martedì 25 agosto 2009

31 salva tutti

Ascoltare i Metallica e scrivere ora questo post è appropriato quantificando la dose d'incazzatura nelle dita e nelle parole di Hetfield come per me battere su questa tastiera, facciamo un pò di pubblicità occulta, su di un Mac che ci leva dall'immobilismo di Windows e di zio Bill.

Leggevo di quel terrorista libico scarcerato per problemi di salute dalla Scozia e rispedito in Libia dove è stato accolto come un eroe, la strage di duecento e più civili morti in volo per un attentato...
Dal mio punto di vista il terrorismo in qualunque sua forma è a dir poco disgustoso, più disgustoso di mangiare merda, quella che tutti i giorni ci offre la nostra tanto osannata era moderna...di un Corona che faccio volentieri a meno ma pare che ci siano ancora tante persone che pagano un biglietto pur di andare a vederlo o di riviste gossip che fanno tirature extra in estate...è come uno svago leggere cazzate mi dicono...onesto e sincero dico a queste persone di dormire o leggere un Topolino a limite di girare i pollici e far marciare in modo ordinato il piccolo cervello che ha avuto in dono...di quante menate la gente si occupa invece di pensare appena appena di più a come agisce per un solo giorno.
Il nostro paese invierà in Libia le frecce Tricolori, quindi la rappresentanza dell'Italia in un paese da cui per interessi energetici, petrolio, il nostro vecchio e becero presidente tesse legami da tempo, con chi inneggia alla morte gratuita per cittadini inermi. Da uomo, come madre natura mi ha creato, mi vergognerei di commettere una cosa tanto vile, il terrorismo è vile, combatti gli eserciti, i potenti, ma non uccidi chi non ha la possibilità di diferndersi in nessun modo...Berlusconi con Gheddafi intrattiene serate e pure mignotte, tra le amazzoni, 140 di scorta al Generale dei miei stivali, vuoi vedè che non se n'è fatta una? Bravo ma mi viene da chiedere che piacere sessuale si trova in una Donna che si dà per soldi e non per amore, in maiuscolo semplicemente perchè reputo la Donna una delle cose più belle che il creato ci abbia donato e molto sinceramente mi vergognerei quanto di un terrorista che di un puttaniere. In un caso uccidi vite nell'altro la morale. Moralmente esser desiderato da una Donna perchè bello giovane e magari giusto è 100 a 1 rispetto a pagare per farsi piacere. Berluscò me fai pena proprio.
Da questo si arriva facilmente alla nostra società e ai giovani di quest'era e questo paese di cui onorevolmente nè faccio parte che sono allo stremo psico-fisico, intossicati di metalli pesanti e leggeri quanto di tossine comportamentali a cui son stati abituati ad assistere.

Inizia a far fatica il mio pensiero a regger quanto ogni giorno vede legge e vive dalla politica del mondo alla politica del mondo giornaliero e comune.
Intaccato il rapporto d'amicizia quanto il rapporto di coppia, e non per la più ampia apertura mentale che internet ci ha dato ma per gli esempi a cui è stata costretta a rapportarsi.
Esser fan di un Corona è nella lista delle merde come i puttanieri o i terroristi, c'è e ci sarà sempre il Bene e il Male e non è tanto difficile distinguerlo.

Nell'attuale gioventù il rapporto d'amicizia quanto di coppia è falsato dalla perdita di distinzione del bene dal male.
Per una ragazza darsi ad un ragazzo per semplice passa tempo e viceversa è frutto di degrado mentale non di modernizzazione di pensiero...vivere un'amicizia per convenienza è triste quanto mandare a quel paese una mamma che mostra segni di preoccupazione per il figlio.
Concludo prima che finisca la musica...e cioè mai...dicendo che invece un Berlusconi e un Gheddafi tanto per citarne due finiranno presto e saranno d'esempio per chi come me vede con ottimismo anche l'attuale 2009, ci saranno giovani menti e giovani voglie di un mondo appena appena più pulito...

venerdì 21 agosto 2009

Berlusconi e la filosofia

Nel caso di George W.Bush negli Stati Uniti gli americani sono stati perdonati per averlo eletto la prima volta ma non gli si può perdonare averlo eletto nel 2004 una seconda volta.
Per Berlusconi è diverso, gli Italiani lo hanno eletto non due ma ben tre volte, l'utlima con una schiacciante maggioranza.
Si è occupato di lui un filosofo, Slavoy Zizek, con il saggio "Berlusconi a Tehran".
Il suo tentativo di far passare Ahmadinejad per un Berlusconi a Tehran non sembra così assurdo.
Dalla dittatura in Iran alla Democrazia occidentale in Italia non c'è tanta differenza visto lo Stato sotto forma di un Governo autoritario.
Dal dittatore religioso che crede nell'avvento dell'iman e si procura armi atomiche minacciando Israele di distruzione ad un miliardario italiano che è riuscito ad abusare dello stato e del parlamento per portare avanti i propri interessi non vedo tutta questa differenza.

