Non ho accennato a quanto successo, l'aggressione, solo un pò pena mi ha fatto, nulla di più.
lunedì 21 dicembre 2009
che VERGOGNA sei!
Non ho accennato a quanto successo, l'aggressione, solo un pò pena mi ha fatto, nulla di più.
sabato 5 dicembre 2009
Occultati da cosa?
IL DOCUMENTO
La desposizione di Spatuzza
"Mi parlarono di Berlusconi e Dell'Utri"
Ecco le sue principali affermazioni:
- "Ho riferito quello che sapevo su Berlusconi e Dell'Utri solo il 16 giugno del 2009 ai magistrati di Firenze perché, prima, temevo che si potesse dire che tiravo in ballo i politici per accreditarmi come pentito".
- "Graviano mi disse che avevamo ottenuto tutto quello grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia. Mi vengono fatti i nomi di due soggetti: di Berlusconi, Graviano mi disse che era quello del Canale 5. E c'era di mezzo un nostro compaesano, Dell'Utri. Grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo praticamente il Paese nelle mani".
- "Cosa nostra è un'associazione mafioso-terroristica. La definisco così perchè dopo il '92 ci siamo spinti un po' oltre, in un terreno che non ci appartiene".
- "Dopo le stragi di Capaci e Via d'Amelio abbiamo gioito, perché Falcone e Borsellino erano nostri nemici; mentre i morti di Firenze e Milano non ci appartenevano. Quando rappresentai a Giuseppe Graviano questa mia debolezza, lui mi rispose: 'E' bene che ci portiamo un po' di morti dietro, così chi si deve muovere si dia una smossa. Graviano mi disse che dovevamo uccidere un bel po' di carabinieri e organizzammo l'attentato (fallito), all'Olimpico di Roma".
- "Nell'87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni. All'epoca il capolista era Claudio Martelli. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo".
- "Il mio pentimento è la conclusione di un bellissimo percorso spirituale cominciato grazie al cappellano del carcere di Ascoli Piceno" e proseguito all'Aquila, dove "sono stato confessato dall'arcivescovo", monsignor Giuseppe Molinari.
(4 dicembre 2009)
venerdì 20 novembre 2009
giovedì 19 novembre 2009
Censura a la 7
Quanto è accaduto lunedi scorso a La7 è un fatto grave che fotografa il brutto clima che oggi si respira in troppe redazioni. Bloccare la trasmissione dell’inchiesta realizzata da Silvia Resta sulla presunta trattativa tra mafia e stato, a poche ore dalla messa in onda, e dopo averla addirittura annunciata nel tg delle 12,30, rappresenta un esplicito e grave atto di censura. Ed è altresì inaccettabile il tono minaccioso e intimidatorio usato nei confronti della giornalista autrice dell’inchiesta in seguito alla legittima richiesta del comitato di redazione di La7, che voleva spiegazioni sulle ragioni dello stop del servizio giornalistico.Episodi gravi e sempre più frequenti sia nell’emittenza pubblica che in quella privata, che chiamano in causa direttamente il ruolo del sindacato nazionale dei giornalisti e dell’ordine professionale ma che riguardano tutti i cittadini che hanno a cuore la tutela dei principi democratici sanciti dalla Costituzione a cominciare dall’articolo 21 sulla libertà di stampa.
lunedì 16 novembre 2009
Inchieste...da Report
L’inchiesta
«Report»: Banca Arner e quei conti del premier
Il caso dell’istituto in cui Bankitalia ha riscontrato «gravi irregolarità» sull’antiriciclaggio
Milena GabanelliROMA — Nella sede milanese della svizzera Banca Arner la famiglia Berlusconi ha quattro conti correnti per un totale di 60 milioni di euro, di cui uno intestato direttamente al presidente del Consiglio per dieci milioni e altri tre per 50 milioni a capo delle holding italiane Seconda, Ottava e Quinta, amministrate dai figli Marina e Piersilvio. Lo rivela la trasmissione Report di Milena Gabanelli andata in onda ieri sera su Rai Tre. Tra i clienti della banca ci sarebbero anche Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum, e Stefano Previti figlio di Cesare. La notizia arriva verso la fine della puntata dedicata in gran parte al fenomeno dell’esportazione illegale dei capitali e alla nuova versione dello scudo fiscale che — secondo la testimonianza del consulente delle Procure Giangaetano Bellavia — «con le modifiche del 3 ottobre è allargato alle dichiarazioni fraudolente, alle fatture false e alla distruzione delle scritture contabili». L’inviato di Report Paolo Mondani ricostruisce la storia della Banca Arner, fondata nel 1994 da Paolo Del Bue, Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli. Nel 2003 viene aperta la sede Milanese e negli anni successivi scattano una serie di disavventure giudiziarie. Il 7 maggio del 2008 Bravetti viene messo per due settimane agli arresti domiciliari dalla Procura di Palermo con l’accusa di intestazione fittizia di beni avendo aperto un conto di 13 milioni di euro a favore di Teresa Macaluso nascondendo il vero proprietario e cioè il marito e costruttore siciliano Francesco Zummo, collegato al clan Ciancimino, indagato per mafia ma assolto in appello. I beni di Zummo — valutati tra i 500 milioni e il miliardo di euro — sono stati messi sotto sequestro. Secondo Report Del Bue è legato all’avvocato David Mills che, per la sentenza di primo grado confermata in appello, si sarebbe fatto pagare da Berlusconi anche per nascondere fondi neri che facevano capo alle società Century One e Universal One. A gestire i conti esteri delle due società era il cittadino svizzero Del Bue il quale, nonostante sia stato imputato di riciclaggio nel processo sui diritti Tv, si è sempre rifiutato di rispondere ai magistrati. Sempre secondo la ricostruzione di Report a mettere in contatto Bravetti con Zummo sarebbe stato l’avvocato Paolo Sciumè. Il noto professionista, racconta Mondani con voce fuori campo, è nei consigli di amministrazione di molte società tra cui Parmalat dove è finito sotto processo per bancarotta ma assolto in primo grado. Nel 1996 entra nel cda di Mediolanum e nel 2003 in quello di Banca Mediolanum. La Banca Arner, il 17 aprile del 2008, viene messa sotto torchio dagli ispettori della vigilanza della Banca d’Italia che riscontrano «gravi irregolarità a causa delle carenze delle violazioni in materia di contrasto del riciclaggio». Bankitalia commissaria la Arner con Alessandro Marcheselli che un anno dopo viene sostituito con altri due commissari perché indagato pure lui per favoreggiamento al riciclaggio. La trasmissione, dal titolo «La banca dei numeri uno», inizia con l’arresto all’aeroporto di Malpensa dell’avvocato Fabrizio Pessina, il 18 marzo scorso: nel suo computer la guardia di Finanza trova 552 nomi con a fianco il numero di telefono e le società offshore di riferimento. Da lì comincia il viaggio tra le tecniche vecchie (gli spalloni) e nuove (incroci di società off-shore) usate per dribblare il fisco. Milena Gabanelli, alla fine, si chiede «se non sarebbe opportuno, per il premier, prendere i suoi 60 milioni di euro, spostarli da lì (la Banca Arner) e depositarli in un’altra banca italiana un po’ più trasparente».
Roberto Bagnoli 16 novembre 2009
mercoledì 11 novembre 2009
Cose da pazzi resume
Dopo il caso Stefano Cucchi dai giornali si legge di un nuovo caso a Parma, Giuseppe Saladino, 32 anni di Parma, entra in carcere sano dopo 15 ore esce coi piedi avanti...malore?casualità? Siete degli zozzoni, uccidere di botte ragazzi è da vili, VERGOGNATEVI. Ad ora sia per Cucchi che per Saladino così come per gli altri la GIUSTIZIA dovrebbe metter in gabbia per 30 anni gli esecutori, ed è facile risalire ai colpevoli!!!
Per non parlare dell'influenza del ciufolo che gira, è vergognoso il giro d'affari che come sempre viene fatto a discapito di vite umane! Su dei bambini poi...VERGOGNA!
COSENTINO??? In galera! E ieri il Presidente emerito, cavalier SILVIO BERLUSCONI lo chiama dandogli il suo appoggio e incitandolo ad andare avanti! SEI UN LURIDO farabbutto criminale paro paro agli altri. VERGOGNA!
E poi, come Fini può fare accordi? Era uno dei pochi uomini politici considerabili, come non rendersi conto che ci si macchia la coscienza??? Che parolone ridono i polli!
Già, oramai non c'è in nessun caso di vita comune la coscienza, o davvero poca, la chiesa? Mi chiedevo giorni fa perchè non venissero scomunicati in massa e a vario titolo le persone di Stato e non che si macchiano di crimini dai meno gravi ai più gravi..e risponde il numero due della CEI non ricordo chi fosse, dice che in automatico per la chiesa sono fuori! Tu sei più fuori del balcone! I vari preti pedofili e zozzoni??? Ma di che stiamo parlando??? VERGOGNA! Ecco perchè ALLAFINEDELLASTRADA si scrive e si pubblica poco quasi nulla. Quando si combatte coi mulini a vento pure Don Chisciotte oggi ci rinuncerebbe....
mercoledì 4 novembre 2009
martedì 3 novembre 2009
Decisamente...
venerdì 30 ottobre 2009
VERGOGNA
giovedì 29 ottobre 2009
Scart frusc' e pigl' primmer
Roberto Saviano: La camorra alla conquista dei partiti in Campania
foto Gennaro Visciano
Quelle dichiarazioni dei pentiti su Nicola Cosentino, ex coordinatore provinciale Pdl, ora sottosegretario all'Economia. Unico sviluppo di questi territori è stato costruire enormi centri commerciali che andavano ad ingrassare gli affari dei boss.Per i clan la sola differenza è tra uomini avvicinabili, uomini "loro", e i pochi politici che non lo sonoSe la politica non vuole essere una stampella di un'altra gestione del potere, deve correre ai ripariQuando un'organizzazione può decidere del destino di un partito controllandone le tessere, quando può pesare sulla presidenza di una Regione, quando può infiltrarsi con assoluta dimestichezza e altrettanta noncuranza in opposizione e maggioranza, quando può decidere le sorti di quasi sei milioni di cittadini, non ci troviamo di fronte a un'emergenza, a un'anomalia, a un "caso Campania". Ma al cospetto di una presa di potere già avvenuta della quale ora riusciamo semplicemente a mettere insieme alcuni segni e sintomi palesi.Sembra persino riduttivo il ricorso alla tradizionale metafora del cancro: utile, forse, soprattutto per mostrare il meccanismo parassitario con cui avviene l'occupazione dello Stato democratico da parte di un sistema affaristico-politico-mafioso. Ora che le organizzazioni criminali decidono gli equilibri politici, è la politica ad essere chiamata a dare una risposta immediata e netta. Nicola Cosentino, attuale sottosegretario all'Economia e coordinatore del Pdl in Campania, fino a qualche giorno fa era l'indiscusso candidato alla presidenza della Regione. Nicola Cosentino, detto "o'mericano", è stato indicato da cinque pentiti come uomo organico agli interessi dei Casalesi: tra le deposizioni figurano quelle di Carmine Schiavone, cugino di Sandokan, nonché di Dario de Simone, altro ex capo ma soprattutto uno dei pentiti che si sono rivelati fra i più affidabili al processo Spartacus.Per ora non ci sono cause pendenti sulla sua testa e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sono al vaglio della magistratura. Nicola Cosentino si difende affermando di non poter essere accusato della sua nascita a Casal di Principe, né dei legami stretti anni fa da alcuni suoi familiari con esponenti del clan. Però da parte sua sono sempre mancate inequivocabili prese di distanza e questo, in un territorio come quello casertano, sarebbe già stato sufficiente per tenere sotto stretta sorveglianza la sua carriera politica. Invece l'ascesa di Cosentino non ha trovato ostacoli: da coordinatore provinciale a coordinatore regionale, da candidato alla Provincia di Caserta a sottosegretario dell'attuale governo. E solo ora che aspira alla carica di Governatore, finalmente qualcuno si sveglia e si chiede: chi è Nicola Cosentino? Perché solo ora si accorgono che non è idoneo come presidente di regione?Perché si è permesso che l'unico sviluppo di questi territori fosse costruire mastodontici centri commerciali (tra cui il Centro Campania, uno dei più grandi al mondo) che sistematicamente andavano ad ingrassare gli affari dei clan. Come ha dichiarato il capo dell'antimafia di Napoli Cafiero de Raho "è stato accertato che sarebbe stato imposto non solo il pagamento di tangenti per 450 mila euro (per ogni lavoro ndr) ma anche l'affidamento di subappalti in favore di ditte segnalate da Pasquale Zagaria". Lo stesso è accaduto con Ikea, che come denunciato al Senato nel 2004 è sorto su un terreno già confiscato al capocamorra Magliulo Vincenzo, e viene dallo Stato ceduto ad una azienda legata ai clan. Nulla può muoversi se il cemento dei clan non benedice ogni lavoro.Secondo Gaetano Vassallo, il pentito dei rifiuti facente parte della fazione Bidognetti, Cosentino insieme a Luigi Cesaro, altro parlamentare Pdl assai potente, in zona controllava per il clan il consorzio Eco4, ossia la parte "semilegale" del business dell'immondizia che ha già chiesto il tributo di sangue di una vittima eccellente: Michele Orsi, uno dei fratelli che gestivano il consorzio, viene freddato a giugno dell'anno scorso in centro a Casal di Principe, poco prima che fosse chiamato a testimoniare a un processo. Il consorzio operava in tutto il basso casertano sino all'area di Mondragone dove sarebbe invece - sempre secondo il pentito Gaetano Vassallo - Cosimo Chianese, il fedelissimo di Mario Landolfi, ex uomo di An, a curare gli interessi del clan La Torre. Interessi che riguardano da un lato ciò che fa girare il danaro: tangenti e subappalti, nonché la prassi di sversare rifiuti tossici in discariche destinate a rifiuti urbani, finendo per rivestire di un osceno manto legale l'avvelenamento sistematico