martedì 13 luglio 2010

Che vergogna...

L’immoralità pubblica


Articolo di , pubblicato giovedì 1 luglio 2010 in Germania.


[Sueddeutsche Zeitung]


Che si tratti di collusione mafiosa o di frode aggravata, di ministri o del premier Berlusconi, i politici italiani continuano a mantenere il loro incarico anche dopo gli scandali. I cittadini perdono il rispetto nei confronti dello Stato, della legge e della politica.
Un uomo di fiducia di vecchia data del premier italiano Silvio Berlusconi è stato giudicato colpevole anche in secondo grado per i suoi comprovati rapporti con la mafia. Sette anni di reclusione pendono su Marcello Dell’Utri, senatore del partito di governo PDL. Anche nel governo si possono trovare, senza dover cercare molto, persone nel mirino della magistratura. E si comincia proprio con il Premier Berlusconi, contro il quale pendono tre processi.
Si potrebbe pensare che sarebbe motivo sufficiente per il suo partito per prendere le distanze da lui. Invece i leader del Pdl hanno commentato soddisfatti la condanna quasi fosse stata un’assoluzione. Perché sarebbe potuta andare anche molto peggio, ossia che il loro uomo venisse condannato anche per l’accusa di aver fondato il partito di Forza Italia con l’aiuto della mafia. Questo è solo l’ultimo caso in ordine di tempo che mette in luce quanto senso dell’onore, della vergogna o del rispetto nutra la gran parte della politica e del governo italiani verso le istituzioni dello Stato.
Naturalmente Dell’Utri non ci pensa nemmeno a lasciare la sua poltrona di senatore in Senato. Lì infatti gode, per fare un esempio, della compagnia di Salvatore Cuffaro del partito UDC. Il senatore Cuffaro è stato condannato in secondo grado a diversi anni di reclusione, perché quando era Presidente della Regione Sicilia era in contatto con la mafia.
I senatori onesti sono anche costretti a condividere i banchi del Parlamento con un altro senatore del PDL condannato per reati di tipo economico e che in questo momento è anche inquisito per frode aggravata. Ai vertici del Parlamento solo un senatore è sembrato davvero insostenibile quest’anno, il senatore del PDL Nicola di Girolamo, accusato di aver riciclato denaro per la ndrangheta e di frode elettorale, dopo una tenace resistenza si è dimesso ed è stato immediatamente arrestato.
Anche nel governo stesso si possono trovare senza fatica persone al vaglio della magistratura. Si inizia con il Premier, a carico del quale vi sono tre processi pendenti. Il neoministro Aldo Brancher è accusato in un processo per reati finanziari. Poi c’è il Sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, che i giudici hanno voluto sottoporre a carcerazione preventiva per i suoi contatti con la camorra. Guido Bertolaso, il capo della protezione civile, è indagato per uno scandalo di corruzione su vasta scala. Dopo tutto, a maggio, il ministro Claudio Scajola ha dovuto dimettersi. E’ sembrato davvero poco plausibile che non si sia accorto che un imprenditore ha versato 900.000 euro per l’acquisto di un suo appartamento.
Attacchi continui alla magistratura
Questo elenco di politici corrotti è incompleto. Dimostra però che non è prassi tutelare gli organi costituzionali con la sospensione dagli incarichi almeno fino a quando non è tutto chiarito. Questi rappresentanti della politica non sembrano proprio porsi la questione di come i cittadini possano conservare in queste condizioni il rispetto per lo Stato, la legge e la politica. Tutto ciò è anche accompagnato dai continui attacchi del capo del governo alla magistratura. Berlusconi sta facendo tutto il possibile per delegittimare i giudici, come ha già fatto con il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione. Il Premier ha recentemente vituperato la Costituzione come un intruglio cattocomunista, con il quale sarebbe impossibile governare.
Non ci vuole molta fantasia per rendersi conto che simili esternazioni ben poco hanno a che spartire col diritto e la legge. Quali effetti questo possa avere sull’opinione pubblica sembra non interessare affatto a Berlusconi. Questo è un messaggio devastante dai vertici della politica. Tuttavia un debole messaggio di speranza per il futuro sembra esserci stato dopo la sentenza a carico di Dell’Utri. L’organizzazione giovanile del PDL in Sicilia ha esplicitamente richiesto al suo partito di estromettere chi viene condannato per associazione mafiosa. A quanto pare almeno qualche esponente più giovane del partito aspira a una maggior decenza politica.


[Articolo originale "Die öffentliche Unmoral" di Andrea Bachstein]

Nessun commento: