.corriere.it

lunedì 28 luglio 2008

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge


E' troppa la puzza che sento, Berlusconi, Schifani, il Presidente Napolitano che firma la loro diseguaglianza rispetto alla propria nazione, il coraggio di continuare a dire che gli inceneritori sono la cosa giusta, sentire quel Brunetta sparare una michiata all'ora su milioni di lavoratori che per 1000 euro al mese si trovano le infamanti accuse in allegato alla busta paga, Bossi, Veltroni che è il più grande socio di Berlusconi, l'accordo che si stipulerà con la Libia per ripagarli dagli errori fatti dai nostri governanti di allora, un'autostrada lungo tutta la costa verrà costruita in Libia a nostre spese, quando siamo rovinati per debito pubblico, precari, pensioni, ecc. Cose che fanno venire i brividi.
Per farli venire anche a voi miei lettori, preferisco leggiate la lettera di Marco Travaglio al numero 2 della nostra nazione Schifo Schifani, la lettera della fannullona dell'Inpdap al pezzetto d'uomo Brunetta e la richiesta di cartella clinica del nostro presidente della Repubblica da parte di Beppe Grillo.
Buona lettura.

26 luglio 2008, in Marco Travaglio
Lettera al presidente del Senato


di Marco Travaglio
l'Unità, 26 luglio 2008

Gentile Presidente del Senato, avv. sen. Renato Schifani, chi Le scrive è un modesto giornalista che ha avuto la ventura di occuparsi talvolta di Lei per motivi professionali. L’ultima - forse lo ricorderà - fu nel mese di maggio, quando Lei ascese alla seconda carica dello Stato e io pubblicai una sua breve biografia sull’Unità e nel libro “Se li conosci li eviti” (scritto con Peter Gomez) che poi presentai su Rai3 a “Che tempo che fa”. Anzitutto mi consenta di congratularmi con Lei per la Sua recentissima invulnerabilità penale, in virtù del Lodo Alfano, figlio legittimo del Lodo Schifani già dichiarato incostituzionale dalla Consulta nel 2004 e prontamente replicato in questa legislatura, anche grazie alla fulminante solerzia con cui Lei l’ha messo all’ordine del giorno di Palazzo Madama. E’ davvero consolante, per un cittadino comune, apprendere che da un paio di giorni l’articolo 3 della Costituzione è sospeso con legge ordinaria approvata in 25 giorni, e che dall’altroieri esistono quattro cittadini più uguali degli altri dinanzi alla legge, come i maiali della “Fattoria degli animali” di George Orwell. Il fatto poi che Lei faccia parte del quartetto degli auto-immuni è per tutti noi motivo di ulteriore soddisfazione.

Si dà il caso, però, che Lei mi abbia recentemente fatto recapitare in busta verde, da ben tre avvocati (uno dei quali pare sia un Suo socio di studio), un atto di citazione presso il Tribunale civile di Torino affinchè io vi compaia per essere condannato a risarcirLa dei presunti danni, patrimoniali e non, da Lei patiti a causa del mio articolo sull’Unità e della mia partecipazione al programma di Fabio Fazio. Danni che Lei ha voluto gentilmente quantificare in appena 1,3 milioni di euro. A carico mio, s’intende. Tutto ruota, lo ricorderà, intorno al fatto che avevo osato ricordare come Lei, alla fine degli anni 70, fosse socio nella Sicula Broker di due personaggi poi condannati e arrestati per mafia, Benny D’Agostino e Nino Mandalà; e che negli anni 90 Lei abbia prestato una consulenza in materia urbanistica per il Comune di Villabate, poi sciolto due volte per mafia in quanto ritenuto nelle mani dello stesso boss Mandalà. Circostanze che Lei non ha potuto negare neppure nel suo fantasioso e spiritoso atto di citazione (ho molto apprezzato i passaggi nei quali Lei fa rientrare quei fatti nell’ambito dei “commenti sulla vita privata delle persone”; e mi rimprovera di non aver rammentato come Lei sia stato socio non solo di persone poi risultate mafiose, ma anche di altri “noti imprenditori mai coinvolti in episodi giudiziari”, e come Lei abbia prestato consulenze non solo per comuni poi sciolti per mafia, ma anche per altri enti locali mai sciolti per mafia).

Ora, sul merito della controversia, decideranno i giudici. Ma non Le sfuggirà la sproporzione delle forze in campo, sulla bilancia della Giustizia, fra la seconda carica dello Stato e un umile cronista: i giudici, già abbondantemente vilipesi e intimiditi negli ultimi anni da Lei e dai Suoi sodali, sapranno che dar torto a Lei significa dar torto al secondo politico più importante del Paese, mentre dar torto a me è davvero poca cosa. E’ questo oggettivo squilibro che, in tempi e in paesi normali, consiglia a chi ricopre importanti cariche pubbliche di spogliarsi delle proprie liti private, per dedicarsi in esclusiva agli interessi di tutti i cittadini. Lei invece non solo non si è spogliato delle Sue liti private, ma ne ha addirittura ingaggiata una nuova (con me) dopo aver assunto la presidenza del Senato. Ora però quello squilibrio diventa davvero abissale in conseguenza della Sua sopraggiunta invulnerabilità. In pratica, se io volessi querelarLa per le infamanti accuse che Lei mi muove nel Suo atto di citazione, non avrei alcuna speranza di ottenere giustizia in tempi ragionevoli, perché il Lodo Alfano La mette al riparo da qualunque conseguenza penale delle Sue parole e azioni, imponendo la sospensione degli eventuali processi a Suo carico. Lei può dire e fare ciò che vuole, e io no. Riconoscerà che, dal mio punto di vista, la situazione è quantomai inquietante.

Ma c’è di più e di peggio. L’anno scorso l’ex presidente del consiglio comunale di Villabate, Francesco Campanella, indagato per mafia a causa dei suoi rapporti con la cosca Mandalà e con Bernardo Provenzano, ha raccontato ai giudici antimafia di Palermo che il nuovo piano regolatore di Villabate era stato addirittura “concordato” da lei e dal senatore La Loggia con il solito Mandalà. Lei e La Loggia annunciaste subito querela. E da allora i magistrati antimafia stanno verificando se Campanella si sia inventato tutto o magari dica la verità. Io Le auguro e mi auguro, visto che Lei ora rappresenta l’Italia ai massimi livelli, che prevalga la prima ipotesi. Ma, nella malaugurata evenienza che prevalesse la seconda, il Lodo Alfano impedirebbe alla magistratura di processarLa, almeno per i prossimi cinque anni, finchè terminerà la legislatura e, con essa, svanirà il Suo preziosissimo scudo spaziale. Converrà con me, Signor Presidente, che nella causa civile che Lei mi ha intentato la conclusione di quelle indagini sarebbe comunque decisiva per valutare la mia posizione: sia che le accuse di Campanella trovino conferma, sia che trovino smentita, sarebbe difficile sostenere che io non abbia esercitato il mio diritto-dovere di cronaca, segnalando ai cittadini una vicenda di così bruciante attualità e interesse pubblico. Detta in altri termini: non vorrei che la causa civile da Lei intentatami si concludesse prima delle indagini sul caso Campanella-Villabate, magari in conseguenza del blocco di quel procedimento per via del Lodo Alfano. Essere condannato a versarle 1 milione o anche 1 euro, e poi scoprire a cose fatte di aver avuto ragione, sarebbe per me estremamente seccante.

L’altro giorno, con nobile gesto, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha rinunciato preventivamente al Lodo, dando il via libera al processo che lo vede imputato per diffamazione ai danni del pm Henry John Woodcock. Mi rivolgo dunque a Lei, e alla prima carica dello Stato che quel Lodo ha così rapidamente promulgato, affinchè rassicuriate noi cittadini su un punto fondamentale: o ritirate le vostre denunce penali e civili finchè sarete protetti dallo scudo spaziale, oppure rinunciate preventivamente al Lodo in ogni eventuale processo che potesse eventualmente influenzare, direttamente o indirettamente, l’esito di quelle cause. In attesa di un Suo cortese riscontro, porgo i miei più deferenti saluti.


26 luglio 2008, in Diario
Lettera di una fannullona Inpdap al ministro Brunetta



Gentile Ministro,
perdoni se ho l’ardire di rivolgermi a Lei in questo momento così impegnativo per il governo in preda ad un parossismo decisionale che possa consegnarlo alla storia come merita, Le chiedo solo di leggere questa lettera che non sottrarrà più di cinque minuti al Suo indice di produttività.

Le racconto in breve la mia storia: sono una dipendente di un istituto di previdenza da più di dieci anni in servizio effettivo, mamma di due bambine e vivo in una città del profondo Sud. Appartengo anch’io a quella schiera di impiegati da Lei etichettati “fannulloni” non perché intendesse offenderci, questo lo capisco bene, ma semplicemente per fare capire in maniera immediata quale era il problema (un po’ come dire se io ripetessi in questa sede quel che di Berlusconi ha detto Di Pietro, anche in quel caso non per offendere, questo è ovvio, ma per far capire dove sta il problema).