L'Italia è il paese con il più alto debito pubblico d'Europa, lasciato in eredità dalla Prima Repubblica dei magnaccioni, è la nazione in cui s'investe meno nell'istruzione e nella ricerca costringendo i suoi talenti ad espatriare.

Il continuo successo di Berlusconi sta innanzitutto nella costante debolezza delle istituzioni tutte, giustizia, amministrazione ecc., ma in secondo luogo a causa della mentalità Itali-ota che per far carriera bisogna passare in qualunque campo per la via della corruzione. Non c'è da stupirsi quindi vedere eletto per la terza volta il Maestro della CORRUZIONE.
L'opposizione ha avuto due volte l'opportunità di governare e quindi poter dimostrare alla nazione di poter fare quel poco che ci si sarebbe aspettato, nulla, ha lasciato invariato il Conflitto d'interessi che è la causa principale del non poter esser il Premier di un Paese democratico in cui egli stesso detiene l'80% dell'informazione, inoltre gli han lasciato il caos dell'amministrazione pubblica, messa in linea dal suo Governo e la lotta-riforma della magistratura, Berlusconi ha così trovato molti consensi sapendo vendere i propri interessi come interessi di un uomo qualunque.
E' evidente il luogo comune tra Iran e Italia, non è modernità avere governanti così, riscontrabili solo in società predemocratiche come il Venezuela di Chavez o la Russia di Putin. Queste situazioni sono inconcepibili negli USa e nel resto d'Europa che prima o poi dovrà intervenire sulla situazione Berlusconi visto il suo anomalo potere mediatico che va contro i principi delle democrazie moderne.

A tutto questo si aggiunge un'ennesima volta la sfacciataggine con cui quest'uomo riesca a manipolare la verità.
Ai suoi interventi non può che riproporre temi cari al popolo, quali la sicurezza o la riduzione delle tasse e l'occupazione e rilascia un intervista ad un settimanale di sua proprietà "Chi", sostenendo di non aver mai intrecciato relazioni con minorenni e di non aver mai organizzato festini ma che le sue cene erano solo simpatiche ed ineccepibili sul piano della moralità e dell'eleganza. Infine aggiunge di non aver mai invitato consapevolmente alle sue simpatiche cene persone poco serie.

Indifferente alle registrazioni con le escort, alle conversazioni telefoniche con il procacciatore accusa i suoi nemici di aver montato un castello di calunnie.
Ed eccolo come da settimane utilizza i suoi media televisivi oscurando lo scandalo MIGNOTTE e raccontando la sua vita dalle foto apparse da nonnino, con i suoi nipotini a villa Certosa o pensieroso nello suo studio mostrando alla nazione il suo ruolo morale, ma come si dice da qualche parte "LE COSE CHE NON SI FANNO NON SI SANNO".

A questo punto però, per FORTUNA o per SFORTUNA fate voi, in Italia abbiamo il Vaticano e dal giornale "Avvenire", il quotidiano della CEI, Conferenza Episcopale Italiana, il vescovo di Mazara del Vallo, Mogavero, nonchè Presidente del Consiglio per gli affari giuridici della CEI, il ministro della giustizia in Vaticano, attacca il Premier sostenendo che la difesa di Berlusconi è insufficiente!
Giustamente e decisamente Mogavero dice che se non ha niente da nascondere risponda una volta e per tutte alle accuse che gli sono state mosse, smentendo con prove chi mette in dubbio la sua moralità, riferendo in Parlamento e non sul suo giornale e denunciando alla Magistratura i suoi presunti calunniatori aspettando che la legge faccia il suo corso!

Caro Mogavero, sarà la senilità ma da mesi importanti organi d'informazione mondiale raccontano dei comportamenti poco ortodossi con la carica di Premier che riveste Berlusconi, a parer mio una scomunica servirebbe a poco ma son certo che giovani menti di questa nazione prima o poi si sveglino da questo incubo che dura da decenni.