campano incominciato a partire dagli anni Novanta. Dall'altro lato assunzioni che garantiscono voti ossia stabilizzano il consenso e il potere politico.Districare i piani è quasi impossibile, così come è impossibile trovare le differenze tra economia legale e economia criminale, distinguere il profilo di un costruttore legato ai clan ed un costruttore indipendente e pulito. Ed è impossibile distinguere fra destra e sinistra perché per i clan la sola differenza è quella che passa tra uomini avvicinabili, ovvero uomini "loro", e i pochi, troppo pochi e sempre troppo deboli esponenti politici che non lo sono. E, infine, è pura illusione pensare che possa esistere una gestione clientelare "vecchia maniera", ossia fondata certo su favori elargiti su larga scala, ma aliena dalla contaminazione con la camorra. Per quanto Clemente Mastella possa dichiarare: "Io non ho nessuna attinenza con i clan e vivo in una provincia dove questo fenomeno non c'è, o almeno non c'era fino a poco fa", sta di fatto che un filone dell'inchiesta sullo scandalo che ha investito lui, la sua famiglia e il suo partito sia ora al vaglio dell'Antimafia. I pubblici ministeri starebbero indagando sul business connesso alla tutela ambientale; si ipotizza il coinvolgimento oltre che degli stessi Casalesi anche del clan Belforte di Marcianise. Il tramite di queste operazioni sarebbe Nicola Ferraro, anch'egli nativo di Casal di Principe, consigliere regionale dell'Udeur, nonché segretario del partito in Campania. Di Ferraro, imprenditore nel settore dei rifiuti, va ricordato che alla sua azienda fu negato il certificato antimafia; ciò non gli ha impedito di fare carriera in politica. E questo è un fatto.Di nuovo, non è l'aspetto folkloristico, la Porsche Cayenne comprata dal figlio di Mastella Pellegrino da un concessionario marcianisano attualmente detenuto al 416-bis, a dover attirare l'attenzione. L'aspetto più importante è vedere cos'è stato il sistema Mastella - un sistema che per trent'anni ha rappresentato la continuità della politica feudale meridionale - e che cosa è divenuto. Oggi, persino se le indagini giudiziarie dovessero dare esiti diversi, non si può fingere di non vedere che Ceppaloni confina con Casal di Principe o vi si sovrappone. E il nome di Casale qui non ha valenza solo simbolica, ma è richiamo preciso alla più potente, meglio organizzata e meglio diversificata organizzazione criminale della regione.Per la camorra - abbiamo detto - destra e sinistra non esistono. Il Pd dovrebbe chiedersi, ad esempio, come è possibile che in un solo pomeriggio a Napoli aderiscano in seimila. Chi sono tutti quei nuovi iscritti, chi li ha raccolti, chi li ha mandati a fare incetta di tessere? Da chi è formata la base di un partito che a Napoli e provincia conta circa 60.000 tesserati, 10.000 in provincia di Caserta, 12.000 in quella di Salerno, 6.000 ciascuno nelle restanti province di Avellino e Benevento? Chiedersi se è normale che il solo casertano abbia più iscritti dell'intera Lombardia, se non sia curioso che in alcuni comuni alle recenti elezioni provinciali, i voti effettivamente espressi in favore del partito erano inferiori al numero delle tessere. Perché la dirigenza del Pd non è intervenuta subito su questo scandalo?Che razza di militanti sono quelli che non vanno a votare, o meglio: vanno a votare solo laddove il loro voto serve? E quel che serve, probabilmente, è il voto alle primarie, soprattutto nella prima ipotesi che fosse accessibile solo ai membri tesserati. Questo è il sospetto sempre più forte, mentre altri fatti sono certezza. Come la morte di Gino Tommasino, consigliere comunale Pd di Castellammare di Stabia, ucciso nel febbraio dell'anno scorso da un commando di cui faceva parte anche un suo compagno di partito. O la presenza al matrimonio della nipote del ex boss Carmine Alfieri del sindaco di Pompei Claudio d'Alessio.L'unica cosa da fare è azzerare tutto. Azzerare le dirigenze, interrompere i processi di selezione in corso, sia per la candidatura alla Regione che per le primarie del Pd, all'occorrenza invalidare i risultati. Non è più pensabile lasciare la politica in mano a chi la svende a interessi criminali o feudali. Non basta più affidare il risanamento di questa situazione all'azione del potere giudiziario. Non basterebbe neppure in un Paese in cui la magistratura non fosse al centro di polemiche e i tempi della giustizia non fossero lunghi come nel nostro. È la politica, solo la politica che deve assumersi la responsabilità dei danni che ha creato. Azzerare e non ricandidare più tutti quei politici divenuti potenti non sulle idee, non su carisma, non sui progetti ma sulle clientele, sul talento di riuscire a spartire posti e quindi ricevere voti.Mentre la politica si disinteressava della mafia, la mafia si è interessata alla politica cooptandola sistematicamente. Ieri a Casapesenna, il paese di Michele Zagaria, è morto un uomo, un politico, il cui nome non è mai uscito dalle cronache locali. Si chiamava Antonio Cangiano, nel 1988 era vicesindaco e si rifiutò di far vincere un appalto a un'impresa legata al clan. Per questo gli tesero un agguato. Lo colpirono alla schiena, da dietro, in quattro, in piazza: non per ucciderlo ma solo per immobilizzarlo, paralizzarlo. Tonino Cangiano ha vissuto ventun'anni su una sedia a rotelle, ma non si è mai piegato. Non si è nemmeno perso d'animo quando tre anni fa coloro che riteneva responsabili di quel supplizio sono stati assolti per insufficienza di prove.Se la politica, persino la peggiore, non vuole rassegnarsi ad essere mero simulacro, semplice stampella di un'altra gestione del potere, è ora che corra drasticamente ai ripari. Per mero istinto di sopravvivenza, ancora prima che per "questione morale". Non è impossibile. O testimonia l'immagine emblematica e reale di Tonino che negli anni aveva dovuto subire numerosi e dolorosi interventi terminati con l'amputazione delle gambe, un corpo dimezzato, ma il cui pensiero, la cui parola, la cui voglia di lottare continuava a prendersi ogni libertà di movimento. Un uomo senza gambe che cammina dritto e libero, questo è oggi il contrario di ciò che rappresentano il Sud e la Campania. È ciò da cui si dovrebbe finalmente ricominciare.© 2009 Roberto Saviano.
BERLUSCONI CORRUTTORE
Mills condannato in Appello
"Fu corrotto da Berlusconi"
Ripropongo il video in cui Peter Gomez spiega esattamente il caso Mills.
Senza parole riguardo l'intervento di Berlusconi a Ballarò.
mercoledì 28 ottobre 2009
lunedì 26 ottobre 2009
Uhm...