Signor Ministro le scrivo per raccontarle, attraverso la mia vicenda, quella di milioni di altre mamme-impiegate affinché Lei, che per altri versi è così sensibile ai problemi della gente si renda conto della realtà in cui viviamo noi “fannulloni” (perdoni l’abuso del termine, il fine è sempre quello della comprensione). Io, come altre mie colleghe, da brava fannullona, mi alzo ogni mattina alla ore 6 a.m. e dopo aver fatto colazione e aver preparato le mie bambine di 4 e 6 anni esco di casa con le suddette bambine entro le 7.00, perché vede, io abito fuori città e per arrivare al lavoro devo uscire di casa molto presto. Dopo aver timbrato, solitamente alle 7.30, comincio la mia giornata lavorativa: il mio lavoro è ripetitivo ma l’utilità sociale che è insita nel predisporre le pensioni per chi (beato lui) ha maturato i requisiti e fare in modo che ne possa godere senza ritardi, pensi lei mi fa sentire utile. Da brava fannullona sforno decreti di pensione a tutto spiano affinché non debba sentire nessuno venir da me a dire “e iu comu mangiu”, affinché a fine mese possa percepire il mio stipendio pensando di essermelo più che guadagnato.

Negli anni la sede in cui lavoro si è svuotata di personale che è andato in pensione e non è stato sostituito da nessuno, pertanto più e più volte ho visto il mio carico di lavoro aumentare, ma a fronte dell’acquisizione di nuove e complesse competenze mi si continua a dire che siamo in esubero, che bisogna ridurre l’organico e lavorare di più: ma com’è possibile? Me lo chiedo ma nessuno mi risponde. Intanto l’arretrato avanza e quando qualcuno di noi comunica che presto andrà in pensione tutti ci guardiamo in faccia e ci chiediamo di quanto la redistribuzione del lavoro che consegue a ciascun pensionamento inciderà sul nostro carico di lavoro. E poi nessuno si spiega perché mai ci sia tanto arretrato, sarà che la matematica è un’opinione. Malgrado tutte le suddette difficoltà continuo a lavorare con quel senso del dovere che mi ha trasmesso mio padre e dal quale non posso prescindere.

Pensi lei, signor Ministro, ogni giorno mi illudo di aver lavorato bene, e nel mio piccolo, di essere stata utile a qualcuno compiendo il mio dovere con la serietà e la professionalità che negli anni ho acquisito. Questo mi consente di guardarmi allo specchio ogni mattina e di non vergognarmi di essere un impiegato pubblico, come lei ha di recente sostenuto che molti di noi fanno, ma anzi di essere orgogliosa. Ma ultimamente qualcosa è cambiato, sa Signor Ministro, comincio a sentirmi demotivata: a che serve che io lavori così tanto se poi comunque di me si dirà sempre che appartengo alla schiera dei “fannulloni”?: la tentazione di incrociare la braccia è forte, molto forte.

L’opinione pubblica, adeguatamente manipolata da una campagna mediatica diffamatoria e parziale, non è con me, ma contro di me, e non è facile far capire alla gente. Quel che è facile, invece, è cavalcare l’onda del malcontento della gente e indirizzare la folla a puntare contro il “mostro” di turno, pubblico impiegato o rom o sinti che sia. Puntare sul malcontento porta sempre tanto consenso, questa non è una novità, è facile, infatti, dire che le cose non funzionano, su questo siamo tutti d’accordo e pronti a battere le mani, ma, ahimè, non è riducendo i salari che si rende più efficiente la PA (altrimenti lo avrebbero già fatto da tempo), né privatizzando quelli che oggi sono dei servizi che nascono da diritti per i quali si è a lungo lottato, così come non è riducendo la retribuzione di chi si ammala (non occorre che io Lei ricordi, con gli adeguati scongiuri, quanto sia diffuso il cancro) che disincentiviamo l’assenteismo ma è piuttosto intensificando i controlli che facilmente si distinguerà il “falso” malato da quello vero, perché purtroppo, nessuno sceglie di ammalarsi e non è giusto accanirsi con chi già non ha abbastanza soldi per curarsi. Tutto questo lede la dignità del malato, del pubblico impiegato, attualmente indicato a “dito”, ma soprattutto lede la dignità della persona in quanto tale.

Le dirò signor Ministro, anziché carnefice come impiegato pubblico e vittima come cittadino, oggi mi sento più volte vittima: come cittadina, come lavoratrice, come mamma, come italiana. Però, quel che è giusto è giusto, bisogna riconoscere che questo governo ha alleggerito la pressione fiscale, si, infatti, sappiamo tutti cosa ha fatto: ha tolto l’ICI. Certo, nel mio caso, sarebbe stato meglio che anziché togliere l’ICI avesse evitato di toccare il mio salario. Infatti, io di ICI, io, che non ho una villa ma solo una casa di prima abitazione in un comune in periferia (con il mio stipendio, infatti, non potrò mai permettermi una casa in centro: è già tanto se mi riesce di finire di pagare questa) e dunque ho sempre usufruito di sgravi, non ho mai pagato più di € 60 euro all’anno. Grazie signor Ministro: quest’anno sul mio bilancio, a fronte di sessanta euro di risparmio fiscale avrò qualcosa come 5.000 euro di meno sull’importo di stipendio annuo. Non Le dico come sono contenta!

Adesso Lei si chiederà perché non sono contenta, e perché mai sulla mia fronte si sia disegnata quella ruga, mah non so, sarà che i fannulloni di oggi sono un po’ più complicati di quelli del passato. L’autunno si preannuncia caldo ma pieno di nembi all’orizzonte, la lotta sarà dura ma, Le dirò, Signor Ministro, non demorderò facilmente se non altro perché mia figlia, interrogata sulla professione della madre, non abbia da vergognarsi a dire che è un’impiegata pubblica e non si debba vergognare una seconda volta a dire che in famiglia non si arriva alla fine del mese anche perché, in previsione del futuro, sto cercando di spiegarle che povertà non è vergogna ma, invece, corruzione, tangenti, peculato, immoralità (tutti termini che la classe politica ben conosce) queste sì che sono vergogne.

Fannullona INPDAP

25 Luglio 2008
Steve Jobs e Giorgio Napolitano di Beppe Grillo


Steve Jobs, 53 anni, nella sua ultima apparizione pubblica è apparso dimagrito, pallido. Steve Jobs soffre da tempo di un cancro al pancreas da cui sembrava guarito. Steve Jobs è il creatore della Apple. Molti pensano che sia lui il vero innovatore, l’unico genio dell’informatica. Non Bill Gates.
Steve Jobs è la Apple. La sua salute non è solo un fatto privato, è anche un fatto economico di rilevanza mondiale. La Apple non rilascia dichiarazioni sullo stato di salute di Steve Jobs. Gli analisti finanziari e gli azionisti vorrebbero sapere se Jobs può o meno continuare a ricoprire il suo incarico di presidente della Apple e per quanto tempo. Un analista ha spiegato che se la Apple vuole considerare la salute di Jobs un fatto privato, deve trasformarsi in società privata e ritirarsi dalla Borsa.
Giorgio Napolitano, 83 anni, trenta più di Jobs, nelle sue ultime apparizioni pubbliche è apparso sempre più distante, etereo. Giorgio Napolitano è in apparente buona salute, ma ricordando il suo passato, non trovano giustificazioni le sue prese di posizione e le sue azioni. Si è pronunciato contro la spettacolarizzazione dei processi quando le procure sono sotto l’attacco del governo. Ha firmato senza battere ciglio il lodo Alfano. Una legge incostituzionale. Ha trascorso un sereno compleanno in piazzetta a Capri tra musicanti e inquisiti, tra cui la moglie di Mastella e Bokassa Bassolino. Giorgio Napolitano rappresenta l’Italia. La sua salute non è un fatto privato. La salute può essere l’unica giustificazione del suo comportamento. Vorrei essere rassicurato se è in grado di esercitare ancora il suo incarico e per quanto tempo. Se possibile disporre della sua cartella sanitaria.
Un Presidente della Repubblica debole, (malato?), soggetto a pressioni, è utile sia al PDL, che fa passare tutte le leggi razziali e anticostituzionali che vuole, sia al PDmenoelle, che preferisce un presidente diessino, uno di famiglia, a uno Schifani. Infatti, in caso di rinuncia alla carica da parte di Napolitano il suo posto sarebbe preso dall’impiegato di Berlusconi, attualmente presidente del Senato. Meglio Napolitano che uno Schifani che scoppia di salute.

venerdì 25 luglio 2008

Lurido Paese

24 luglio 2008, in Marco Travaglio
Colpirne due per educarli tutti




Ora d'aria
l'Unità, 24 luglio 2008
foto di Roberto Corradi

La vera anomalia non è l’aborto giuridico del Lodo Alfano, che si spera verrà spazzato via dalla Corte costituzionale come il suo deforme progenitore Maccanico-Schifani: solo un marziano un po’ tonto poteva scambiare Al Tappone per uno statista dedito agl’interessi del Paese anziché ai cazzi suoi. La vera anomalia è quel che accade, anzi non accade tutt’intorno. E’ l’aria di annoiata normalità con cui il Lodo è stato accolto in Parlamento anche dal grosso delle cosiddette opposizioni. E’ il silenzio del Colle, allarmato invece da una fantomatica “giustizia spettacolo”. E’ il Tg1 che lo nasconde come terza notizia del giorno. Sono i giornali che non gli dedicano un solo editoriale (a parte, forse, il manifesto) e gli riservano lo stesso spazio dedicato a celebrare il “ritorno di Veronica a Villa Certosa”, con tanto di foto della Sacra Famiglia gentilmente offerte da “Chi” (Mondadori). E’ il tradimento degli intellettuali “liberali” che si son messi “a vento”, proni a tutto (nel 2003 il Corriere di De Bortoli denunciava le leggi vergogna, infatti De Bortoli dovette sloggiare). Ed è pure questo Csm che, cacciando in sequenza Luigi De Magistris e Clementina Forleo, fa di tutto per dar ragione a Gasparri e anticipa spontaneamente la controriforma annunciata da Angelino Jolie per conto del padrone: quella che farà dell’ex “organo di autogoverno” dei giudici l’ennesima pròtesi della Casta.

Riforma sintetizzata dal cosiddetto ministro Rotondi con l’icastica frase “colpire un magistrato per educarne cento”. Il giorno scelto per trasferire la Forleo da Milano non poteva essere più azzeccato: mentre Tavaroli rivela a Repubblica i ricatti che regolano la politica e l’economia, mentre il Cainano si blinda dai processi come la regina d’Inghilterra (che però non ha processi) e mentre s’annuncia il festoso ritorno dell’immunità parlamentare, la gip che osò intercettare i furbetti del quartierino e i loro santi protettori trasversali sparsi fra Bankitalia, Palazzo Grazioli, Pontida e il Botteghino viene espulsa dalla sua sede naturale. Anche il voto al plenum è emblematico: tutti d’accordo, come già per De Magistris, destra e sinistra, laici e togati (a parte, per la Forleo, quelli di MI). Con i complimenti del Giornale, per la penna del rubrichista con le mèches: avrebbe preferito il suo licenziamento, ma per ora s’accontenta, poi magari ci pensa Brunetta.

Una soave corrispondenza di amorosi sensi destra-sinistra che la dice lunga sull’astio trasversale della Casta per i cani sciolti, senza padrone e senza collare. Ancora 15 anni fa erano i magistrati più preziosi. Oggi sono i nemici da abbattere. “Un giudice indipendente che non appartiene a nessuno”, ha detto Clementina al Csm mentre le sparavano addosso da destra a sinistra, “in questo Paese ancora non può esistere”. Cacciata per “incompatibilità ambientale”. Motivo: ha provocato “disagio e allarme sociale” (figuriamoci) denunciando ad Annozero la solitudine di chi tocca i poteri forti e confidando le sue ansie per l’inchiesta sulle scalate a un pm milanese e a un vecchio collega, Ferdinando Imposimato, di cui (sbagliando) si fidava. Trasferita non per aver venduto o insabbiato processi, non per aver poltrito, non per aver agito scorrettamente. Ma solo per aver parlato, dicendo cose magari discutibili, ma parole, pensieri, concetti (incredibile che i “progressisti”di Magistratura democratica, così sensibili alla libertà di espressione si siano prestati a una simile vergogna).

Il Csm, che l’aveva lasciata sola nei mesi terribili dell’estate scorsa mentre l’intero Parlamento le saltava addosso per l’ineccepibile ordinanza sulle scalate, l’ha trattata come una mitomane “tendente al vittimismo” che s’inventa pericoli inesistenti. Intanto quell’ordinanza, presentata un anno fa come una sua alzata d’ingegno in dissenso con la Procura, è stata avallata dalla stessa Procura, che due mesi fa ha chiesto al Parlamento europeo il permesso di usare a carico di D’Alema le telefonate tra quest’ultimo e Consorte. Intanto le sue denunce han trovato conferma in un’indagine a Potenza e nell’arrivo di proiettili e lettere anonime, tanto che le hanno assegnato una scorta armata. Purtroppo la scorta non ha potuto proteggerla dal Csm che, con l’aria di smentire le sue denunce, ne ha in definitiva confermata tutta l'attendibilità. Sapeva che gliel’avrebbero fatta pagare,e gliel’han fatta pagare. Anche lei, come De Magistris, è “incompatibile”. Ma non con Milano o con Canicattì. E’ incompatibile con questo lurido paese.

mercoledì 23 luglio 2008

Come ci vede la stampa estera 3

Positano 1949
© Bert Hardy/Picture Post/Getty Images


Quest'articolo che riporto qui di seguito dovrebbe servire da lezione a tanti; io l'ho letto tutto, ma temo che pochissimi, dei 20 visitatori al massimo che ho al giorno lo facciano. Dubito che i miei visitatori ne leggano metà, non sono scoraggiato dal non ricevere commenti o dal non veder nascere dibattiti sugli argomenti che riguardano tutti voi, ma è un vero e proprio rimprovero ai tanti amici che pensano alle solite menate come quando si andava a scuola, continuano a leggere gossip o a fare giochi in rete, mentre l'Italia viene derisa e sbeffeggiata da questo mondo e quell'altro.


Il paese che purtroppo amo

[Zeit]

Amare l’Italia non è mai stato più difficile di oggi. Tuttavia, l’autrice non potrebbe vivere altrove. Storia di una confusione di emozioni.
Quell’estate, in cui mi sono innamorata degli italiani, sulle spiagge si raccontava delle frodi di Bettino Craxi, e io pensavo: strano paese, dove anche i bagnini sanno come imbroglia il leader socialista! Era l’estate del 1989, io ero distesa sulla sdraio e ascoltavo il bagnino, che senza alcuna remora parlava del sistema del finanziamento illecito ai partiti socialista e democristiano, degli abusi d’ufficio e delle tangenti, delle infiltrazioni e omicidi mafiosi come se si trattasse del prossimo torneo di bocce sulla spiaggia.
Nello stesso anno mi recai in Sicilia per la prima volta come giornalista. Lì ho conosciuto il funzionario di polizia che ha fatto luce sulla Pizza Connection, traffico di eroina tra la Sicilia e il Nord America. Era protetto da due guardie del corpo e circolava su una berlina blindata, e mi ricordo ancora cosa pensai: Che strano paese! Qui, le forze di polizia devono essere protette!
Il Ministero dell’Interno lo aveva invitato a lasciare la Sicilia, perché la sua sicurezza non poteva più essere garantita. Al suo rifiuto, fu trasferito d’ufficio a Palermo. Ho trovato molto strano che in Italia i poliziotti che compiono con successo il loro dovere siano puniti, ma pensai che queste cose presto sarebbero cambiate, dopotutto in quella estate del 1989 eravamo tutti molto ottimisti sul futuro. C’era un’atmosfera di rivalsa e speranza, finalmente il mondo stava cambiando. Nell’ Europa dell’est cadevano i muri, e noi giornalisti eravamo convinti che anche in Italia le fondamenta su cui si reggeva il sistema di collusione tra mafia e corruzione politica con in testa democristiani e socialisti, stesse cedendo.
In Italia adesso si va avanti, pensavo. L’ italiano al mio fianco rimase scettico.
Solo due anni più tardi mi sono arresa anch’io all’immaginario tedesco dell’Italia e sono passata dalla parte dell’italiano al mio fianco, nella terra del viaggio italiano “dove in genere nessuno lavora solo per vivere, ma per godere, e dove anche il lavoro per vivere è un’occasione di felicità”, nella terra con una eterna natura meravigliosa e intrepidi magistrati. A Milano stava per essere scoperta tangentopoli e le trasmissioni televisive più seguite erano quelle che venivano trasmesse dal palazzo di giustizia di Milano. Allo stesso tempo, con il maxiprocesso di Palermo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per la prima volta nella storia giudiziaria italiana, riuscivano a portare a termine un processo di mafia attraverso tutti e tre i gradi di giudizio, senza che la mafia riuscisse a ribaltare le sentenze nei gradi intermedi. E anche dopo l’assassinio di entrambi i magistrati, non vi era alcun dubbio che l’Italia si trovasse ad un punto di svolta sulla questione morale e non volesse essere più permeabile alla mafia e alla corruzione della classe politica: nel 1993 il primo ministro, per la settima volta, Giulio Andreotti fu accusato a Palermo di associazione mafiosa.
Le cose cambieranno, pensavo. Solo l’italiano al mio fianco rimase scettico. Da 2000 anni qui comanda la Chiesa cattolica e abbiamo il Papa a casa nostra!, disse. Non dimenticare che il cattolicesimo come religione di stato è stato abolito solo nel 1984! La mafia e la Chiesa non lasceranno mai che le cose cambino in Italia! Qui non siamo in Germania! Non essere ingenua!
Io invece consideravo la chiesa come una scelta personale e la mafia come un fenomeno creato dagli uomini: come tale avrà un inizio ed una fine, come disse anche Giovanni Falcone. Perché questo non dovrebbe valere anche per le altre cose in Italia? Cominciai ad avere qualche dubbio, quando le critiche ai pubblici ministeri cominciarono a farsi sempre più forti. Non c’è nulla di più sgradito nella cattolica Italia del cosidetto giustizialismo, manie di giustizia: Non siamo forse tutti peccatori davanti a Dio? Gli italiani smisero di tirare monete ai politici. E cominciarono a votare Berlusconi. La sua discesa in campo fu caratterizzata da tacchi alti, un partiro fatto in casa e con calze da donna sugli obbiettivi delle telecamere per migliorare la sua immagine. I redattori di giornali tedeschi cominciarono a telefonarmi eccitati e a chiedermi cosa fosse successo agli italiani. Con serenità citai il giornalista italiano Indro Montanelli, “Il modo migliore per immunizzare gli italiani contro Berlusconi, è lasciarlo governare per una volta”. Non potevamo prevedere che gli italiani fino ad ora si sarebbero lasciati immunizzare senza successo per ben tre volte. Berlusconi deve essere qualcosa di simile all’ebola, ha affermato lo scrittore Roberto Alajmo.
Alla seconda vittoria elettorale di Berlusconi il livello di sgomento era già diminuito, la terza volta nessuno dei miei colleghi tedeschi ha chiesto alcunché. Berlusconi era diventato qualcosa di simile ad un reumatismo cronico, qualcosa come la mafia, che in Germania non si capisce come non si possa tenere sotto controllo. I miei colleghi in Germania iniziarono a scrivere canzoni di addio per un paese per il quale già Pasolini ebbe a piangere: “Ho amato gli italiani purtroppo, sia al di fuori dei palazzi del potere (e anche in disperata opposizione a questi) e sia al di fuori dei modelli populisti e umanitari. E’ stato un vero e proprio sentimento di amore esistenziale. Così, con tutti i miei sensi, mi sono reso conto come l’imposizione di nuovi modelli consumistici abbia modificato, sfigurato e umiliato in maniera irreparabile la coscienza del popolo italiano”.
Per i corrispondenti esteri la rielezione di Berlusconi è stata tuttavia un colpo di fortuna, perché sotto il governo Prodi, era ancora più difficile spiegare ai lettori cosa succedeva in Italia. Prodi non è Berlusconi, cosa che in Germania lasciava intendere che “la destra è il male, a la sinistra il bene”. Questo stereotipo non va d’accordo con il fatto che anche l’ex leader comunista, Massimo D’Alema quando era al governo inciuciasse con Silvio Berlusconi e sostanzialmente abolisse la legge sui pentiti di mafia. Ancora più difficile da veicolare ai lettori è il perché Clemente Mastella, ministro della Giustizia nell’ultimo governo Prodi, si occupasse personalmene di fare in modo che i pubblici ministeri venissero ricusati non appena si occupassero di casi coinvolgenti politici italiani. Al procuratore calabrese Luigi De Magistris fu avocata un’indagine perché, in un’ inchiesta sull’uso di fondi europei, aveva deciso di indagare non solo sugli amici del Ministro della Giustizia ma anche nei confronti di Prodi stesso, quando questi era ancora in carica come Presidente della Commissione europea. Poco dopo il ministro della Giustizia fu costretto alle dimissioni per abuso di potere ed estorsioni, cosa che ha portato alla caduta del governo Prodi.
Ma non è poi sempre così in Italia? Dissero i miei amici tedeschi. Poi quasi annoiati, sottolinearono, non senza un sorriso, il fatto che si trattava del 62mo governo del dopoguerra, cosa che mi irrita sempre un po’. Infatti, a differenza della Germania, i 62 governi del dopoguerra non sono espressione diretta della capacità tipicamente mediterranea di cambiamento, bensì il rituale di una casta di politici che si spartiscono il potere da 60 anni. In Italia non ci sono facce nuove sulla scena politica da 30 anni. Chi è riuscito ad entrare in Parlamento rimane seduto al suo scranno sino alla morte, e Andreotti, non morirà mai. Qui si riesce a vendere il leader dei Democratici di Sinistra, Walter Veltroni, che è in politica dagli anni Settanta, come il nuovo. Perché sicuramente è un nuovo arrivato, rispetto al novantenne Andreotti.
Berlusconi ha ripreso il suo ruolo di clown che governa una nazione derisa e per la quale gli stranieri si interessano solo per sapere dove sono le sue spiagge più belle, i suoi alberghi più economici e i ristoranti migliori. Ma dietro quest’opera buffa si nasconde un paese impaurito e fermo. Un paese che ha perso molte occasioni per il suo progresso in campo culturale ed economico. Un paese che è governato da un cinico, accusato di frode fiscale, falso in bilancio, partecipazione ad associazione mafiosa, corruzione, complicità in attentati - tutte accuse che sono finite nel nulla previa assoluzione, o archiviazione, o insufficienza di elementi di prova o di condanna poi amnistiata. Questo cinico è riuscito brillantemente a mettersi d’accordo con l’opposizione di sinistra che si mostra combattiva al mondo esterno, come se si fosse ancora ai tempi della rivoluzione industriale, ma che nel profondo ha lo stesso disprezzo per gli elettori che ha Berlusconi.
Anch’io preferisco scrivere delle gaffes di Berlusconi. E’ più divertente scrivere che ha nominato Ministro per Pari Opportunità una modella di nudo, anziché spiegare perché la sua coalizione di governo, come primo atto ufficiale, abbia proposto una legge sulla restrizione dell’uso delle intercettazioni. Ora non si può più essere intercettati, se si è sospettati di falsa testimonianza. O se si è sospettati di far parte di un’associazione criminale. I giornalisti che fanno uso di materiale intercettato rischiano fino a tre anni di carcere. E l’opposizione non dice nulla. In ogni caso, non ne sembra molto preoccupata. E perché dovrebbe. I reati, che di solito sono intercettati sono commessi dalle persone dell’establishment. Di cui fanno parte anche i politici del Partito Democratico. Anche la prima proposta legislativa del precedente governo Prodi riguardava la limitazione delle procedure di intercettazione. Solo che non fu approvata.
E’ più divertente scrivere del trapianto di capelli di Berlusconi che del modo in cui la camorra amministra gli affari per lo smaltimento dei rifiuti di Napoli o di come la ‘ndrangheta calabrese faccia 44 miliardi di euro di fatturato, quasi il tre per cento del prodotto interno lordo italiano. O perché una pattuglia di polizia sia intervenuta nel reparto di ginecologia al Policlinico di Napoli per prevenire un aborto - solo perché contro l’attuale legge sull’aborto la Chiesa cattolica ha lanciato una vera e propria crociata da un po’ di tempo a questa parte. O quanto spazio quotidiani come ad esempio la Repubblica, di tendenze sinistro-liberali, dedichino ai cardinali e ai loro vaghi commenti in merito alla “tutela della vita”.
Anche i fratelli minori della Spagna danno consigli
Nel frattempo, l’italiano al mio fianco deve trattenere non solo l’umiliazione subita dagli spagnoli, i poveri fratelli minori, in campo sportivo calcistico, ma anche leggere su Repubblica i consigli che il Primo Ministro spagnolo Zapatero dà per far si che l’Italia recuperi il ritardo accumulato in vari campi. Pieni di invidia, gli italiani guardano alla Spagna - e non solo al prodotto nazionale lordo, ma anche perché gli spagnoli ora sembrano fare tutto meglio degli italiani. Zapatero ha preso ripetutamente la lotta con la chiesa cattolica, una lotta che in Italia si dà per persa fin dall’inizio. Mentre Zapatero è riuscito ad introdurre una legislazione per il matrimonio gay e per la rimozione di simboli religiosi dagli edifici pubblici, i politici italiani fanno a gara per baciare la mano del papa.
I miei colleghi tedeschi mi chiedono: Come è possibile che l’unica seria opposizione in Italia sia rappresentata da un comico, un filosofo, un giornalista e un ex magistrato? E io dico: l’Italia è un paese in cui 70 deputati del Parlamento sono pregiudicati. Ma è anche un paese dove milioni di italiani scendono per strada a manifestare per opporsi al dominio di questo Parlamento fatto di pregiudicati.
Quando mi sono resa conto che in questo momento storico le parole non portano a nulla, ho deciso di agire. Perché io, a differenza dei miei colleghi, non mi sono solo limitata a riportare la drammatica perdita di appeal dell’Italia per i tedeschi, ma io l’italiano al mio fianco l’ho sposato. Dopo 19 anni di convivenza.

[traduzione: info@ItaliadallEstero.info]
Articolo pubblicato Giovedì 17 Luglio 2008, in Germania.

[Articolo originale di Petra Reski]

martedì 22 luglio 2008

Un gelato all'Equatore

Il nostro pianeta è come se avesse la febbre, noi invece di curarlo, lo lasciamo nella corrente del nostro egoismo e della nostra indifferenza.
La temperatura globale media è aumentata di 0,8 gradi centigradi dall'inizio della rivoluzione industriale. Non sembra molto ma le conseguenze sono enormi. Le calotte glaciali si riducono anno dopo anno ad una velocità impressionante.

Sono gli esseri umani ad aver provocato i cambiamenti climatici già visibili in ogni parte del pianeta, cambiamenti che stanno già provocando danni all'ecosistema mettendo in pericolo la vita di milioni di persone. Se abbiamo iniziato tutto questo, saremo in grado di arrestare tutto, ma è tutta utopia fin quando ci saranno gli interessi economici. Le tecnologie necessarie già esistono.

Nel recente incontro degli 8 grandi "MEMBRI" ad Hokkaido in Giappone dal 7 al 9 luglio si è parlato di cambiamenti climatici in vista della scadenza nel 2012 del Protocollo di Kyoto, le decisioni finali però si avranno al vertice di Copenaghen nel 2009, quando si riparlerà di un dimezzamento delle emissioni di gas entro il 2050. Ci continuano a prendere per il culo.

