venerdì 20 novembre 2009
giovedì 19 novembre 2009
Censura a la 7
da www.articolo21.org
Quanto è accaduto lunedi scorso a La7 è un fatto grave che fotografa il brutto clima che oggi si respira in troppe redazioni. Bloccare la trasmissione dell’inchiesta realizzata da Silvia Resta sulla presunta trattativa tra mafia e stato, a poche ore dalla messa in onda, e dopo averla addirittura annunciata nel tg delle 12,30, rappresenta un esplicito e grave atto di censura. Ed è altresì inaccettabile il tono minaccioso e intimidatorio usato nei confronti della giornalista autrice dell’inchiesta in seguito alla legittima richiesta del comitato di redazione di La7, che voleva spiegazioni sulle ragioni dello stop del servizio giornalistico.Episodi gravi e sempre più frequenti sia nell’emittenza pubblica che in quella privata, che chiamano in causa direttamente il ruolo del sindacato nazionale dei giornalisti e dell’ordine professionale ma che riguardano tutti i cittadini che hanno a cuore la tutela dei principi democratici sanciti dalla Costituzione a cominciare dall’articolo 21 sulla libertà di stampa.
Quanto è accaduto lunedi scorso a La7 è un fatto grave che fotografa il brutto clima che oggi si respira in troppe redazioni. Bloccare la trasmissione dell’inchiesta realizzata da Silvia Resta sulla presunta trattativa tra mafia e stato, a poche ore dalla messa in onda, e dopo averla addirittura annunciata nel tg delle 12,30, rappresenta un esplicito e grave atto di censura. Ed è altresì inaccettabile il tono minaccioso e intimidatorio usato nei confronti della giornalista autrice dell’inchiesta in seguito alla legittima richiesta del comitato di redazione di La7, che voleva spiegazioni sulle ragioni dello stop del servizio giornalistico.Episodi gravi e sempre più frequenti sia nell’emittenza pubblica che in quella privata, che chiamano in causa direttamente il ruolo del sindacato nazionale dei giornalisti e dell’ordine professionale ma che riguardano tutti i cittadini che hanno a cuore la tutela dei principi democratici sanciti dalla Costituzione a cominciare dall’articolo 21 sulla libertà di stampa.
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lunedì 16 novembre 2009
Inchieste...da Report
da Corriere.it
L’inchiesta
«Report»: Banca Arner e quei conti del premier
Il caso dell’istituto in cui Bankitalia ha riscontrato «gravi irregolarità» sull’antiriciclaggio
Milena GabanelliROMA — Nella sede milanese della svizzera Banca Arner la famiglia Berlusconi ha quattro conti correnti per un totale di 60 milioni di euro, di cui uno intestato direttamente al presidente del Consiglio per dieci milioni e altri tre per 50 milioni a capo delle holding italiane Seconda, Ottava e Quinta, amministrate dai figli Marina e Piersilvio. Lo rivela la trasmissione Report di Milena Gabanelli andata in onda ieri sera su Rai Tre. Tra i clienti della banca ci sarebbero anche Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum, e Stefano Previti figlio di Cesare. La notizia arriva verso la fine della puntata dedicata in gran parte al fenomeno dell’esportazione illegale dei capitali e alla nuova versione dello scudo fiscale che — secondo la testimonianza del consulente delle Procure Giangaetano Bellavia — «con le modifiche del 3 ottobre è allargato alle dichiarazioni fraudolente, alle fatture false e alla distruzione delle scritture contabili». L’inviato di Report Paolo Mondani ricostruisce la storia della Banca Arner, fondata nel 1994 da Paolo Del Bue, Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli. Nel 2003 viene aperta la sede Milanese e negli anni successivi scattano una serie di disavventure giudiziarie. Il 7 maggio del 2008 Bravetti viene messo per due settimane agli arresti domiciliari dalla Procura di Palermo con l’accusa di intestazione fittizia di beni avendo aperto un conto di 13 milioni di euro a favore di Teresa Macaluso nascondendo il vero proprietario e cioè il marito e costruttore siciliano Francesco Zummo, collegato al clan Ciancimino, indagato per mafia ma assolto in appello. I beni di Zummo — valutati tra i 500 milioni e il miliardo di euro — sono stati messi sotto sequestro. Secondo Report Del Bue è legato all’avvocato David Mills che, per la sentenza di primo grado confermata in appello, si sarebbe fatto pagare da Berlusconi anche per nascondere fondi neri che facevano capo alle società Century One e Universal One. A gestire i conti esteri delle due società era il cittadino svizzero Del Bue il quale, nonostante sia stato imputato di riciclaggio nel processo sui diritti Tv, si è sempre rifiutato di rispondere ai magistrati. Sempre secondo la ricostruzione di Report a mettere in contatto Bravetti con Zummo sarebbe stato l’avvocato Paolo Sciumè. Il noto professionista, racconta Mondani con voce fuori campo, è nei consigli di amministrazione di molte società tra cui Parmalat dove è finito sotto processo per bancarotta ma assolto in primo grado. Nel 1996 entra nel cda di Mediolanum e nel 2003 in quello di Banca Mediolanum. La Banca Arner, il 17 aprile del 2008, viene messa sotto torchio dagli ispettori della vigilanza della Banca d’Italia che riscontrano «gravi irregolarità a causa delle carenze delle violazioni in materia di contrasto del riciclaggio». Bankitalia commissaria la Arner con Alessandro Marcheselli che un anno dopo viene sostituito con altri due commissari perché indagato pure lui per favoreggiamento al riciclaggio. La trasmissione, dal titolo «La banca dei numeri uno», inizia con l’arresto all’aeroporto di Malpensa dell’avvocato Fabrizio Pessina, il 18 marzo scorso: nel suo computer la guardia di Finanza trova 552 nomi con a fianco il numero di telefono e le società offshore di riferimento. Da lì comincia il viaggio tra le tecniche vecchie (gli spalloni) e nuove (incroci di società off-shore) usate per dribblare il fisco. Milena Gabanelli, alla fine, si chiede «se non sarebbe opportuno, per il premier, prendere i suoi 60 milioni di euro, spostarli da lì (la Banca Arner) e depositarli in un’altra banca italiana un po’ più trasparente».