Leggono, ritagliano e incollano. Spulciano i giornali alla ricerca di notizie sullo loro cara Italia. A Lovanio, vicino Bruxelles, per la famiglia Caprioli raccogliere informazioni sul Bel Paese è un tenue collegamento agli affetti, alle origini. Sono ristoratori e acquistano i giornali italiani che vengono pubblicati. E, ultimamente, restano colpiti dalle dieci domande di Repubblica al Premier. Decidono, con materiali raccolti anche da Repubblica.it, di fare un bel collage. Per qualche mese i Caprioli continuano: leggono, ritagliano e incollano. Ed espongono. Sì, perchè alla finestra della cucina di casa loro (non del ristorante), sulla strada principale di Lovanio, in Belgio, sono incollati, ben visibili ai passanti, le dieci domande di Repubblica. Ma "c'è un problema". La famiglia Caprioli abita nello stesso stabile del Consolato Italiano a Lovanio. E, un bel giorno, l'esercizio filologico familiare viene notato da un non meglio specificato senatore del Pdl che passa lì per caso. Apriti cielo. Se "farabutti" e "sovversivi" possono essere tollerati in patria, all'estero no: fuori dai confini non hanno diritto di cittadinanza. "Martedì ho ricevuto una telefonata dal console onorario, Fabrizio di Gianni" dice a Repubblica.it Giuseppe Caprioli, il pater familias. "Il console mi dice che c'è un problema con quel collage, con le domande di Repubblica, e mi chiede di toglierle". Ma Giuseppe Caprioli non ci sta. Già diverse volte ha esposto dalla finestra della sua cucina ritagli di giornale su altri argomenti legati al nostro Paese e "non c'è mai stato nessun problema". La storia non finisce lì. Il giorno dopo a Caprioli arriva la telefonata del console italiano a Bruxelles. "Una telefonata abbastanza dura, nella quale mi dice che non può tollerare che ci siano offese allo Stato italiano proprio nel palazzo del consolato e che arrivano molte sollecitazioni dal ministero degli Esteri". Ma Caprioli non demorde. "Quali offese? Le dieci domande di Repubblica non sono offese allo Stato, sono, appunto, dieci domade rivolte a Berlusconi". Le domande restano in bella mostra, "é una questione di principio". Per il Console onorario a Lovanio, Fabrizio Di Gianni, è invece una questione di contiguità: "Dopo molte lettere e segnalazioni ricevute da cittadini italiani di passaggio, ho fatto notare con gentilezza a Caprioli che data la vicinanza tra l'ufficio del consolato e la sua abitazione, forse era meglio spostare il collage. Ma la libertà d'espressione della persona è intangibile". Di Gianni non nega che tra le segnalazioni ci sia stata anche quella di un senatore e aggiunge di aver fatto aggiungere nell'atrio un cartello in cui il consolato prende le distanze da qualunque collage appeso alle finestre circostanti: "La libertà dell'amico Caprioli è comunque intangibile" conclude. E, infatti, Caprioli non demorde. Ma non demordono nemmeno gli altri. Iniziano ad arrivare telefonate, "pressioni da tutte le parti, amici che mi dicono di essere stati chiamati per intercedere". Ma non se ne parla, "la mia famiglia resiste". Le domande restano. Giuseppe Caprioli si arma di codice civile, carta e penna e scrive al Console italiano. "Mica possono fare qualcosa. Mica possono far togliere con la forza i ritagli di giornale che ho incollato", e ancora: "La cucina è mia, mica del consolato onorario di Lovanio". Una resistenza suffragata dalle consuetudini della città belga. "Quì è quasi un'usanza. Tutti mettono alle loro finestre ritagli di giornale, poster e quant'altro". Libera finestra in libera Lovanio. Per questo Giuseppe continua a scrivere e a difendere la propria posizione. E si avvale dell'informatica e dei social network, Facebook innanzitutto. Crea un gruppo dove mette le foto della finestra della sua cucina, "Finestra non a disposizione", e scrive ai giornali. "La nostra è una famiglia di onesti lavoratori che amano l'Italia e che si vergognano di essere rappresentati dall'attuale primo ministro". Una questione di principio. E dopotutto "può un presidente del Consiglio che ha tutto chiedere anche la finestra della nostra cucina?". No, non può.
domenica 25 ottobre 2009
Di male in peggio...
sabato 24 ottobre 2009
Dossier Italia
mercoledì 21 ottobre 2009
Un spectacle unique au monde
C'est la première fois que je vois une chose du genre, je ne croyais pas fosses possibles. Dans l'attente de revers mieux décents se consacrer à quelque chose de vraiment beau. Je vais y à cheval et aussi en n'ayant pas les dots de cet homme mais je reconnais que ces sons les belles choses d'une vie et j'ai toujours cru que les animaux donnent beaucoup de plus de satisfactions que les gens.
Bonne vision garçons.
venerdì 16 ottobre 2009
Una giustizia ci sarà...Divina o terrena?
Il video è stato messo in onda da "Annozero", non ne ho trovati altri senza dover citare la trasmissione che a mio avviso è trapassata.
Io non ho parole, quest'uomo andrebbe preso a schiaffi da mattina a sera.
Dalla trasmissione di ieri ho appreso che il Presidente della Repubblica Napolitano sia stato imposto dalla sinistra.
Ma cosa cazzo ne sappiamo noi comuni cittadini di queste schifezze che fanno da lassù?
L'Italia è dominata dai partiti politici di entrambi gli schieramenti che fanno affari con la criminalità e mandano a puttane l'Italia in barba ai cittadini.
Ancora, il Vaticano dov'è? Una barzelletta? Cosa si ridono questi caproni? Sarà che a Napoli se avesse raccontato qualcosa del genere il palchetto veniva alzato con lui sopra e buttato in mare!
Forse a Benevento con l'appoggio di amici vili quanto lui tipo Mastella ha consenso? Consenso di caproni come a Napoli, Benevento e in Italia?
Persone che non hanno un briciolo d'onestà.
E' chiaro che oramai chi segue Berlusconi non è onesto.
Io non mi sento rappresentato da chi ha avuto e ha rapporti con la MAFIA, ancora i migliaia di processi? Non ci s'inventa niente, chi impicci fa impicciato si trova!
Previti, Mangano, le stragi e i patti con lo Stato, ma cosa di più si deve sapere?
Ora cambierà la Costituzione?
Ancora in trasmissione il condirettore de Il Giornale Alessandro Sallusti ha raccontato di Prodi a cena con dei giudici che parlavano di Berlusconi affermando che avrebbe perso i suoi processi, ma è grave cenare con dei giudici e parlare di Berlusconi o è più grave avere MAFIOSI in casa???
Non farà la fine di Craxi ha detto, così come la barzelletta del cazzo che racconta, quello vuol dire, 0ramai lo ammette indirettamente che andrebbe preso!
Almeno con Craxi che ha avuto la possibilità di esiliare l'Italia ha mantenuto la faccia, hai fatto sto poco, almeno esilia, ora no, è chiaramente una nazione o mezza che appoggia fuorilegge!
Destra e sinistra non cambia, mi vergogno di entrambi.
Bersani? Perchè non rispondeva a Sallusti sulla domanda dell'elezione di Napolitano?
Illegali e disonesti destra e sinistra, in più Berlusconi ha di esser l'uomo più ricco d'Italia, ha di esser immischiato in cose troppo gravi per potere continuare a star lì.
Un appunto, il lodo si diceva che veniva richiesto in quanto il Presidente del Consiglio non può goverare e contemporaneamente seguire dei processi, gli porterebbero via tempo, ma andare a mignotte no???
Ha saltato incontri di Stato per scopar mignotte! CI SONO TUTTE LE PROVE!
Non so come finirà quest'era così squallida ma di sicuro ci son persone che la vivono male e non si meravigliassero se qualche estremista invasato perda il controllo.
Ieri un rappresentante del "PD", un 23enne ha scritto su Facebook se ci fosse qualcuno che ficcasse una pallottola in testa a Berlusconi, non sono daccordo, preferirei che venisse processato e che con discrezione del caso si mettesse da parte. Comunque a suo favore rimane che fa campare 2o.ooo dipendenti Mediaset e altri che lavorano per le sue società, non si vuol sapere i soldi per avviare il suo impero chi glieli abbia dati ma almeno non perdiamo completamente la faccia.
Accuse assurde e ridicole? E applaudono. Ci hai sputtanato tu! Il Made in Italy? Un immagine di merda abbiamo! Inquinata da te vigliacco.
mercoledì 14 ottobre 2009
Che faccia...
mercoledì 7 ottobre 2009
Aspettando la Consulta
Un giorno come tanti ma non certo per qualcuno che da giorni mesi anni sta lottando conto chi di questo Stato una gabbia sta facendo reprimendo attento ascolta dico reprimendo chi da solo denuncia e combatte sti fetiente... (Grazie ai 99Posse per le parole)
Per fortuna non solo ma con milioni di persone che in Italia e nel mondo vivono come un CANCRO da estirpare la figura di Berlusconi.