Concludo con l'ennesima affermazione di Papi che dice di voler passare alla storia come il premier che ha sconfitto la MAFIA lasciando questo breve e significativo video se non bastassero gli innumerevoli postati ALLAFINEDELLASTRADA.

giovedì 20 agosto 2009

North & South nell'Unità d'Italia


Ieri sul Corriere è stata pubblicata questa lettera...




SCAMBIO DI LETTERE SUL PAESE TRA PASSATO E PRESENTE
Io, studente leghista
Perché mi vergogno dell’Unità d’Italia


Caro professor Galli della Loggia,
sono uno studente universitario di 24 anni con una certa pas­sione per la storia. Sono un leghista, abbastanza convinto. E lo confesso: se faccio un bilancio, certamente sommario, dall’Unità nazionale ad oggi, le cose per cui vergognarmi mi sembrano maggiori rispetto a quelle di cui essere fiero.

Penso al Risorgimento, alla massoneria e al disegno di conquista dei Savoia, rifletto sul fatto che nel Mezzogiorno furono inviate truppe per decenni per sedare le rivolte e credo che queste cose abbiano più il sapore della conquista che della liberazione. E penso, ancora, al referendum falsato per l’annessione del Veneto e al trasformismo delle elite politiche post-risorgimentali. E poi il fascismo, con la sua artificiosa ricostruzione di una romanità perduta e imposta a un popolo eterogeneo e diviso per 1500 anni che della «romanità classica » conservava ben poco: la costruzione di una «religione politica» forzata al posto di una «religione civile» come invece avvenne in Francia con la Rivoluzione, che fu davvero l’evento fondante di un popolo. In Italia l’unica cosa «fondante» potrebbe essere stata la Resistenza: ma anche lì, a guardare bene, c’era una Linea gotica a dividere chi la guerra civile l’aveva in casa da chi era già in qualche maniera libero.

E poi la Prima Repubblica, che si salva in dignità solo per pochi decenni, i primi, e poi sprofonda nei buio degli anni di piombo con terrorismo di sinistra e stragi di destra (o di Stato?), nel clientelismo politico più sfrenato, nelle ruberie, nelle grandi abbuffate che ci hanno regalato uno dei debiti pubblici più grandi del mondo.

Quanto alla Seconda Repubblica, l’abbiamo sotto agli occhi: la tendenza dei partiti a trasformarsi in «pigliatutto» multiformi e dai programmi elettorali quasi identici, con le uniche eccezioni di Di Pietro e della Lega. Il primo però è destinato a sparire con Berlusconi, che è la ragione del suo successo: quando svanirà la causa, svanirà anche l’effetto. Anche la Lega dopo Bossi potrebbe sparire, ma almeno a sorreggerla ci sono un disegno, un’idea, per quanto contestabili.

Guardo allo Stato poi e alla mia vita di tutti i giorni e mi viene la depressione. Penso a mia mamma che lavora da quando aveva 14 anni ed è riuscita da sola a crearsi un’attività commerciale rispettabi le e la vedo impazzire per arrivare a fine mese perché i governi se ne fregano della piccola-media impresa e preferiscono continuare a buttar via soldi nella grande industria. E poi magari arriva anche qual che genio dell’ultima ora a dire che i commercianti son tutti evasori. Vedo i miei dissanguarsi per pagare tutto correttamente e poi mi ritrovo infrastrutture e servizi pubblici pietosi. Vedo che viene negata la pensione di invalidità a mia zia di 70 anni che ha avuto 25 operazioni e non cammina quasi più solo perché ha una casetta intestata. E poi leggo che nel Mezzogiorno le pensioni di invalidità so no il 50% in più che al Nord. Come faccio a sentire vicino, ad amare, a far mio uno Stato che mi tratta come una mucca da mungere e in cambio mi dice di tacere?