Roberto Bagnoli 16 novembre 2009
L’inchiesta
«Report»: Banca Arner e quei conti del premier
Il caso dell’istituto in cui Bankitalia ha riscontrato «gravi irregolarità» sull’antiriciclaggio
Milena GabanelliROMA — Nella sede milanese della svizzera Banca Arner la famiglia Berlusconi ha quattro conti correnti per un totale di 60 milioni di euro, di cui uno intestato direttamente al presidente del Consiglio per dieci milioni e altri tre per 50 milioni a capo delle holding italiane Seconda, Ottava e Quinta, amministrate dai figli Marina e Piersilvio. Lo rivela la trasmissione Report di Milena Gabanelli andata in onda ieri sera su Rai Tre. Tra i clienti della banca ci sarebbero anche Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum, e Stefano Previti figlio di Cesare. La notizia arriva verso la fine della puntata dedicata in gran parte al fenomeno dell’esportazione illegale dei capitali e alla nuova versione dello scudo fiscale che — secondo la testimonianza del consulente delle Procure Giangaetano Bellavia — «con le modifiche del 3 ottobre è allargato alle dichiarazioni fraudolente, alle fatture false e alla distruzione delle scritture contabili». L’inviato di Report Paolo Mondani ricostruisce la storia della Banca Arner, fondata nel 1994 da Paolo Del Bue, Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli. Nel 2003 viene aperta la sede Milanese e negli anni successivi scattano una serie di disavventure giudiziarie. Il 7 maggio del 2008 Bravetti viene messo per due settimane agli arresti domiciliari dalla Procura di Palermo con l’accusa di intestazione fittizia di beni avendo aperto un conto di 13 milioni di euro a favore di Teresa Macaluso nascondendo il vero proprietario e cioè il marito e costruttore siciliano Francesco Zummo, collegato al clan Ciancimino, indagato per mafia ma assolto in appello. I beni di Zummo — valutati tra i 500 milioni e il miliardo di euro — sono stati messi sotto sequestro. Secondo Report Del Bue è legato all’avvocato David Mills che, per la sentenza di primo grado confermata in appello, si sarebbe fatto pagare da Berlusconi anche per nascondere fondi neri che facevano capo alle società Century One e Universal One. A gestire i conti esteri delle due società era il cittadino svizzero Del Bue il quale, nonostante sia stato imputato di riciclaggio nel processo sui diritti Tv, si è sempre rifiutato di rispondere ai magistrati. Sempre secondo la ricostruzione di Report a mettere in contatto Bravetti con Zummo sarebbe stato l’avvocato Paolo Sciumè. Il noto professionista, racconta Mondani con voce fuori campo, è nei consigli di amministrazione di molte società tra cui Parmalat dove è finito sotto processo per bancarotta ma assolto in primo grado. Nel 1996 entra nel cda di Mediolanum e nel 2003 in quello di Banca Mediolanum. La Banca Arner, il 17 aprile del 2008, viene messa sotto torchio dagli ispettori della vigilanza della Banca d’Italia che riscontrano «gravi irregolarità a causa delle carenze delle violazioni in materia di contrasto del riciclaggio». Bankitalia commissaria la Arner con Alessandro Marcheselli che un anno dopo viene sostituito con altri due commissari perché indagato pure lui per favoreggiamento al riciclaggio. La trasmissione, dal titolo «La banca dei numeri uno», inizia con l’arresto all’aeroporto di Malpensa dell’avvocato Fabrizio Pessina, il 18 marzo scorso: nel suo computer la guardia di Finanza trova 552 nomi con a fianco il numero di telefono e le società offshore di riferimento. Da lì comincia il viaggio tra le tecniche vecchie (gli spalloni) e nuove (incroci di società off-shore) usate per dribblare il fisco. Milena Gabanelli, alla fine, si chiede «se non sarebbe opportuno, per il premier, prendere i suoi 60 milioni di euro, spostarli da lì (la Banca Arner) e depositarli in un’altra banca italiana un po’ più trasparente».