Questo blog è nato dal rigetto nei confronti dell'Uomo che ha creato in Italia quanto non si era mai visto nella storia.
Cavaliere del lavoro fu nominato dall'allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone, cavalierato conferitogli a coronazione della sua riuscita attività edilizia.
Per Onoreficenza si intende un segno di onore che viene concesso da un'autorità in riconoscimento di particolari atti benemeriti.
Come Napolitano firma anche allora succedeva qualcosa di simile quindi le domande altro che 10...
Io non lascerei neanche il titolo di Cavaliere al Sig.Berlusconi in quanto è sempre stata di dubbia provenienza il Denaro con cui ha costruito Milano2, domande rivoltegli da sempre e mai avute risposte, ed ora si meravigliano se non dice che scopa a destra e manca tra mignotte e veline, dell'allora minorenne, figuramoci, come già scrissi allora mi vergognerei al suo posto se fosse vero.
C'è stata una manifestazione sabato scorso alla quale ho partecipato come spettatore, in incognito verso me stesso, perchè? Manifestare per delle domande? Le famose 10 domande? Poi diventate 20, saranno un migliaio le domande da affiggere in cielo così che un Dio lo possa obbligare a rispondere e quindi a cancellarle per sempre.
Si è mobilitata la stampa estera su di lui, il mondo intero ride sullo scandalo che quest'uomo da anni ci propina, centinaia e migliaia di persone a riempire quella piazza e tutta la zona attorno in maniera indescrivibile, riempita per la manifestazione voluta in nome della libertà di stampa che "c'è" ma tanto libera non è se il capo del governo querela tutto il giornale perchè gli pone delle domande.
Queste di seguito sono le domande che nel 1998 LA PADANIA e quindi Bossi rivolsero a Berlusconi.
Buona visione
da Repubblica
Ghedini: "La legge è uguale per tutti, non la sua applicazione"
ROMA 6/10/2009- "La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione", "Il premier non è 'primus inter pares' come vuole la tradizione liberale, ma 'primus super pares'". Le nuove definizioni giuridiche di Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella, rappresentanti legali del governo davanti alla Corte Costituzionale dove oggi è iniziato il dibattimento sulla legge che vieta i processi alle maggiori cariche dello Stato. I giudici costituzionali dopo aver sentito le parti si sono chiusi in camera di consiglio e, dopo due ore di lavoro, hanno rinviato a domani. Dunque per oggi non ci sarà l'attesa decisione.
lunedì 5 ottobre 2009
giovedì 1 ottobre 2009
Dimmi dimmi tu
Quanta VERITA'...
Dimmi come si fa a fare finta di nulla, a vivere una vita fasulla a cominciar dalla culla, come puoi rimanere tranquillo, tu ti credi palla ma sei solo un birillo, dal tuo piedistallo vedi il mondo piu' bello tutti gli occhi su di te e sulla cacca d'uccello che ti cola sul collo giu' fino al midollo tu ci sei immerso quasi come l'uomo in ammollo, nooo, non esiste lo sporco impossibile per chi non ha niente da perdere tutto ti e' concesso, mai nulla ti e' negato, tu che sei la star dello show, dall'istante in cui sei nato sei stato venerato come un Dio unico tra pochi nei tuoi giochi c'ero anch'io pero' mi sono rotto ho capito come sei, ma tieni giu' le mani perche' i cocci sono miei! RIT:dimmi dimmi dimmi tu dimmi come si fa a resistere in un mondo solo di "bla bla", dimmi dimmi dimmi tu dimmi come si puo' sopravvivere una vita in un reality show. Dimmi dimmi come riesci a sentirti a posto quando esci quando riempi i giorni in cui ti strusci, tu che il dilettevole all'inutile unisci, tu che nella testa c'hai un acquario senza pesci capisci?? mmmm... il diagramma e' piatto! di fatto non sei matto e c'hai piu' vite di un gatto, sei piu' cotto di un prosciutto un tanto all'etto e ti affetto con affetto sotto effetto di un dispetto: bisturi! Detto fatto qui, FRANKIE HI-NRG, riconosce l'ammalato dei suoi sintomi, e la sua diagnosi espressa in sintesi lo costringe a riservare la tua prognosi Piano, che ci arriviamo, per trovare la risposta non guardare lontano, dimmi dimmi che facciamo, l'accendiamo? o chiedi aiuto al pubblico per darti una mano! Dimmi dimmi quanto manca l'attesa mi stanca, dimmi quando ti decidi a sventolar bandiera bianca, tu dimmi quando e' troppo, dimmi quando e' ingiusto, che tanto non mi stoppo perche' mo' c'ho preso gusto! Io t'ho visto in braccio a Sant'Antonio, sei talmente anonimo che vieni superato da Sempronio. E mentre testimonio che il tuo patrimonio in termini di comprendonio ammonta a meno di un centesimo del vecchio conio, sei come sei, vali quanto una verruca messa all'asta su E-bay, sei come un DJ che dirada la pista, lo sfuocato replay di un azione mai vista, eri in fondo alla lista e sei stato nominato, il pubblico ha votato e sei stato eliminato, stavolta e' proprio serio e l'unico mio augurio e' quello che tu viva nel rimpianto del tugurio!
martedì 29 settembre 2009
Zapatero:"Taccio per rispetto istituzionale"
Non ci sono parole per commentarlo, si commenta da solo. Oggi compie 73 anni, il presidente del Consiglio migliore nella storia D'Italia...sai bene cosa ti augura ALLAFINEDELLASTRADA
lunedì 28 settembre 2009
Senza titolo
sabato 26 settembre 2009
Ho perso le parole...
...eppure ce le avevo qua un attimo fa...
il tempo di rimetterle assieme...man at work...
giovedì 24 settembre 2009
giovedì 17 settembre 2009
Contributo di sangue...
Franklin D. Roosevelt
Rivellini vai a lavorare
Rivellini!!! Cosa cazzo ti salta per la testaaa???
Il dialetto in Europa? Per attirare l'attenzione??
I tuoi anni li potevi dare a Totò!
VERGOGNATEVI, siete la VERGOGNA dell'ITALIA
""Ai politici, non ai Napoletani."
mercoledì 16 settembre 2009
Preghierina's
la prima volta ti ho pregato di eliminare quello brutto, rifatto e che va con le ragazzine: mi fai fuori Michael Jackson.
Ora ti chiedo, per essere sicuro, quello basso e con i capelli finti che ha inventato la tv commerciale e mi fai fuori Mike Bongiorno…
la prossima volta ti porto una foto!"
martedì 15 settembre 2009
Ho perso le parole...
Allafinedellastrada non è che stia a pettinare le bambole o ad ascoltare i Fabfour, è sempre in trincea contro quest'ormai stato dittatoriale che ci governa, ma, di certo non trova più come prima le parole per commentare quanto accade...proviamoci.
Sabato 19 settembre sarà un buon giorno per dimostrare nella manifestazione che si terrà a Piazza del Popolo la Vera Libertà cos'è e magari San Gennaro da Napoli ce fa o miracol...
Gli Italiani forse non si sono ancora resi conto che c'è qualcosa che non sanno e non debbono sapere, l'assalto di Silvio Berlusconi al valore di cui s'è sempre riempito la bocca, la libertà.
B (mi viene il prurito a nominarlo troppo) sta usando tutto il suo potere di premier per affogare e sopprimere la stampa d'opposizione, epurare i programmi d'informazione degni di un servizio pubblico, a cominciare da Annozero di Santoro, Report di Gabanelli e Che tempo che fa di Fazio, infine esonerare l'unico Direttore serio di una rete televisiva, che non obbedisce agli ordini, Paolo Ruffini di RaiTre.
Le Monde pubblica un articolo sulla libertà di stampa nel nostro paese, intitolato "Berlusconi e i media, agonia di una democrazia", accompagnato da un editoriale sul Cavaliere intitolato semplicemente "basta!"
Il Sunday Telegraph titola così un servizio di una pagina sul caso Berlusconi, "Sesso, scandali e divisioni nel partito". Dopo essersi scontrato con la Chiesa cattolica, la stampa internazionale e l'Unione Europea, afferma l'articolo, "Silvio Berlusconi ora rischia di farsi un nemico ancora più temibile, il suo più stretto alleato politico", ovvero Gianfranco Fini.
Ancora, il Sunday Times dedica un'ampia inchiesta sulla discussa questione dei vigilantes. Con questo titolo: "Piccoli Hitler. Incoraggiati da Silvio Berlusconi, gruppi di vigilantes di estrema destra stanno pattugliando le strade dell'Italia, risvegliando paure di un ritorno al fascismo".
El Pais, il quotidiano spagnolo oggetto critiche da parte di B. Da un lato, ritorna sull'affermazione del premier sul fatto che non avrebbe mai pagato una donna per non perdere il piacere della conquista, e si chiede in un ironico editoriale: "Davvero crede di poter conquistare tutte col suo tupè artificiale e la sua dentatura posticcia??" poi, in un lungo articolo di inchiesta intitolato "L'Italia attraversa il deserto", analizza la gravità della crisi economica italiana e le promesse mancate di Berlusconi per riformare il sistema e risolvere i problemi.
Le Figaro parla di un nuovo fronte giudiziario (che nuovo non è!) per il premier italiano, questa volta non per questioni di tasse e bustarelle ma per un'accusa molto più grave, quella di "presunte connivenze con la mafia", e a tale titolo il quotidiano parigino ricorda le "oggettive collusioni" sottolineate dalla condanna in primo grado a nove anni di reclusione per Marcello Dell'Utri, "suo stretto collaboratore", appunto per "connivenze mafiose".
Nell'ultima settimana Bibì si è paragonato a Superman, si è descritto come un torero che respinge gli attacchi dei tori infuriati della stampa italiana, ha detto che tutti gli italiani vogliono essere come lui e che lui è il migliore premier d'Italia in 150 anni.
Non mi piaci tu non mi piaci tu non mi piaci tu ma come te lo devo dire, sarà colpa del Wisky o del caffè ma tu sei proprio fuori!
In ottobre la Corte Costituzionale potrebbe abolire la legge che ha dato a B l'immunità da azioni giudiziarie e poi...
mercoledì 9 settembre 2009
A day in the life
AllaFineDellaStradaMUSICA
Oggi è il 9 settembre 2009, ovvero il 09-09-09, il giorno che i fan dei Beatles aspettavano da mesi. Da oggi è disponibile l’intero catalogo dei Fab Four in versione rimasterizzata, le canzoni dei Beatles saranno disponibili legalmente in formato mp3.
Rock on.
martedì 8 settembre 2009
Mi sembra stia esagerando...
Per i video è inutile che aggiunga altro, se volete potete farlo voi, buona visione.
giovedì 3 settembre 2009
Le nuove 10 domande a Berlusconi
lunedì 31 agosto 2009
Le 10 Domande
sabato 29 agosto 2009
giovedì 27 agosto 2009
Anche se un tot di gente ancora non ci crede...
martedì 25 agosto 2009
31 salva tutti
Leggevo di quel terrorista libico scarcerato per problemi di salute dalla Scozia e rispedito in Libia dove è stato accolto come un eroe, la strage di duecento e più civili morti in volo per un attentato...
Dal mio punto di vista il terrorismo in qualunque sua forma è a dir poco disgustoso, più disgustoso di mangiare merda, quella che tutti i giorni ci offre la nostra tanto osannata era moderna...di un Corona che faccio volentieri a meno ma pare che ci siano ancora tante persone che pagano un biglietto pur di andare a vederlo o di riviste gossip che fanno tirature extra in estate...è come uno svago leggere cazzate mi dicono...onesto e sincero dico a queste persone di dormire o leggere un Topolino a limite di girare i pollici e far marciare in modo ordinato il piccolo cervello che ha avuto in dono...di quante menate la gente si occupa invece di pensare appena appena di più a come agisce per un solo giorno.
Il nostro paese invierà in Libia le frecce Tricolori, quindi la rappresentanza dell'Italia in un paese da cui per interessi energetici, petrolio, il nostro vecchio e becero presidente tesse legami da tempo, con chi inneggia alla morte gratuita per cittadini inermi. Da uomo, come madre natura mi ha creato, mi vergognerei di commettere una cosa tanto vile, il terrorismo è vile, combatti gli eserciti, i potenti, ma non uccidi chi non ha la possibilità di diferndersi in nessun modo...Berlusconi con Gheddafi intrattiene serate e pure mignotte, tra le amazzoni, 140 di scorta al Generale dei miei stivali, vuoi vedè che non se n'è fatta una? Bravo ma mi viene da chiedere che piacere sessuale si trova in una Donna che si dà per soldi e non per amore, in maiuscolo semplicemente perchè reputo la Donna una delle cose più belle che il creato ci abbia donato e molto sinceramente mi vergognerei quanto di un terrorista che di un puttaniere. In un caso uccidi vite nell'altro la morale. Moralmente esser desiderato da una Donna perchè bello giovane e magari giusto è 100 a 1 rispetto a pagare per farsi piacere. Berluscò me fai pena proprio.
Da questo si arriva facilmente alla nostra società e ai giovani di quest'era e questo paese di cui onorevolmente nè faccio parte che sono allo stremo psico-fisico, intossicati di metalli pesanti e leggeri quanto di tossine comportamentali a cui son stati abituati ad assistere.
Inizia a far fatica il mio pensiero a regger quanto ogni giorno vede legge e vive dalla politica del mondo alla politica del mondo giornaliero e comune.
Intaccato il rapporto d'amicizia quanto il rapporto di coppia, e non per la più ampia apertura mentale che internet ci ha dato ma per gli esempi a cui è stata costretta a rapportarsi.
Esser fan di un Corona è nella lista delle merde come i puttanieri o i terroristi, c'è e ci sarà sempre il Bene e il Male e non è tanto difficile distinguerlo.
Nell'attuale gioventù il rapporto d'amicizia quanto di coppia è falsato dalla perdita di distinzione del bene dal male.
Per una ragazza darsi ad un ragazzo per semplice passa tempo e viceversa è frutto di degrado mentale non di modernizzazione di pensiero...vivere un'amicizia per convenienza è triste quanto mandare a quel paese una mamma che mostra segni di preoccupazione per il figlio.
Concludo prima che finisca la musica...e cioè mai...dicendo che invece un Berlusconi e un Gheddafi tanto per citarne due finiranno presto e saranno d'esempio per chi come me vede con ottimismo anche l'attuale 2009, ci saranno giovani menti e giovani voglie di un mondo appena appena più pulito...
venerdì 21 agosto 2009
Berlusconi e la filosofia
Per Berlusconi è diverso, gli Italiani lo hanno eletto non due ma ben tre volte, l'utlima con una schiacciante maggioranza.
Si è occupato di lui un filosofo, Slavoy Zizek, con il saggio "Berlusconi a Tehran".