L'appuntamento è dunque rinviato al 2009, con l'Italia che assumerà la presidenza di turno del G8. Sede del vertice italiano è confermata per ora l'isola della Maddalena, ma parlando del prossimo G8, il presidente Berlusconi ha spiegato che i lavori per approntare la Maddalena ''sono indietro'', è certo se doveva fà prima Villa Certosa. Comunque, ha assicurato, sarà fatto il possibile per finirli e realizzare il prossimo G8 in Sardegna: ''Altrimenti sarà trovata un'altra sede degna e funzionale'', magari Arcore.

lunedì 21 luglio 2008

Il silenzio degli innocenti














...a Violetta e Cristina, due bimbe rom di 11 e 12 anni annegate fra l'indifferenza dei bagnanti a Varcaturo vicino Napoli,













a Luna, la bambina francese di 4 anni alla quale le è stata fracassata la testa dal padre a Piazza Venezia sui marmi del Milite ignoto,










a Nicole, 16 anni morta a Venezia per aver preso dell'ecstasy.

sabato 19 luglio 2008

Sorella Acqua


Da un dossier svolto da Repubblica emerge ancora una volta un problema, non nuovo ma ancora ignorato da chi dovrebbe occuparsene, ovvero i nostri politici.
Il dossier in questione è intitolato così: "Gli acquedotti perdono un litro su due".
Gli acquedotti italiani disperdono il 42% dell'acqua che portano.
Le infrastrutture della rete idrica italiana hanno in media 32 anni.
Destinato alla rete idrica il 3% della spesa totale in lavori pubblici.
291 mila chilometri di tubi dei quali negli ultimi anni le amministrazioni si sono gradualmente disinteressate.
Nel 1985 la rete idrica assorbiva mediamente 2,3 miliardi di euro di investimenti, nel 2005 appena 700 milioni!
Un terzo degli acquedotti italiani non è stato oggetto di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi vent'anni e ci sono almeno 50 mila chilometri di rete che andrebbero totalmente riprogettati.
Buona parte degli acquedotti in Italia risalgono all'immediato dopoguerra.
Molti sono dei veri e propri colabrodo, ma un pò di acqua la portano ancora.
Questo è sufficiente per lo stato e le amministrazioni locali se hanno destinato nel 2005 solo il 3% della spesa complessiva in opere pubbliche.
Il clima sta cambiando e nonostante le emergenze degli ultimi anni i nostri governi e governanti si occupano di tutt'altro.
VERGOGNA.

P.S.
Caro Presidente...
Grazie per aver donato al nostro calcio Ronaldinho, ma VaFFaNCuLo và!

venerdì 18 luglio 2008

Pagliaccio

Berlusconi chiede che il suo governo, sia suo davvero, chiuso nella sua volontà personale, affidato al suo comando di capo che governa, che dispone di tutti i requisiti della legittimità, della piena rappresentanza. E' un sistema che ha la necessità di liberarsi della "dittatura" della norma, del controllo della magistratura, delle discussioni parlamentari. Se tutto questo è vero, vale la pena capire se - quando si parla di "dialogo" - si ha chiaro che Berlusconi accetterà di discutere soltanto se le cose muoveranno nella direzione in cui è già in movimento.
tratto da "LA VOLONTA' DI DOMINIO" di GIUSEPPE D'AVANZO Repubblica.it del 15 luglio 2008

Berlusconi: "Sulla scena internazionale sono l'unico esperto"
18 luglio 2008

Il capo del Governo italiano Silvio Berlusconi ha ieri affermato che sulla scena internazionale è ormai "l'unico con l'autorevolezza e l'esperienza necessarie per affrontare situazioni difficili". "Con la mancanza sulla scena internazionale di persone come Putin, Aznar, Chirac o Shroeder - ha aggiunto - c'è carenza di leadership e i nuovi non si sono ancora impratichiti". Una dichiarazione che ha lasciato di stucco l'opposizione. Secondo Piero Fassino, del Partito Democratico, "non si puó che essere sconcertati per le esternazioni di Berlusconi. "Angela Merkel, Luis Zapatero, Gordon Brown, Nicolas Sarkozy - ha continuato - saranno molto lieti di sapere che il presidente del Consiglio italiano li considera inesperti, sprovveduti e privi di leadership".



mercoledì 16 luglio 2008

Senti chi parla


Come al solito, nel paese dei balocchi e degli infiniti dibattiti, la parola passa come una palla.

Ho come l’impressione, che in generale, ci sia sempre lo spirito di protagonismo incondizionato.

E’ una malattia!

Ora, Celentano e la piazza del Duomo, poi, i politici e quant’altro e la tanto amata Chiesa che non manca mai nella continua ingerenza che ha nella politica italiana e non solo.

Quest’ultima ha la possibilità di interferire da sempre nella politica del nostro Stato per il solito motivo di sempre: politici incapaci di fare politica.

Purtroppo o per fortuna, in Italia abbiamo questo piccolo, piccolissimo appezzamento di terreno che si chiama Vaticano.

A mio avviso con la Chiesa che predicava Gesù Cristo non ha nulla a che vedere quella di oggi.

Sfarzo e palazzi che son più da sultani che da pretini.

(Giusto per chi ama i fatti e non le chiacchiere, si andasse a leggere le varie inchieste fatte sui beni del clero).
Tornando sull’argomento, che da giorni troviamo sulle varie testate giornalistiche e televisive: il caso di Eluana Englaro;

questo non è accanimento terapeutico?
E’ stata dichiarata da tempo in coma irreversibile.

E’ una sofferenza quotidiana quella dei genitori, non che si possa attenuare fermando le macchine, ma, quello che vorrei dire, è semplicemente che la Chiesa va contro se stessa non dando ascolto alla volontà di Dio.

Per Dio, Eluana sarebbe morta 16 anni fa, grazie all’uomo “vive”.

Siate seri pretini, papini e politiconi dei miei stivali!


Senti chi parla

"L'interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti, può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente"
(dal "Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica" si Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, 28 giugno 2005)

di Marco Travaglio tratto da La Repubblica del 16 luglio 2008



La lettera di Adriano Celentano al Corriere della sera di oggi 16 luglio.

Celentano: «Tante bottiglie d'acqua per far crescere in noi un dubbio»
«E se, contrariamente all'apparenza, Eluana fosse in uno stato di serenità?»

Caro Direttore, certo non è difficile immaginare il grande disagio del padre di Eluana e il dolore che, giorno dopo giorno, ha potuto devastare il suo cuore nel vedere una figlia in quello stato. Dopo sette anni di dure battaglie per liberarla dalla morte, rassegnato all'impotenza, soprattutto da parte della scienza, la disperazione lo porta a iniziare una nuova battaglia, ma stavolta non contro la morte. Contro la vita. Quella vita che senza alcuna pietà tiene imprigionata la sua amata Eluana da 16 anni. Quella vita che non vuole cessare, ma che poco per volta fa morire di dolore chi gli sta intorno. Ed è proprio questo dolore così grande, troppo grande, che spinge il padre di Eluana a combattere perché qualcuno lo aiuti a liberare la figlia. Quella figlia che in un lontano giorno gli strappò una promessa: quella di interrompere ogni trattamento di sostegno, nel caso si fosse trovata nella situazione in cui, purtroppo ancora oggi, giace dopo 16 anni. Una battaglia quella di Beppino Englaro che racchiude una contraddizione spaventosa, ma al tempo stesso, forse, il più grande gesto d'amore che un padre possa fare per una figlia. È chiaro che, per quanto mi riguarda, essendo un credente, nel senso che do per scontato che il nostro, qui sulla terra, nel bene e nel male, non sia che un misero microscopico passaggio in confronto a quella che sarà la vera Vita! Quella vita che Dio ci ha preservato nell'eterna Bellezza. E se poi penso alle parole di Gesù quando disse che «l'uomo non è padrone neanche di uno solo dei capelli che porta in testa», non posso che essere d'accordo con chi la difende, la vita.


Ammiro quindi Giuliano Ferrara per le sue battaglie a favore della vita e spero, pur comprendendo il suo stato d'animo, signor Englaro, che le bottiglie d'acqua in piazza del Duomo aumentino. (Il video) Aumentino per far aumentare il dubbio. Il dubbio in coloro che credono di non avere dubbi e quindi di scartare a priori la possibilità di un'altra vita oltre quella terrena. Una vita diversa dove non ci sono bugie e incidenti ma solo gioco e Amore. Quell'amore che la sua amata figlia non ha fatto in tempo a conoscere. E qui, solo per un attimo, vorrei mettermi nei panni di chi non crede ed è amareggiato per la triste sorte di una figlia. Così mi chiedo se qualche volta, specie in casi come questi, a uno che non crede possa venire il dubbio, che magari potrebbe esserci davvero un qualcosa che va oltre l'aridità di questo attimo fuggente trascorso sulla terra. E allora, come padre, mi domando: forse Eluana vuol dirmi di non prendere in considerazione ciò che mi chiese in un momento di spensierata giovinezza?... Forse nei luoghi dove si trova ora non soffre e magari già intravede le meraviglie del cielo?... E se, contrariamente all'apparenza, si trovasse invece in uno stato di grande serenità, in attesa del trionfale ingresso nella vita celeste? O forse, chissà, di un ritorno a questa, di vita?... E poi ancora, la cosa che più di tutti mi domanderei: e se fossi proprio io a rattristare il suo animo, per il gesto che suo padre sta per compiere?... Certo mi rendo conto che è facile parlare per chi è al di fuori della tragedia, e io mi scuso per questo, signor Englaro. Ma la mia vuole essere in qualche modo una parola di aiuto, per chi si trovasse nella sua situazione. A volte i miracoli succedono proprio quando meno te l'aspetti. Forse Eluana ha bisogno della conversione di suo padre per far sì che la sua dipartita da questo mondo avvenga in modo spontaneo e senza alcuna interruzione. O addirittura che si svegli. Si dice che la fede è un dono. Perché solo attraverso la fede succedono le cose più grandiose, e io dirò una preghiera per lei.
Adriano Celentano


16 luglio 2008

Per chi volesse leggere la sentenza della Cassazione :
Sentenza Cassazione civile, sez. I, sentenza 16.10.2007 n° 21748


martedì 15 luglio 2008

Lodo Mangano



l'Unità, 12 luglio 2008 di Marco Travaglio

Vignetta di Molly Bezz



Ieri La Stampa e l’altroieri il Corriere sono usciti con due editoriali dallo stesso titolo: “Il male minore”. Il primo di Carlo Federico Grosso, il secondo di Vittorio Grevi. I due insigni giuristi sostengono la stessa tesi: piuttosto che sospendere per anni 100 mila processi, meglio il lodo Alfano che sospende solo quelli di Berlusconi. Almeno si potranno celebrare tutti gli altri. La tesi è interessante, anche se non proprio inedita: già Catalano, a “Quelli della notte”, teorizzava che è meglio sposare una donna bella, giovane e ricca che una donna brutta, vecchia e povera. E’ probabile che, pur senza cattedre né lauree, anche Catalano riuscirebbe a sostenere che è meglio sospendere 4 processi che 100 mila. Ma avrebbe qualche difficoltà a scrivere contemporaneamente che il Lodo è incostituzionale, ma il capo dello Stato fa bene a firmarlo, anche se sarebbe suo dovere di garante della Costituzione non firmarlo, però Ciampi firmò il Lodo Schifani ancor più incostituzionale del’Alfano e allora il suo successore deve ripetere l’errore perchè non si interrompe un’emozione. La teoria del male minore è quella che negli anni 20 ha spalancato le porte al fascismo. Berlusconi ci campa da più di vent’anni. Crea un precedente, fa un gran casino per farlo digerire, giura che è l’ultima volta. Invece è sempre la penultima. Lo erano i decreti salva-Fininvest di Craxi nel 1984-‘85. Lo era la legge Mammi nel ‘90. Lo erano le leggi ad personas per mandare in prescrizione i suoi processi e salvare il suo monopolio abusivo sulle tv, gentilmente offerte dall’Ulivo ai tempi della Bicamerale. Lo erano le leggi ad personam firmate da lui stesso nel 2001-2006. Alla fine qualche buontempone tirò un sospiro di sollievo: “Bene, ora che ha risolto i suoi guai con la giustizia, si può finalmente parlare di politica”. Peccato che lui nel frattempo avesse seguitato a delinquere, procurandosi nuovi processi, oltre a dover salvare Previti per evitare che ritrovasse la memoria: l’Unione gli regalò pure l’indulto Mastella di 3 anni, liberando 40 mila delinquenti per salvarne uno. Così poi il governo crollò grazie a Mastella e l’Unione perse le elezioni, mentre chi l’aveva imposto così ampio riuscì a stravincerle all’insegna della “sicurezza” e della “tolleranza zero”. Questo grottesco “dialogo” dove parla solo lui, questo ridicolo “pari e patta” dove vince solo lui, questo stravagante “do ut des” dove si vede solo il do e mai il des è proseguito anche durante e dopo la campagna elettorale. Lui aveva il solito problema: sistemare 4 processi e una tv abusiva. E ha cominciato a scassare tutto, come gli insegnò l’”eroe” Vittorio Mangano quand’era a servizio in casa sua ad Arcore. Ogni tanto voleva l’aumento o era un po’ giù di morale, allora andava nell’altra villa, quella di via Rovani a Milano, e la sventrava con una bomba. “Un altro scriverebbe una raccomandata”, disse Al Tappone a Dell’Utri in una celebre telefonata nel 1986, “lui ha messo la bomba”. E Marcello, sempre spiritoso: “Per forza, non sa scrivere!”. Angelino Alfano, invece, sa scrivere. Soprattutto le leggi che gli dettano il padrone e l’avvocato Ghedini. Si sequestra la Giustizia bloccando 100 mila processi, vietando di intercettare i delinquenti, tagliando i fondi alla Giustizia e alle forze dell’ordine e gli stipendi ai magistrati. Poi arriva Angelino Jolie a chiedere il riscatto: se passa subito il Lodo Mangano, si modifica il blocca-processi. Chissenefrega degli altri 100 mila processi, se saltano subito i 4 di Al Tappone. Ha vinto lui, per l’ennesima volta. Ha vinto il racket, anche se il coro dei servi urlacchia “abbiamo vinto noi, ora riparte il dialogo, il vero problema sono Grillo e Sabina Guzzanti”. Poco importa se, fino a mezz’ora prima, queste facce di tolla avevano giurato il blocca-processi era cosa buona e giusta, ed era fatto per noi, non certo per Lui. Al Tappone aveva scritto al suo riporto personale, Schifani, che il blocca-processi era talmente urgente decisivo per le sorti della Nazione da non ammettere discussioni, e pazienza se casualmente “sarebbe applicabile a uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica”. Ora che il blocca-processi sparisce, è ufficiale che il premier ha mentito al Senato e al suo indegno presidente per ottenere quel che voleva. “Il male minore - diceva Sylos Labini - non esiste: è sempre il preannuncio di un male peggiore”. Appuntamento al prossimo male minore.

venerdì 11 luglio 2008

Made in Italy


Siamo un paese di pensatori, girotondisti e voltagabbana.
Questo è quanto purtroppo ci rende davvero "Made in Italy" agli occhi degli altri.
Che sia la destra o la sinistra a scendere in piazza, si può offendere e dire ciò che si vuole, le eventuali offese per loro non sono tali e ci sarà il "maestro" di turno che darà la sua opinione.
Il punto non è la piazza, magari si riducesse solo alla piazza e poi nei "palazzi" non accadesse, ho visto di peggio, sputi e quant'altro.
Quel "Made in Italy" ci dà un pizzico di paraculaggine e propensione all'imbroglio che non esita a venir fuori quando serve.
Nessuna etica nè morale o troppa etica e morale, mai la misura del giusto, fatto sta che a parlare con un "Made in Italy" si vedrà sempre un discorso praticissimo diventare una diatriba teatrale a due voci e mille pensieri.
L'attuale situazione italiana non la trovo preoccupante, la trovo irreversibile.
Si dice che una volta toccato il fondo per forza si risale, noi abbiamo sfondato il fondo e stiamo precipitando all'inferno per chi ci crede e nella melma per gli altri.
Il nostro attuale presidente del consiglio è l'apoteosi.
E' quanto nemmeno in un fumetto si sarebbe mai immaginato di scrivere e disegnare.
Mi fa vergognare d'essere italiano.
Non si è mai saputo da dove abbia preso i soldi per iniziare e assestare l'impero che ha.
Milano 2 non la costruisci con i risparmi avuti grazie ai temi che vendevi a scuola o alle canzonette cantate ad intrattener non so chi...
Da allora ha manipolato le menti di una nazione grazie alla detenzione quasi totale dell'informazione, si stima l'80%, televisioni stampa e quant'altro, scusate se è poco.
E' entrato in politica per sua affermazione, ma non era difficile capirlo, per salvarsi dal tracollo suo e delle sue aziende, dalla galera certa.
Entrare in politica e modificare la costituzione, creare e continuare a creare leggi ad personam è quanto nessuno si sarebbe mai sognato di vedere.
Purtroppo, e lo dico con tanto rammarico, c'è metà, dico almeno il 50% dei nostri Made in Italy completamente manipolato o completamente cieco dal dire che tutto questo sia addirittura normale o che chiunque avrebbe fatto lo stesso.
Siamo da 15 anni sotto assedio, lui è la punta dell'iceberg, sotto di lui tutti o la gran parte degli uomini politici italiani sono e saranno macchiati a vita, in modo indelebile per non aver mai fatto gli interessi della nazione, se non i propri.
Con il voto di ieri il leader-sovrano Berlusconi si differenzia dai suoi concittadini, sottraendo l'imputato Berlusconi al suo legittimo giudice che lo sta processando per reati comuni, per nulla legati all'attività politica.
Fino a quando non ha avuto la certezza che il lodo-vergona-Alfano venisse approvato, (porta solo il nome del ministro ma dovrebbe portare il nome dell'avvocato personale di Berlusconi, Ghedini), ha caricato a testa bassa senza esitare a bloccare 100mila processi, pur di bloccare il suo.
Avuta la certezza che l'immunità diventerà subito legge ha disfatto in poco la blocca processi, dimostrando così platealmente che la norma non aveva alcuna urgenza reale ma era solo strumentale alla sua difesa.
Questa è la Democrazia italiana.
Prima o poi il Padre eterno, per me credente, ci libererà di lui, speriamo ci liberi da quel essere "Made in Italy".

mercoledì 9 luglio 2008

J'accuse

Oggi prendo in seria considerazione che la soluzione migliore è di andarmene da questa nazione malata che non guarirà mai. Dico mai e quindi o mi rassegno definitivamente alle mie idee moraliste facendo finta di non vedere nè sentire o diventerò matto. Andarsene è la cosa migliore, credo. Come andar via da Napoli, mi dicevano che le persone migliori se ne vanno, sapevo di non riuscire a far nulla di buono per la mia città se non buttare la carta a terra o fermarmi al semaforo. Quando ci torno nei fine settimana ho la conferma di aver fatto la cosa giusta, andar via ha fatto si che non vedessi e vivessi più quello scempio. Oggi mi ritrovo nella stessa situazione. Dalla manifestazione di ieri mi dissocio in quanto non è stato il modo giusto nè corretto. Di Pietro 3 mesi fa era al governo e non ha fatto un cazzo per impedire quanto oggi accade. Guzzanti sfora nella follia e lo ha confermato ieri, non puoi, in uno stato cattolico, dove hai purtroppo o per fortuna il Vaticano dire che il Papa fra vent'anni sarà all'inferno tormentato da diavoloni frocioni e attivissimi. Non puoi dire che la Carfagna ha ciucciato l'uccello a Berlusconi per esser lì, è verissimo ma con questi modi "volgari" fai semplicemente il suo gioco, di Berlusconi quando la manifestazione era contro di lui. Grillo sta facendo l'impossibile ma poi? Non succede niente.
Travaglio continua a farci pervenire i FATTI che la disinformazione, pilotata ad hoc, non ci fa sapere e non smetteremo mai di ringraziarlo ma poi i fatti ci dicono che siamo cittadini di una nazione fallita.

Andare a fare in culo si! In Italia non si è ancora riusciti a mandare in GALERA i mandanti a volto coperto delle stragi di FALCONE E BORSELLINO e di tante altre ancora, non si è mandato ancora in galera chi ha redatto il programma e chi ha preso parte della LOGGIA MASSONICA P2 in quanto veri e propri GOLPISTI che hanno reso effettivi gran parte dei punti elencati nel programma redatto all'epoca.
E' da lì che si deve ripartire.






martedì 8 luglio 2008

Che Ingustizia La Giustizia


La settimana scorsa, il 2 luglio se non ricordo male, non sono riuscito a dormire dopo aver visto "Matrix", la trasmissione di Enrico Mentana che ha dato libera voce al Ministro della Giustizia del governo Prodi, ebbene si avete letto bene, mastella.
So che grammaticalmente non è corretto scrivere i nomi di persona in minuscolo ma moralmente lo trovo correttissimo!

Per tutta la trasmissione non ha fatto altro che ripetere che contro di lui sono stati cattivi, gli hanno fatto delle cattiverie.



Ma com'è possibile aver ancora il coraggio di mostrarsi davanti a milioni di spettatori dopo aver fatto quel pò di schifezze e per lo più giustificarsi come fanno i bambini :"Loro sono stati cattivi con me."
Che vergogna.

Da perderci il sonno nel vero senso della parola.

mastella ha passato 31 anni nel Parlamento, se la pensione i parlamentari l'ottengono dopo 2 anni e mezzo fatevi due conti.

Ha pure la pensione da giornalista per esser stato iscritto alla categoria per 397 giorni.

E' passato da destra a sinistra come se cambiasse carreggiata su di una strada e per rimanere in tema ALLA FINE DELLA STRADA ha svoltato a sinistra.

Ha ripetuto cento volte la parola famiglia, come se l'avesse solo lui, dicendo che chiunque farebbe qualcosa per i suoi cari, vergogna.

Ha sistemato la moglie alla Presidenza del Consiglio Regionale della Campania, il figlio Pellegrino (sacro e profano) come consulente giuridico al Ministero delle Attività Produttive, l'altro è quello della trasferta a Monza per la premiazione del gran premio di F1 con l'aereo di stato, dice che non si vedevano mai.

Ha comprato 6 immobili al centro di Roma, tra lungo Tevere Flaminio e Piazza Argentina, di uno ne ricordo i dettagli, 8 dico otto vani per poco più di 300.000,00 euro, sostiene di non aver avuto agevolazioni.

Aggiunge però che noi suoi connazionali dovremmo considerare che cmq da 25 anni vive sempre nello stesso appartamento romano di 80 metri quadri, in pieno centro, a me dovrebbero dare per lo meno una laurea ad Honoris Causa in sociologia per vivere in 37 mq in periferia fuori dal raccordo.

Inizio a credere di aver ricevuto un'educazione sbagliata a questo punto, inizio a credere che i valori che mi hanno trasmesso sin da bambino sono falsi, che il giusto non esiste.

Si chiamano politici, meglio dire politicanti dell'interesse e dell'imbroglio.

Ci governano come se fossimo cretini, un pò si, bisogna dirlo se la metà degli italiani ha votato di nuovo berlusconi. (in minuscolo perchè moralmente corretto)

Mio Dio chi ho nominato, mi passa la voglia di scrivere quasi quasi ma poi? Continuo.

Non vorrei sentire nessuno che mi dica che anche io me la prendo con lui.

Magistrati da anni gli sbattono sotto il naso tutte le magagne che ha combinato e lui continua a farsi leggi per non esser condannato.

Cribbio come direbbe lui.

Dall'ultimo punto a quello che sto scrivendo ora c'è stata una pausa di 5 minuti a fissare nel vuoto, come avevo già detto, a volte mi sento ridicolo semplicemente per dover scrivere cose tanto sfacciatamente vere che oramai la gente fa finta di non capire.

berlusconi tutt'ora è incensurato, ma un'occhiata ai procedimenti giudiziari a suo carico magari non fa male.


Le testate giornalistiche estere iniziano a chiedersi come sia possibile tutto questo, un nuovo dittatore felicemente votato dal suo popolo ci governa.

Questa non si chiama Giustizia.

Che bella parola, che lingua perfetta la nostra, non c'è bisogno di spiegarla, si spiega da sé.

E' per caso figlia della cattiva sorte la Giustizia?
Possibile che sia stata così poche volte rispettata???

Oggi come Ministro della giustizia abbiamo niente poco di meno che, angelino alfano, ma chi cavolo è ?

Cenni biografici,


Tutto il mondo invidia il nostro Codice, siamo la patria del Diritto e ci mettono a turno a capo della Giustizia mastella o angelino alfano ???? (sempre in minuscolo i loro nomi, moralmente corretto)

La nuova legge blocca processi fermerà per un'anno almeno 100.000 mila processi, solo per interromperne uno, che vi dico a fare quale...

Basterebbe per lo meno a noi cittadini veder condannare gli assassini, i criminali tutti, senza distinguerli in quelli appartenenti alla Mafia e non, se lo sei sei uguale agli altri, insomma chi commette reati GRAVI.

Escono di galera il fior fiore dei boss per scadenza dei termini, ma stiamo scherzando?

Processi che durano decenni, si dovrebbe snellire l'iter non femare i processi, non concedere l'Immunità alle più alte cariche dello Stato, dovrebbero esser d'esempio...

Le bestie di Satana, quanti anni orsono che ne sentiamo parlare?

Cavolo qualora li hai beccati ci metti 10 anni per sbatterli dentro e buttare la chiave? Che c'è da processare, quali dibattimenti o menate varie?

Nel grande film il "Marchese del Grillo" con Alberto Sordi c'è una scena che cito volentieri.

Il gendarme dell'epoca esclamava :"Son cazzi tuoi, in galera!"

E del ritorno alle leggi razziali in Italia dopo mezzo secolo ne vogliamo parlare?
Le impronte digitali ai Rom. Come se fosse difficile beccarli, ho letto qualche tempo fa di una coppia di zingarelli fermati non ricordo dove 114 volte, sono sempre riusciti a scappare dal fermo di Polizia!

I fatti di sangue sono gravi e sporchi come i reati finanziari, per soldi che ammazzi nella rapina, è per soldi che ammazzi uno Stato.

Gandhi diceva :"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo".

Stefano dice :"Le chiacchiere stanno a zero".

lunedì 7 luglio 2008

Come ci vede la stampa estera 2

Il ritorno dell’ ”One Man Show”

[Der Standard]

Inaccettabili intrecci tra media e politica – “One Man Show: Silvio Berlusconi e i media” di Dirk Feustel

L’incompatibilità tra potere politico e potere mediatico è indiscutibile, secondo standard di integrità morale validi a livello internazionale. Il libro “One Man Show”, basandosi su precise ricerche sulla storia di Silvio Berlusconi, sui suoi rapporti d’affari internazionali e sul suo impero mediatico, cerca di dare una risposta alla domanda su come sia possibile che l’Italia dal 1994 al 2006 abbia avuto un primo ministro condannato per falsa testimonianza e accusato dalla magistratura di falso in bilancio e frode fiscale.
Il giornalista Dirk Feustel illustra come si sia giunti al “sistema Berlusconi”. Oltre ad offrire una ricca biografia e la descrizione, la genesi e la struttura del panorama mediatico italiano, spiega come Berlusconi, grazie a mosse mediatiche, si sia costruito un’immagine notevole. L’autore presenta i suoi amici, i contatti e i dettagli dell’inarrestabile crescita economica, affiancata dall’acquisizione di tv commerciali in Italia, Francia, Spagna e Germania. Un capitolo è dedicato alla sua influenza a livello europeo, alla sua collaborazione con Leo Kirch, ai suoi rapporti con le banche svizzere. Con un capitale privato stimato dalla rivista Forbes in 12 miliardi di euro, è oggi uno dei 50 uomini più ricchi del mondo. Il suo gruppo Mediaset controlla, direttamente o indirettamente, il 70 per cento dei media italiani. Indirettamente si potrebbe giungere alla conclusione che il “sistema Berlusconi” sia, in ultima battuta, una rappresentazione deformata del sistema Italia.
Il carattere a volte bizzarro del carismatico e vanesio attore di se stesso non sfigurerebbe in una Commedia dell’arte. Ne emerge l’immagine di un uomo che si ritiene grande politico, magnate dell’economia, cantante, intrattenitore, attore, tombeur de femmes e amante. Nessuno in Italia ha una così alta opinione di sé.
Come è possibile che Berlusconi, già primo ministro italiano a governare per più tempo, che ha perso le elezioni del 2006 non per ultimo a causa delle accuse di abuso di potere, sia stato eletto nuovamente nel 2008 dagli italiani? Il libro non fornisce una risposta razionale a questa domanda, ma illustra in modo difficile da scordare gli aspetti mediatici, sociali ed economici.