Roberto Bagnoli 16 novembre 2009
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mercoledì 11 novembre 2009
Cose da pazzi resume
Potrebbe aver una svolta questo paese...come se l'avessi sognata...ma come sempre credo che tutto verrà dimenticato o come al solito verranno usati quei toni pacati e ridicoli che chiuderanno nel dimenticatoio le varie zozzate che si succedono giorno dopo giorno.
Dopo il caso Stefano Cucchi dai giornali si legge di un nuovo caso a Parma, Giuseppe Saladino, 32 anni di Parma, entra in carcere sano dopo 15 ore esce coi piedi avanti...malore?casualità? Siete degli zozzoni, uccidere di botte ragazzi è da vili, VERGOGNATEVI. Ad ora sia per Cucchi che per Saladino così come per gli altri la GIUSTIZIA dovrebbe metter in gabbia per 30 anni gli esecutori, ed è facile risalire ai colpevoli!!!
Per non parlare dell'influenza del ciufolo che gira, è vergognoso il giro d'affari che come sempre viene fatto a discapito di vite umane! Su dei bambini poi...VERGOGNA!
COSENTINO??? In galera! E ieri il Presidente emerito, cavalier SILVIO BERLUSCONI lo chiama dandogli il suo appoggio e incitandolo ad andare avanti! SEI UN LURIDO farabbutto criminale paro paro agli altri. VERGOGNA!
E poi, come Fini può fare accordi? Era uno dei pochi uomini politici considerabili, come non rendersi conto che ci si macchia la coscienza??? Che parolone ridono i polli!
Già, oramai non c'è in nessun caso di vita comune la coscienza, o davvero poca, la chiesa? Mi chiedevo giorni fa perchè non venissero scomunicati in massa e a vario titolo le persone di Stato e non che si macchiano di crimini dai meno gravi ai più gravi..e risponde il numero due della CEI non ricordo chi fosse, dice che in automatico per la chiesa sono fuori! Tu sei più fuori del balcone! I vari preti pedofili e zozzoni??? Ma di che stiamo parlando??? VERGOGNA! Ecco perchè ALLAFINEDELLASTRADA si scrive e si pubblica poco quasi nulla. Quando si combatte coi mulini a vento pure Don Chisciotte oggi ci rinuncerebbe....
Dopo il caso Stefano Cucchi dai giornali si legge di un nuovo caso a Parma, Giuseppe Saladino, 32 anni di Parma, entra in carcere sano dopo 15 ore esce coi piedi avanti...malore?casualità? Siete degli zozzoni, uccidere di botte ragazzi è da vili, VERGOGNATEVI. Ad ora sia per Cucchi che per Saladino così come per gli altri la GIUSTIZIA dovrebbe metter in gabbia per 30 anni gli esecutori, ed è facile risalire ai colpevoli!!!
Per non parlare dell'influenza del ciufolo che gira, è vergognoso il giro d'affari che come sempre viene fatto a discapito di vite umane! Su dei bambini poi...VERGOGNA!
COSENTINO??? In galera! E ieri il Presidente emerito, cavalier SILVIO BERLUSCONI lo chiama dandogli il suo appoggio e incitandolo ad andare avanti! SEI UN LURIDO farabbutto criminale paro paro agli altri. VERGOGNA!
E poi, come Fini può fare accordi? Era uno dei pochi uomini politici considerabili, come non rendersi conto che ci si macchia la coscienza??? Che parolone ridono i polli!
Già, oramai non c'è in nessun caso di vita comune la coscienza, o davvero poca, la chiesa? Mi chiedevo giorni fa perchè non venissero scomunicati in massa e a vario titolo le persone di Stato e non che si macchiano di crimini dai meno gravi ai più gravi..e risponde il numero due della CEI non ricordo chi fosse, dice che in automatico per la chiesa sono fuori! Tu sei più fuori del balcone! I vari preti pedofili e zozzoni??? Ma di che stiamo parlando??? VERGOGNA! Ecco perchè ALLAFINEDELLASTRADA si scrive e si pubblica poco quasi nulla. Quando si combatte coi mulini a vento pure Don Chisciotte oggi ci rinuncerebbe....
mercoledì 4 novembre 2009
martedì 3 novembre 2009
Decisamente...
Hai mentito ai tuoi elettori e al Paese intero. Da uomo pubblico non hai denunciato i tuoi ricattatori, tra le altre cose Carabinieri ma per lo meno sei immediatamente sparito dalla circolazione.
Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri, Totò Cuffaro, Clemente Mastella etc etc...aspettiamo le vostre dimissioni...ma se non è accaduto finora...
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