Il suo tentativo di far passare Ahmadinejad per un Berlusconi a Tehran non sembra così assurdo.
Dalla dittatura in Iran alla Democrazia occidentale in Italia non c'è tanta differenza visto lo Stato sotto forma di un Governo autoritario.
Dal dittatore religioso che crede nell'avvento dell'iman e si procura armi atomiche minacciando Israele di distruzione ad un miliardario italiano che è riuscito ad abusare dello stato e del parlamento per portare avanti i propri interessi non vedo tutta questa differenza.
L'Italia è il paese con il più alto debito pubblico d'Europa, lasciato in eredità dalla Prima Repubblica dei magnaccioni, è la nazione in cui s'investe meno nell'istruzione e nella ricerca costringendo i suoi talenti ad espatriare.
Il continuo successo di Berlusconi sta innanzitutto nella costante debolezza delle istituzioni tutte, giustizia, amministrazione ecc., ma in secondo luogo a causa della mentalità Itali-ota che per far carriera bisogna passare in qualunque campo per la via della corruzione. Non c'è da stupirsi quindi vedere eletto per la terza volta il Maestro della CORRUZIONE.
L'opposizione ha avuto due volte l'opportunità di governare e quindi poter dimostrare alla nazione di poter fare quel poco che ci si sarebbe aspettato, nulla, ha lasciato invariato il Conflitto d'interessi che è la causa principale del non poter esser il Premier di un Paese democratico in cui egli stesso detiene l'80% dell'informazione, inoltre gli han lasciato il caos dell'amministrazione pubblica, messa in linea dal suo Governo e la lotta-riforma della magistratura, Berlusconi ha così trovato molti consensi sapendo vendere i propri interessi come interessi di un uomo qualunque.
E' evidente il luogo comune tra Iran e Italia, non è modernità avere governanti così, riscontrabili solo in società predemocratiche come il Venezuela di Chavez o la Russia di Putin. Queste situazioni sono inconcepibili negli USa e nel resto d'Europa che prima o poi dovrà intervenire sulla situazione Berlusconi visto il suo anomalo potere mediatico che va contro i principi delle democrazie moderne.
A tutto questo si aggiunge un'ennesima volta la sfacciataggine con cui quest'uomo riesca a manipolare la verità.
Ai suoi interventi non può che riproporre temi cari al popolo, quali la sicurezza o la riduzione delle tasse e l'occupazione e rilascia un intervista ad un settimanale di sua proprietà "Chi", sostenendo di non aver mai intrecciato relazioni con minorenni e di non aver mai organizzato festini ma che le sue cene erano solo simpatiche ed ineccepibili sul piano della moralità e dell'eleganza. Infine aggiunge di non aver mai invitato consapevolmente alle sue simpatiche cene persone poco serie.
Indifferente alle registrazioni con le escort, alle conversazioni telefoniche con il procacciatore accusa i suoi nemici di aver montato un castello di calunnie.
Ed eccolo come da settimane utilizza i suoi media televisivi oscurando lo scandalo MIGNOTTE e raccontando la sua vita dalle foto apparse da nonnino, con i suoi nipotini a villa Certosa o pensieroso nello suo studio mostrando alla nazione il suo ruolo morale, ma come si dice da qualche parte "LE COSE CHE NON SI FANNO NON SI SANNO".
A questo punto però, per FORTUNA o per SFORTUNA fate voi, in Italia abbiamo il Vaticano e dal giornale "Avvenire", il quotidiano della CEI, Conferenza Episcopale Italiana, il vescovo di Mazara del Vallo, Mogavero, nonchè Presidente del Consiglio per gli affari giuridici della CEI, il ministro della giustizia in Vaticano, attacca il Premier sostenendo che la difesa di Berlusconi è insufficiente!
Giustamente e decisamente Mogavero dice che se non ha niente da nascondere risponda una volta e per tutte alle accuse che gli sono state mosse, smentendo con prove chi mette in dubbio la sua moralità, riferendo in Parlamento e non sul suo giornale e denunciando alla Magistratura i suoi presunti calunniatori aspettando che la legge faccia il suo corso!
Caro Mogavero, sarà la senilità ma da mesi importanti organi d'informazione mondiale raccontano dei comportamenti poco ortodossi con la carica di Premier che riveste Berlusconi, a parer mio una scomunica servirebbe a poco ma son certo che giovani menti di questa nazione prima o poi si sveglino da questo incubo che dura da decenni.
Concludo con l'ennesima affermazione di Papi che dice di voler passare alla storia come il premier che ha sconfitto la MAFIA lasciando questo breve e significativo video se non bastassero gli innumerevoli postati ALLAFINEDELLASTRADA.
giovedì 20 agosto 2009
North & South nell'Unità d'Italia
Ieri sul Corriere è stata pubblicata questa lettera...
SCAMBIO DI LETTERE SUL PAESE TRA PASSATO E PRESENTE
Io, studente leghista
Perché mi vergogno dell’Unità d’Italia
Caro professor Galli della Loggia,
sono uno studente universitario di 24 anni con una certa passione per la storia. Sono un leghista, abbastanza convinto. E lo confesso: se faccio un bilancio, certamente sommario, dall’Unità nazionale ad oggi, le cose per cui vergognarmi mi sembrano maggiori rispetto a quelle di cui essere fiero.
Penso al Risorgimento, alla massoneria e al disegno di conquista dei Savoia, rifletto sul fatto che nel Mezzogiorno furono inviate truppe per decenni per sedare le rivolte e credo che queste cose abbiano più il sapore della conquista che della liberazione. E penso, ancora, al referendum falsato per l’annessione del Veneto e al trasformismo delle elite politiche post-risorgimentali. E poi il fascismo, con la sua artificiosa ricostruzione di una romanità perduta e imposta a un popolo eterogeneo e diviso per 1500 anni che della «romanità classica » conservava ben poco: la costruzione di una «religione politica» forzata al posto di una «religione civile» come invece avvenne in Francia con la Rivoluzione, che fu davvero l’evento fondante di un popolo. In Italia l’unica cosa «fondante» potrebbe essere stata la Resistenza: ma anche lì, a guardare bene, c’era una Linea gotica a dividere chi la guerra civile l’aveva in casa da chi era già in qualche maniera libero.
E poi la Prima Repubblica, che si salva in dignità solo per pochi decenni, i primi, e poi sprofonda nei buio degli anni di piombo con terrorismo di sinistra e stragi di destra (o di Stato?), nel clientelismo politico più sfrenato, nelle ruberie, nelle grandi abbuffate che ci hanno regalato uno dei debiti pubblici più grandi del mondo.
Quanto alla Seconda Repubblica, l’abbiamo sotto agli occhi: la tendenza dei partiti a trasformarsi in «pigliatutto» multiformi e dai programmi elettorali quasi identici, con le uniche eccezioni di Di Pietro e della Lega. Il primo però è destinato a sparire con Berlusconi, che è la ragione del suo successo: quando svanirà la causa, svanirà anche l’effetto. Anche la Lega dopo Bossi potrebbe sparire, ma almeno a sorreggerla ci sono un disegno, un’idea, per quanto contestabili.
Guardo allo Stato poi e alla mia vita di tutti i giorni e mi viene la depressione. Penso a mia mamma che lavora da quando aveva 14 anni ed è riuscita da sola a crearsi un’attività commerciale rispettabi le e la vedo impazzire per arrivare a fine mese perché i governi se ne fregano della piccola-media impresa e preferiscono continuare a buttar via soldi nella grande industria. E poi magari arriva anche qual che genio dell’ultima ora a dire che i commercianti son tutti evasori. Vedo i miei dissanguarsi per pagare tutto correttamente e poi mi ritrovo infrastrutture e servizi pubblici pietosi. Vedo che viene negata la pensione di invalidità a mia zia di 70 anni che ha avuto 25 operazioni e non cammina quasi più solo perché ha una casetta intestata. E poi leggo che nel Mezzogiorno le pensioni di invalidità so no il 50% in più che al Nord. Come faccio a sentire vicino, ad amare, a far mio uno Stato che mi tratta come una mucca da mungere e in cambio mi dice di tacere?
Non ho paura degli immigrati, né sono ostile a chi ha la pelle differente dalla mia. Mi preoccupo però di certe culture. Per esempio mi spaventano i disegni di organizzazioni come i Fratelli musulmani, ostili verso l’Occidente, e mi fan paura le loro emanazioni europee. Non voglio barricarmi nel mio «piccolo mondo antico», ma ho realismo a sufficienza per pensare di non poter accogliere il mondo intero in Europa. La gente che entra va integrata, ma io credo che la possibilità di integrazione sia inversamente proporzionale al numero delle persone che entrano. Eppure, se dico queste cose, mi danno del «razzista». Non mi creano problemi le altre etnie, mi crea problemi e fastidio invece chi le deve a tutti i costi mitizzare, mi irrita oltremodo un multi culturalismo forzato e falsato. Mi spaventano l’esterofilia e la xenomania, secondo le quali tutto ciò che viene da fuori deve essere considerato acriticamente come positivo, «senza se e senza ma». In pratica ho paura che l’Italia di domani di italia no non avrà più nulla e che il timore quasi ossessivo di non offendere nessuno e di considerare ogni cultura sullo stesso piano, cancelli quel poco di memoria storica che ancora abbiamo. Mi crea profondo terrore la prospettiva che la nostra civiltà possa essere spazzata via come accadde ai Romani: mi sembra quasi di essere alle porte di un nuovo Medioevo con tutte le incognite che questo può celare. E ho paura, paura vera. Sono razzista davvero oppure ho qualche ragione?
Matteo Lazzaro
19 agosto 2009
La risposta di Galli Della Loggia
La storia è positiva
Ma protesta e paura oggi sono fondate
No, non è la lettera di un razzista la lettera di questo studente — un bravo studente, si può immaginare — che il Corriere ha deciso di pubblicare per contribuire a far conoscere al Paese da quali sentimenti e di quali ragioni si fa forte l’opinione pubblica leghista così diffusa al Nord. Ha quasi sempre delle ragioni, infatti, anche chi non ha ragione: pure quando tali ragioni, com’è questo il caso, sono costruite su un ordito di vere e proprie manipolazioni storiche.
Quanto scrive Matteo Lazzaro dimostra innanzi tutto, infatti, il rapporto strettissimo che inevitabilmente esiste tra storia e politica; e di conseguenza, ahimè, il disastro educativo prodotto negli ultimi decenni nelle nostre scuole da un lato da una sfilza di manuali di storia redatti all’insegna della più superficiale volontà di demistificazione, e dall’altro da una massa d’insegnanti troppo pronti a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda. Gli uni e gli altri presumibilmente convinti di contribuire in questo modo alle fortune del progressismo «democratico» anzi ché, come invece è accaduto, a quelle di un autentico nichilismo storiografico di tutt’altro segno. Ecco infatti il risultato che si è fissato nella mente di molti italiani: una storia del nostro Paese inverosimile e grottesca, impregnata di negatività, violenza, imbrogli e sopraffazione. Una storia di cui «vergognarsi», come pensa e scrive per l’appunto Lazzaro, e che quindi può solo essere rifiutata in blocco: dominata dall’orco massone e da quello sabaudo, dalla strega della partitocrazia, dal belzebù del «clientelismo», sfociata in «uno dei debiti pubblici più alti del mondo». Nessuno sembra aver mai spiegato a questi nostri più o meno giovani concittadini che il Risorgimento volle anche dire la possibilità di parlare e di scrivere liberamente, di fare un partito, un comizio e al tre cosucce simili; o che ad esempio, nel tanto rimpianto Lombardo-Veneto di austriaca felice memoria, esisteva una cosa come il processo «statario», in base al quale si era mandati a morte nel giro di 48 ore da una corte marziale senza neppure uno straccio di avvocato. Nessuno sembra avergli mai raccontato come 150 anni di storia italiana abbiano anche visto, oltre alle ben note turpitudini, un intero popolo smettere di morire di fame, non abitare più in tuguri, non morire più come mosche e da miserabile che era cominciare a godere di uno dei più alti redditi del pianeta. Così come nessuna scuola sembra aver mai illustrato ai tanti Matteo Lazzaro quello che in 150 anni gli italiani hanno fatto dipingendo, progettando edifici e città, girando film, scrivendo libri: non conta nulla tutto ciò? E si troverà mai qualcuno infine, mi domando, capace di suggerirgli che la democrazia non piove dal cielo, che tra «uno dei debiti pubblici più alti del mondo» e l’ospedale gratuito sotto casa o l’Università dalle tasse presso ché inesistenti qualche rapporto forse esiste? E che la storia, il potere, la società, sono faccende maledettamente complicate che non sopportano il moralismo del tutto bianco e tutto nero, del mondo diviso in buoni e cattivi?
È quando viene all’oggi, invece, che il nostro lettore ha ragione da vendere, e alle sue ragioni non c’è proprio nulla da aggiungere. C’è semmai da capirle e interpretarle. Il che tira in ballo la responsabilità per un verso della classe politico-intellettuale di questo Paese, per l’altro quella dei nostri concittadini del Mezzogiorno. Per ciò che riguarda la prima è necessario e urgente che quello strato di colti, di giornalisti di rango, di scrittori, di attori della scena pubblica, i quali tutti insieme contribuiscono alla costruzione del «discorso » ufficiale del Paese, la smettano di assumere un costante atteggiamento di sufficienza, se non di disprezzo, verso ogni pulsione, paura o protesta che attraversa le viscere della società settentrionale (ma non solo! sempre più non solo!) tacciandola subito come «razzista», «securitaria », «egoista», «eversiva» o che altro. Pericoli di questo tipo ci saranno pure, ma come questa lettera spiega benissimo si tratta di pulsioni e paure niente affatto pretestuose ma che hanno un senso vero, spesso un profondo buon senso, e dunque chiedono risposte altrettanto vere, sia culturali che politiche: non anatemi che lasciano il tempo che trovano.
E infine i nostri concittadini del Mezzogiorno: questi sbaglierebbero davvero se non avvertissero nelle parole del lettore leghista l’eco neppure troppo nascosta di una richiesta ultimativa che in realtà ormai parte non solo da tutto il Nord ma anche da tante altre parti del Paese. È la richiesta che la società meridionale la smetta di prendere a pretesto il proprio disagio economico per scostarsi in ogni ambito — dalla legalità, alle prestazioni scolastiche, a quelle sanitarie, all’urbanistica, alle pensioni — dagli standard di un paese civile, tra l’altro con costi sempre crescenti che vengono pagati dal resto della nazione. Il resto dell’Italia non è più disposta a tollerarlo, e si aspetta che alla buon’ora anche i meridionali facciano lo stesso.
Ernesto Galli della Loggia
19 agosto 2009
ALLAFINEDELLASTRADA da voce alla storia...buona visione