Non ho paura degli immigrati, né sono ostile a chi ha la pelle differente dalla mia. Mi preoccupo però di certe culture. Per esempio mi spaventano i disegni di organizzazioni come i Fratelli musulmani, ostili verso l’Occidente, e mi fan paura le loro emanazioni europee. Non voglio barricarmi nel mio «piccolo mondo antico», ma ho realismo a sufficienza per pensare di non poter accogliere il mondo intero in Europa. La gente che entra va integrata, ma io credo che la possibilità di integrazione sia inversamente proporzionale al numero delle persone che entrano. Eppure, se dico queste cose, mi danno del «razzista». Non mi creano problemi le altre etnie, mi crea problemi e fastidio invece chi le deve a tutti i costi mitizzare, mi irrita oltremodo un multi culturalismo forzato e falsato. Mi spaventano l’esterofilia e la xenomania, secondo le quali tutto ciò che viene da fuori deve essere considerato acriticamente come positivo, «senza se e senza ma». In pratica ho paura che l’Italia di domani di italia no non avrà più nulla e che il timore quasi ossessivo di non offendere nessuno e di considerare ogni cultura sullo stesso piano, cancelli quel poco di memoria storica che ancora abbiamo. Mi crea profondo terrore la prospettiva che la nostra civiltà possa essere spazzata via come accadde ai Romani: mi sembra quasi di essere alle porte di un nuovo Medioevo con tutte le incognite che questo può celare. E ho paura, paura vera. Sono razzista davvero oppure ho qualche ragione?

Matteo Lazzaro
19 agosto 2009

La risposta di Galli Della Loggia


La storia è positiva
Ma protesta e paura oggi sono fondate
No, non è la lettera di un razzista la lettera di questo studente — un bravo studente, si può immagina­re — che il Corriere ha deciso di pubblicare per contribuire a far conoscere al Paese da quali sentimenti e di quali ragioni si fa forte l’opinione pubblica leghista così diffusa al Nord. Ha quasi sempre delle ragioni, infatti, anche chi non ha ragione: pure quando tali ragioni, com’è questo il caso, sono costruite su un ordito di vere e proprie manipolazioni storiche.

Quanto scrive Matteo Lazzaro dimostra innanzi tutto, infatti, il rapporto strettissimo che inevitabilmente esiste tra storia e politica; e di conseguenza, ahimè, il disastro educativo prodotto negli ultimi decenni nelle nostre scuole da un lato da una sfilza di manuali di storia redatti all’insegna della più superficiale volontà di demistificazione, e dall’altro da una massa d’insegnanti troppo pronti a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda. Gli uni e gli altri presumibilmente convinti di contribuire in questo modo alle fortune del progressismo «democratico» anzi ché, come invece è accaduto, a quelle di un autentico nichilismo storiografico di tutt’altro segno. Ecco infatti il risultato che si è fissato nella mente di molti italiani: una storia del nostro Paese inverosimile e grottesca, impregnata di negatività, violenza, imbrogli e sopraffazione. Una storia di cui «vergognarsi», come pensa e scrive per l’appunto Lazzaro, e che quindi può solo essere rifiutata in blocco: dominata dall’orco massone e da quello sabaudo, dalla strega della partitocrazia, dal belzebù del «clientelismo», sfociata in «uno dei debiti pubblici più alti del mondo». Nessuno sembra aver mai spiegato a questi nostri più o meno giovani concittadini che il Risorgimento volle anche dire la possibilità di parlare e di scrivere liberamente, di fare un partito, un comizio e al tre cosucce simili; o che ad esempio, nel tanto rimpianto Lombardo-Veneto di austriaca felice memoria, esisteva una cosa come il processo «statario», in base al quale si era mandati a morte nel giro di 48 ore da una corte marziale senza neppure uno straccio di avvocato. Nessuno sembra avergli mai raccontato come 150 anni di storia italiana abbiano anche visto, oltre alle ben note turpitudini, un intero popolo smettere di morire di fame, non abitare più in tuguri, non morire più come mosche e da miserabile che era cominciare a godere di uno dei più alti redditi del pianeta. Così come nessuna scuola sembra aver mai illustrato ai tanti Matteo Lazzaro quello che in 150 anni gli italiani hanno fatto dipingendo, progettando edifici e città, girando film, scrivendo libri: non conta nulla tutto ciò? E si troverà mai qualcuno infine, mi domando, capace di suggerirgli che la democrazia non piove dal cielo, che tra «uno dei debiti pubblici più alti del mondo» e l’ospedale gratuito sotto casa o l’Università dalle tasse presso ché inesistenti qualche rapporto forse esiste? E che la storia, il potere, la società, sono faccende maledettamente complicate che non sopportano il moralismo del tutto bianco e tutto nero, del mondo diviso in buoni e cattivi?