tratto da Italia dall'Estero traduzione: info@ItaliadallEstero.info]Articolo pubblicato Domenica 29 Giugno 2008, in Austria

[Articolo originale di Gregor Auenhammer]

domenica 6 luglio 2008

Come ci vede la stampa estera

Silvio Berlusconi rimane un imbarazzo per la democrazia

[The Obsever - Editorial]

Il grande paradosso della democrazia è che la libertà politica di cui ha bisogno per svilupparsi fornisce sostegno anche ai propri nemici. Una società democratica deve tollerare, fino ad un certo punto, l’attività di quei politici dagli istinti fondamentalmente antidemocratici.
Prova lampante è il fatto che Silvio Berlusconi sia stato liberamente eletto Presidente del Consiglio. Ha assunto l’incarico da 50 giorni, dopo un periodo all’opposizione, avendo precedentemente governato nei periodi 1994-95 e 2001-2006. Durante il primo mandato era stato denunciato di corruzione dai suoi avversari - ma mai condannato. E’ anche stato regolarmente accusato di nepotismo, cattiva gestione dell’economia e nazionalismo reazionario socialmente scissionista. Eppure, ha vinto ancora.
Berlusconi è stato eletto grazie a promesse di rinascita economica (l’Italia ha una delle economie dalla crescita più lenta nella zona Euro), gonfiata da l’ulteriore promessa di usare la mano pesante con la criminalità e l’immigrazione, che il partito Forza Italia presenta quotidianamente come un unico problema.
Al governo, egli ha proposto una severissima schedatura razziale, il rilevamento delle impronte digitali dei bambini Rom e la minaccia di allontanare dai propri genitori quelli che chiedono l’elemosina nelle strade italiane, una misura vista dai leader di altre minoranze come un ritorno al passato fascista dell’Italia.
Berlusconi è anche ritornato sul suo tema legislativo preferito: proteggere sè stesso dalle varie accuse di corruzione che si sono accumulate contro di lui negli anni. Vuole far passare una legge che renderebbe le più alte cariche dello Stato, inclusa ovviamente la propria, immuni da procedimenti penali. Quando ha tentato di introdurre il medesimo provvedimento nel 2004, la Corte Suprema lo giudicò anticostituzionale. Un’altra legge in via di approvazione sospenderebbe per un anno certi processi in cui il presunto crimine conduce ad una sentenza maggiore di 10 anni. Un processo del genere, che dovrebbe iniziare il prossimo mese, comprende accuse di corruzione nei confronti di Berlusconi.
Questo programma è una piccola parte della guerra spietata nei confronti della magistratura e di quei settori dei media determinati a costringerlo a rendere conto delle proprie azioni. (Il Presidente del Consiglio ha il controllo sostanziale della televisione privata e usa la propria posizione per influenzare l’emittente pubblica.) I giudici che lo perseguono, egli afferma, sono “il cancro nella nostra democrazia”.
Tutto ciò è stato condotto con le maniere spudorate ed appariscenti tipiche di Berlusconi che, se non fossero tanto inquietanti, ricorderebbero quelle del presentatore di un circo.
La guida di Berlusconi è una tragedia per gli italiani, anche se la scomoda verità a proposito di tale problema è che così tanti di loro lo hanno votato. Ciò dovrebbe servire da avvertimento per gli altri Paesi dell’Europa occidentale che ritengono che la loro cultura democratica sia così ben radicata da essere immune da minacce interne. Se questo è il grande paradosso della democrazia, il più grande cliché nella politica è che le nazioni ottengono i leader che meritano. Ma certamente l’Italia e l’Europa meritano qualcosa di meglio di Silvio Berlusconi.


tratto da Italia dall'Estero - [traduzione: info@ItaliadallEstero.info]Articolo pubblicato Domenica 29 Giugno 2008, in Inghilterra.

[Vai all'articolo originale su The Observer]

venerdì 4 luglio 2008

In Difesa della Costituzione

http://www.repubblica.it/speciale/2008/appelli/costituzionalisti/index.html





















foto di Roberto Corradi


Pur di bloccare il suo di processo (Berlusconi-Mills) se ne bloccheranno 100.000.

Il primo decreto VERGOGNA ha come intento bloccare per un anno i procedimenti penali in corso per fatti commessi prima del 30 giugno 2002, con esclusione dei reati puniti con la pena della reclusione superiore a dieci anni.

Il secondo decreto VERGOGNA è reintrodurre nel nostro ordinamento l'immunità temporanea per reati comuni commessi dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Presidenti di Camera e Senato anche prima dell'assunzione della carica.

Tratto da www.repubblica.it del 04/07/2008


giovedì 3 luglio 2008

Intro

Avevo pensato di scannerizzare l'originale ma poi si appensantiva la pagina, pensato per dare il senso alla Penna e al foglio, grandi strumenti usati pochissimo oggi giorno, quindi trascrivo esattamente dall'originale.

E' come se mettessi per la prima volta la penna su di un foglio...si direbbe che non ci sono limiti nello scrivere ma potrebbe diventare impossibile poi rallentare i pensieri per poi scriverli.

Non sono mai stato uno a cui piacesse scrivere ma mi comincia a piacere l'idea di poter magari un giorno rileggere che so una teoria da me trovata.

Buuuuuu...sento i fischi e gli scampanellii tipo "La corrida" del sabato sera mentre penso a quanto appena detto, una teoria.

Sarà che tutto si riduca nel trovare il canale giusto dove far sfociare la propria inquietudine ma paradossalmente trovo la prima incoerenza con quello che stò facendo, scrivere.

Potrebbe per qualche aspetto sembrare la cosa più facile da fare, il canale più facile da imboccare, ma non so perchè a me risulta tanto ostile, potrei tranquillamente dire che nella mia vita questa è la quinta volta che scrivo qualcosa di più lungo di un biglietto di auguri, tralasciando la trascrizione in copia delle canzoni, tra l'altro in inglese, che ascoltavo dal walkman a scuola.

Già dai temi d'italiano alle superiori si evinceva in me quella natura inquieta dell'iniziare a scrivere del come si viveva il rapporto tra compagni di scuola per arrivare alla in/giustezza della pena di morte con una semplicità disarmante.

Tra poco più di un mese compirò 30 anni, giusti devo dire, sarebbe perfetto, o quasi, se si fermasse il mio orologio biologico a quest'età, possibilmente a settembre dopo magari un'estate che ti abbia tolto di dosso le pippe mentali accumulate solo nell'anno in corso.

Probabilmente so di non saper scrivere o fa parte anche questo della natura insoddisfatta e disfattista che ho dal trattenermi nel farlo, ma come in tutto quello che penso c'è sempre l'altro lato della medaglia che mi fa dire il contrario.

Mi chiedo chi mi piacerebbe tener accanto come mentore da seguire in questo momento, purtroppo di Virgili oggi giorno non ce ne sono e allora ci si accontenta per forza di quel lato buono e propositivo che ognuno di noi ha dentro di se.

Dovrei forse darmi una traccia da seguire, altrimenti rischio la camicia di forza se uno psichiatra leggesse quanto fin'ora ho scritto.

Il mio senso d'inquietudine, o meglio, come definiresti il Senso della vita, per esempio.

I nostri tempi paradossalmente ripetono per forme o significati periodi già passati e ripetuti centinaia di volte, ovvero l'uomo com'è capace d'intasare il mondo sempre per la solita ragione, l'interesse.

L'interesse per l'uomo di prevaricare sull'altro.

Ricordo vagamente il concetto di un'economista, credo si chiamasse Adam Smith *, che iniziava la sua teoria dicendo che l'uomo è un animale sociale in quanto ha bisogno dei suoi simili per appagare i suoi bisogni, scopi, non ricordo, sto parlando di qualche lettura fatta con malavoglia una decina d'anni fa.

Bene, da questo concetto, e siamo davvero in tempi recenti, è andata completamente perduta questa teoria, figuriamoci se andassimo indietro di secolo in secolo.

Non cambia assolutamente niente, sempre il concetto di prevalere l'uno sull'altro, senza ideali ne oggi come allora.

Si dice che l'uomo si differenzia dalle bestie per l'intelligenza, ma mi suona strano se penso che alla quasi fine del mondo ci si sia arrivati grazie ai grandi uomini di questi e dei tempi remoti.

Si dovrebbero clonare determinati uomini, o si dovrebbe geneticamente modificare la gran parte di essi per poi pian piano riuscire a vedere qualcosa fatta per bene.

Com'è possibile che uomini, così intelligenti, non riescano a mettere da parte il petrolio, motivo di dissesto geopolitico-economico del diciannovesimo secolo, per far spazio a fonti di energie rinnovabili che migliorerebbero di sicuro il pianeta e conseguentemente la storia ???

Come cazzo si fa a metter insieme quella trentina di persone che da sole decidono della vita di 6 miliardi di persone ?

Mio Dio, sembrerebbe così facile, lo è ancor di più seguendo i loro incontri, si chiamano G8, o gli incontri della FAO, porca puttana sarebbe meglio non s'incontrassero mai ! Ogni qual volta lo fanno ci scappa una guerra, grande o piccola che sia!

Sono propenso a continuare questi appunti, è una ripromessa che sto facendo a me stesso, mai mantenuta fin'ora, è che adesso proverò a conciliare il sonno pensando che fra meno di 3 ore inizierà la giornata lavorativa di quel piccolo uomo che sono.

Roma, 04:10 del 27/06/2008.

Stefano


*Francis Hutcheson

WELCOME