È quando viene all’oggi, invece, che il nostro lettore ha ragione da vendere, e alle sue ragioni non c’è proprio nulla da aggiungere. C’è semmai da capirle e interpretarle. Il che tira in ballo la responsabilità per un verso della classe politico-intellettuale di questo Paese, per l’altro quella dei nostri concittadini del Mezzogiorno. Per ciò che riguarda la prima è necessario e urgente che quello strato di colti, di giornalisti di rango, di scrittori, di attori della scena pubblica, i quali tutti insieme contribuiscono alla costruzione del «discorso » ufficiale del Paese, la smettano di assumere un costante atteggiamento di sufficienza, se non di disprezzo, verso ogni pulsione, paura o protesta che attraversa le viscere della società settentrionale (ma non solo! sempre più non solo!) tacciandola subito come «razzista», «securitaria », «egoista», «eversiva» o che altro. Pericoli di questo tipo ci saranno pure, ma come questa lettera spiega benissimo si tratta di pulsioni e paure niente affatto pretestuose ma che hanno un senso vero, spesso un profondo buon senso, e dunque chiedono risposte altrettanto vere, sia culturali che politiche: non anatemi che lasciano il tempo che trovano.


E infine i nostri concittadini del Mezzogiorno: questi sbaglierebbero davvero se non avvertissero nelle parole del lettore leghista l’eco neppure troppo nascosta di una richiesta ultimativa che in realtà ormai parte non solo da tutto il Nord ma anche da tante altre parti del Paese. È la richiesta che la società meridionale la smetta di prendere a pretesto il proprio disagio economico per scostarsi in ogni ambito — dalla legalità, alle prestazioni scolastiche, a quelle sanitarie, all’urbanistica, alle pensioni — dagli standard di un paese civile, tra l’altro con costi sempre crescenti che vengono pagati dal resto della nazione. Il resto dell’Italia non è più disposta a tollerarlo, e si aspetta che alla buon’ora anche i meridionali facciano lo stesso.

Ernesto Galli della Loggia
19 agosto 2009

ALLAFINEDELLASTRADA da voce alla storia...buona visione



venerdì 7 agosto 2009

L'umana società e la strada giusta



Non si può scambiare la lana con la seta...aspettano solo te.

















Le più antiche tradizioni si accordano su dei nomi resi celebri e citati anche dai poeti in quanto si supponeva fossero i primi istitutori della società.
L'Istituzione dovrebbe infondere nelle menti dei giovani della popolazione in cui il Rè governa, bella parola vero caro, ti sarebbe piaciuto esser chiamato Rè, invece inizia a piovere merda e in queste situazioni c'è molta gente che scappa e pochi altri che tengono duro.
Chi ha fatto la storia di questa nazione ha avuto uno spirito che oggi è quasi morto.
Da molti anni assistiamo alla farsa di un baro, di chi vuol comprare con la truffa e con l'inganno, per nostra fortuna però ci sono attori validi che non negoziano l'anima non appena qualcuno la vuole comprare.
Quante volte ci si trova nella vita davanti ad un bivio ed è proprio in quei momenti che si testa l'anima di una persona.
L'anima non è un peso in più, forse per tanti ma non per chi è giovane, vivo e non morto, chi ha ancora la voglia di credere in un mondo migliore.
Parole già sentite centinaia di volte che non finiranno mai fin quando ci sarà la coscienza, quella nemmeno si può comprare.
Un leader dovrebbe saper decidere la direzione giusta qual è, sempre quella più dura da imboccare, quella fatta di principi, quelli che fondano il carattere di una persona, di cosa dovremmo esser fieri oggi, di produrre uomini privi di onestà, privi di quella coscienza che li avrebbe resi celebri nella storia che verrà.
Si producono uomini venduti per comprarsi un futuro.
Il Rè era privilegiato e poteva seder il suo trono, oggi la moderna società democratica desidererebbe un vero Leader non un puttaniere privilegiato, che si fa leggi che lo tutelino dalle stesse. Nemmeno si finisce di scrivere un post e subito altre figure meschine ci propina. "Grazie a lui si è evitata una nuova guerra fredda! Tra Putin e Erdogan avete letto? Si autoinvita ad un accordo per un oleodotto e vuole presenziare alla firma dicendo di esser stato fatto tutto grazie a lui". Ma cosa c'entra, un bel nulla, si son sorpresi i due capi di stato, una situazione che potrebbe portare ad un incidente diplomatico, ma non se è lui, lo hanno deriso come oramai fà tutto il mondo.
Eravamo degni di esser la culla della civiltà, oggi d'esser la tomba dell'onestà e della coscienza.